giovane critica - n. 26 - primavera 1971

La s1tuaz1onc poi del sistema sovietico e aggravata dal perdurante sciopero delle campagne dopo la breve schiarita del 1966. Secondo l'agenzio NO\'.'.)Sti(sovietica) il piono segna il passo nelle campagne. La tendenza alla • mercantilizzazione • del 1965-66 per quanto reale era troppo timida {per le campagne) e senza dubbio essa non ristabiliva il predominio del mercato sul piano come è. invece. negli auspici del contadiname russo per cui gli entusiasmi sollevati dalle riforme sono stati di breve durata. Scarsa meccanizzazione dell'agricoltura? Senza dubbio. ma sarebbe troppo comodo attribuire ad un fattore tecnico una realtà politica precisa: la produttività del lavoro negli orti colcoziani prova che si può lavorare ad alto ritmo (rispetto alla produttività delle imprese collettive) anche senza un grosso apparato tecnico. Se i colcoziani dedicassero al colcoz la stessa attenzione che dedicano ai loro orti la produzione agricola russa non sarebbe aumentata solo del 28% in otto anni ( 1960-68 dati dell'agenzia Novostì) zs; anche dalle campa· gne, dunque. continua a venire un no reciso all'attuale sistema produttivo sovietico. Dopo il 1968, la situazione dell'agricoltura russa si e notevolmente aggravata: i dati previsionali della relazione di Baibakov per il 1969 ci dicono che è prevista una produzione di 79 miliardi di rubli e cioè il 3% in meno del 1968. Nella stessa pagina il relatore sovietico dà la colpa del grave smacco alle pessime condizioni climatiche. tuttavia per • essere obbiettivi • egli ammette che una parte non indifferente di colpa va alle deficienze degli organi del piano e - si noti - al fatto che le aziende agricole di base non hanno risposto dal punto di vista organizzativo e produttivo nel modo sperato. Al di là delle variabili climatiche dunque le disfunzioni di fondo rimangono ed il 1969 vedrà un'agricoltura russa attestata ad un livello superiore solo del 25¾ a quello di dieci anni fà (con un tasso di crescita del 2°0 circa l'anno); se si tiene conto degli esperimenti e degli aggiustamenti continui operati in questi anni per curare la • grande malata • dell'economia russa e della base di partenza mod'esta del 1960, si ha una visione del tutto desolante. 11breve • flirt • stato-campagne del 1966 favorito dell'euforia per le modeste riforme del 1965-66, già spentosi nel corso del 1967, è ormai un lontano ricordo e il micidiale sciopero silenzioso delle campagne è ripreso. Nella sua relazione (dicembre 1970) Baibakov ha pre72 - visto 88.6 miliardi di rubli di produzione per il 1971 (84 nel 1970) con un incremento che continua ad essere modesto e per cui è richiesto (come al solito) un • notevole incremento della produttività " i'bis. A questo punto possiamo fare un bilancio con:suntivo delle riforme sovietiche: i problemi sono tutti li sul tappeto. né si vede come la burocrazia possa risolverli. Quale che sia la strada che prenderà la società sovietica (restaurazione del capitalismo o, per contro, rivoluzione socialista) la burocrazia come classe è spacciata (in prospettiva). 5 Prima di tirare le conclusioni definitive del nostro discorso non possiamo esimerci dal prendere ■ in esame un avvenimento assai sintomatico che si ricollega al processo di disfacimento dei regimi collettivo-burocratici dell'Est europeo: i fatti di Cecoslovacchia. E' chiaro. infatti, che il processo di disfacimento in esame non colpisce solo la Russia ma anche i paesi dell'Est europeo dove il sistema sovietico è stato trapiantato al seguito dell'armata rossa 26, con l'unica eccezione della Jugoslavia dove la sua genesi storica ha assunto aspetti particolari e devianti dallo schema russo 21 • La imposizione esogena di un sistema come quello collettivo-burocratico con il conseguente vassallaggio politico ed economico (Comecon) delle burocrazie locali a Mosca ha determinato l'estrema fragilità di quei regimi rispetto anche al modello sovietico, la loro separazione dalle masse. anche piU che in Russia, ed una loro vulnerabilità dì fronte a una propaganda di tipo nazionalistico 28 • 24 Anche a livello di distribuzione. come si è visto, Il piano è rimasto nettamente prevalente; in senso analogo (il piano è ancora dominante} v. anche Levi op. clt. pag. 526 segg. 25 Per questi dati v. l'articolo della Novostl In • Bollettino dell'ambasciata sovietica •. 1969. n. 3t. pag. 21; sulle difficoltà del plano in agricoltura nel 1967 v. Scuotto. op. cit. pag. 276. ZSbls V. la traduzione defl'articofo dell'lsvetzia in • Quaderni Ceses•. 1971, pag. 64 segg. M Indubbiamente Il movimento di masse c'era (In Cecoslovacchia} ma la presenza del russi fu determinante sia per la presa del potere sfa per /'imitazione in un paese di capitalismo avanzato del modello russo. n In Jugoslavia. Infatti. vi lu una vera e propria rivoluzione capeggiata da un partito legato alle masse ma anche legato J/ modello sovietico (I suoi dirigenti erano di formazione stalinlana come quasi turtl all'epoca} sicché li caso jugoslavo richie• derebbe una analisi a parte. u Su ciò v. Kuron e Modzelewsky op. cit. pag. 68 segg. la

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