giovane critica - n. 26 - primavera 1971

mondiali per trovare sul mercato mondiale quei beni di cui l'Urss abbisogna per sostenere la svolta consu• mistica. Ora, però,· le leggi del mercato capitalistico tendono a costringere chiunque operi nell'ambito del mercato ad uniformarsi ad esse 22 ; fin quando gli scambi con l'Occidente avevano un carattere relativamente secondario non si ponevano grossi problemi, ora che essi tendono ad aumentare e, presumlbllmente a diventare sempre pili necessari, è facile Immaginare che il con· dlzlonamento del mercato mondiale esterno si cumulerà con l'azione dei principi mercantlli interni alla ecomie di cui ha bisogno essa per prima. L'incremento dell'interscambio tuttavia è ancora ma. desto, e ciò si spiega colla perdurante cattiva qualità dei prodotti russi che non attirano gli occidentali e col fatto che l'Urss ha bisogno delle sue materie prime per l'industria e non può troppo dilatare questo tipo di esportazione; li perdurare del sistema collettivo-burocratico e la cattiva qualità dei prodotti ferma lo sviluppo del commercio estero russo aprendo in questa fase nuove tensioni. Col passare del tempo, perciò, la situazione si deteriorerà (presumibilmente) e ciò permetterà ai • liberali • di avanzare altre richieste tanto pili che essi sono ben lungi dall'essere contenti delle attuali parziali ri• forme. La recente polemica L\berman-Sitnin (quest'ultimo conservatore} sul problema dei prezzi è assai chiara: Liberman vuole che i prezzi li decida il mercato, che significa, come nota scandalizzato Il prot. Sltnin, Il ritorno alla anarchia del capitalismo"· Perché il mercato decida i prezzi occorre che le unità operanti sul mercato agiscano secondo criteri analoghi a quelli occidentali e cioè secondo la logica del capitalismo; ciò significa in termini assai semplici che non si è rinunciato da parte della tecnocrazia al progetto di trasferire il potere economico dal plano alle Imprese che agiscono sul mercato e cioè alle loro direzioni, Il che Implica la espropriazione In chiave capitalistica della burocrazia a favore della tecnocrazia; nell'attuale sistema, infatti, i prezzi ed il loro movimento sono uno strumento nelle mani del plano per realizzare I suol fini ed essi operano indipendentemente da meccanismi di mercato; togllere alla burocrazia questa leva significa toglierle Il controllo dell'economla, in pratica (ovviamente non ~ludlamo ai prezzi del mercato colcoziano che sono mercantili o a casi similari, ma solo a quelli pianificati che sono nettamente prevalenti). Se dovessimo dare un \giudizio consuntivo sulla situazione russa ricorreremmo ad un paragone militare: il piano occupa ancora le alture dominanti dell'economia: esso è, però, completamente circondato dai principi del mercato che sono attualmente i pili forti e ciò non tanto perché essi siano dominanti (abbiamo visto che non 10 sono) 24 ma perché i principi del piano non hanno alcuna possibilità di risolvere i problemi delreconomia russa. assunto un rlllevo notevole con grosse commesse al cantieri polacchi e giapponesi. Sugli accordi recenti con Imprese glap. ponesl v, snche Jalée. lmpérlalisme clt. pag. 181-2. che si riferisce anche ad altri Importanti Intese economiche tra l'Urss e grossi monopo/J occidentali. Suita/lare Fiat, v. anche, Scruotto. op. clt. pag. 278 segg. 22 V. ad es. Marx, Fondements,/, cit. pag. 364 seg. che scrive: • la tendenza a creare il mercato mondiale esiste. dun• que, Immediatamente nella nozione di capitale. Ogni llmlte gli appare come un ostacolo da superare. Egll com/ncer/J col sottomettere ogni elemento della produzione allo scambio e con l'abolire la produzione di valori d'uso Immediati che non entrano nello scambio: egli sostituisce, dunque, la produzione capitallstlca al modi di produzione anteriori che dal suo punto di vista hanno un carattere naturale. Il commercio cessa di essere una funzione che permette di scambiare l'eccedente tra produttori autonomi: esso diviene un presupposto ed un elemento Ione/smenta/e che abbraccia tutta la produzione"· V. anche Preobrazensky, la nouvelle économique cit. pag. 219 segg. E' bene precisare però che qui Marx allude ad una tendenza che si reallzza attraverso lotte spesso lunghe e difficili (v. ad es. Marx. Il Capitale, /, clt. pag. 827 segg.J che nella specie sono rivolte ad abbattere un sistema Industriale che si riproduce su scala allargata (Il collettfvlsmo burocratico russo); la lotta, dunque. non poteva essere né breve né facile e certo serebbe molto funge se non Intervenissero le contraddizioni Interne del sistema sovietico che si cumulano dialetticamente con le tendenze dissolventi esterne del mercato mondiale. " V. levi. op. clt. pag. 570. E' chiaro ormai che fautomatlsmo del prezzi presuppone Il mercato Il quale a sua volta presuppone, ad un certo livello delle forze produttive, Il capltallsmo. Ad es. una categoria come Il prezzo di produzlone r/levato da Marx nel capltallsmo (v. Il Capitale lii. clt. pag. 195 segg.) richiede un mercato le cui oscillazlonl (dovute all'Interazione anarchico-concorrenziale di pltJ capitai/ autonomi) determinano un profitto medio e richiede eltresl una produzione per lo scambio e per Il profitto laddove Invece la produzione socialista è produzione di valori d"uso (V. Marx Glosse al programma t,IJ 0: 1h :r~t~\h/a~it! 5~,~9~ g~~eAd! 1d;~;;~p,;ef!· ha 9·,r~{: tlon clt. pag. 196 segg.: Id. ProblèmesThéorlqueset pratlques de la planlflcatlon, Parls, 1966. pag. 15 e 123 segg.J. - 71

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