potrJ veramente J1ventare l'c:cmcnto d1ri:,~r.-:: deilJ economia e si potrà perciò parlare di c3pitalismo. L'importanza della rìforma rimane. però. ragguardevole. po1che a1 managers sono riconosciuti notevolissimi poteri per ciò che concerne li numero deì dìpendonti. i ritmi di lavoro e la distribuzione interna dei safari (il piano stabilisce solo il fondo salari globale): tende inoltre a riapparire il fenomeno del mercato del lavoro poiché I dirigenti non hanno limiti nell'assumere operai ed è stato riconosciuto come legittimo (sia pure a denti stretti) nel 1956 il fenomeno della mobilità della mano d'opera. non solo. ma è ricomparsa anche la disoccupazione (i managers stabiliscono adesso i ritmi di lavoro cd è logico che essi tendano ad assumere operai più • produttivi ,. licenziando gli altri) Il che dà a questa tendenza un carattere rilevante 1'. Viene dato un certo spazio all'autofinanziamento ed infine la produzìone deve essere venduta mentre prima doveva essere solo prodotta, il momento dello scambio assume perciò un notevole rilievo. Una parola ancora sul sistema degll incentivi· si è detto da parte del prof. Oobb i. che qui non vi sarebbe alcun mutamento qualitativo nei corifronll dell"ero ~talìma:ia Tuttavia nel periodo di Stalin l'Incentivo era collegato alla realizzazione di un plano I cui obbiettivi ave• vano un carattere globale e centralizzato, adesso l'incentivJ e connesso all'utile aziendale sicché si accentua la spinta verso la produzione a fini egoistici d1 l:npresa Tuttavia fin quando lo stato avrà in mano le leve macroeconomiche (Investimenti salari. produzione. prezzi ccc.) non si potrà certo parlare di una prevalenza del mercato sul piano e lo stesso principio del profitto dovrà subordinarsi al pfano. E' chiaro infatti che se per realizzare l'utile bisognerà deprimere il fondo salari (licenziando alcuni operai). si entrerà In conflitto col piano che stabilisce il fondo salari. e si potrà solo licenziare qualche operaio meno produttivo assu.rnendone altri plU • svegli •; lo stesso avviene per i beni da produrre di cui il plano fissa la • composizione merceologica • almeno per i tipi fondamentali: anche se è più conveniente produrre altri beni bisognerà obbedire al piano: lo stesso ragionamento vale per le nuove attrezzature di cui il plano stabilisce I compiti principali e per I prezzi su cui l'autonomia delle aziende non può in genere intervenire 68 - (ad es. attraverso accordi di cartello volti ad aumentare prezzi e profitti). Il funzionamento del meccanismo di mercato <' della produzione per Il profitto risulta chiaramente (no9'1 esempi fotti) subordinato ed ostacolato dal piano; IJ piena realizzazione del principio del profitto richiede se non la distruzione del piano lo sua subordinazione al mercato {come da noi). Le riforme Kossighin aprono c,;osi un periodo di grossi squilibri e tensioni sociali o meglio trasferiscono ad un livello qualitativo diverso te tensioni che già esistevano. 3. la morte di Stalin veniva in un momento in cui I rapporti con le masse contadmc esigevano una revisione poiché la tensione dei rapporti stato•campagne poteva alla lunga diventare insostcniblle. le timide • avances • decentralizzatrici culminate nel 1955 (sostituzione del piano di produzione con quello di consegna. che però è sufficiente allo Stato per dirigere. In pratica. la produzione agraria; riforma cho. come si è visto. rimase ineseguita o quasi) vengono seguite negli anni posteriori al 1958 da misure in senso opposto. I\ Levi riferisce che nel 1967 sono suu/ costituiti com1t.,t1 per l'Impiego della manodopera (op. cit. p.,g. 537). Slntomatlc.3 e Poi la notizia relativa al caso di Scheneklno (fabbrica eh/mie• nella provincia di Tuia) che ha llcenzlato 870 oper;,I aumentando le paghe (ed I ritmi di lavoro degli altri}; la cosa e stota citata como esempio da Imitare dal Cc del Pcus (v . • Ouodernl del Ceses •. ,969, pag. 18" segg. dove è stata tradotta la delibera • di lode • del Cc). Ovviamente per ciò che concerne il caso degli 870 operai licenziati la propaganda sovietica dice che eul sono stati riassorbiti. DI recente. però. una rivista sovietica assai autorevole si IJ losclata sfuggire che • quosi • tutti gll operai sono stati riassorbiti (v. ··oulderni dttl Ceses •. 1970, pag. 248 segg a p.,g. 253) e che gll operai espulsi dal clrcolo produttivo lncor>- t,ano • una serie di dlfllcolté • che ne ritardano Il recupero. Su questo punto occorre soffermare /'attenzione: in passato l'Urss era caratterizzata da una disoccupazione • lrizlonale ·= l'operalo e/ai, losclava Il lavoro cercandone uno migliore. sicuro di essere riassunto per la sC8rslti di mano d'opera. Un slmile tipo di disoccupazione Indicava perciò un bisogno e non un ecce.s10 di lon•lavoro. Ora però l'operalo stenta ad essere rla11orblto: la dl1occufJ8zlone tende a farsi strutturale ciò signlllca che con Il dellnea11I di un cmbrlo,ie di meccanismi capltall.stlco-mercantlll cominciano a dellnea,,1 le dellzltJ proprie del capltafl.smo. 16 Le te.si di Dobb sono rias,unte da Lisa Foa (Il carattere cit pag 283).
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