classe che vive praticamente di questo sfruttamento 10 e cioè I managers: un simile sistema tutto sommato non differisce nella sostanza dal capitalismo, l'unica differenza sta in ·ciò che ogni manager andandosene lascerebbe la • sua • azienda ad un altro manager, mentre da noi quando un capitalista se ne va nel mondo dei pili lascia la sua roba al figli, ma ciò non attiene minimamente al rapporto di produzione ed al suo funziona• mento (elemento fondamentallsslmo per un marxista). In altri termini anche qui la proprietà sarebbe una proprietà capltallstlca (alludiamo sempre ai mezzi di produzione) trasferibile In determinati modi tra cui non è ancora prevista la trasferibilità ereditaria (ma non escludiamo che vi si arrivi) che, invece, alcuni sembrano considerare. a torto. un connotato essenziale del capitalismo 11. Nel 1964 dopo due anni di polemiche le riforme Liberman sono sperimentate (pare con successo) in due stabilimenti e nel 1965. dopo Il fallimento del plano settennale, vengono decise una serie di riforme (proposte da Kosslghln) che vanno (però solo parzialmente) incontro a llberman e che perciò hanno un carattere politico ben diverso da quelle del 1957 che erano 1splrate a principi di decentramento amministrativo (qui Il decentramento c'è ma ha un carattere economico mercantile) u. A nostro avviso è esagerato vedere in queste riforme una Integrale restaurazione del capitalismo come Invece è avvenuto In Jugoslavia: Il plano, malgrado tutto. rimane Il centro dell'economia, ma la riforma riconosce apertamente alcunl principi di mercato la cui coesistenza col plano non può che essere instabile e contraddittoria. In altri termini se I riformatori non hanno vinto la guerra essi però hanno vinto una grossa battaglia. Vediamo allora quali sono I cardini della riforma: gll Indici Imposti dal plano alle Industrie si riducono da 3().40 (a volte anche parecchi di plùl ad otto e cioè: l'indice del beni fondamentali da produrre. l'Indice degll Investimenti di capitale e dell'entrata In funzione del nuovi Impianti, l'indice della produzione da esitare (cioè da vendere), l'Indice che fissa I compiti prlncipall per l'lmplego delle nuove attrezzature, l'Indice che regola le forniture tecnlco-materlall, l'lndlce che fissa Il livello del profitti e della redditività. l'Indice che stablllsce quali versamenti debbano essere fatti dall'impresa al bilancio statale e viceversa. l'indice del fondo salari globale u. I prezzi inoltre rimangono fissati per lo piU attraverso il piano di cui sono uno strumento 14 • Ora sembra a noi che una simile economia dove gli Investimenti. I redditi, i prezzi, l'impiego delle attrezzature, la quantità e qualità dei beni fondamentali da produrre, sia fissata centralmente dal piano non possa considerarsi capitalistica. poiché Il principio della produzione per Il profitto se vi appare è ancora larga• mente subordinato al piano che ha in mano le leve centrali dell'economia (come vedremo anche in seguito); solo quando il mercato soppianterà il piano, il profitto rebb:,:•u~1~f:;:i1 ;!: 1 ~~P~~=u~r1:':ir~o~:~~r:s~;!~,':~:sr::: f~~: tune private, l'esperienza /ugoslava • docet •. Senza dubbio le necessiti, di autofinanziamento delle Imprese Imporrebbero si msnBgers di reinvestire la maggior parte degli utili nelle Imprese stesse (per non soccombere alla concorrenza) ma l'esperienza prova che è posslblle sfruttando gli operai realizzare I due fini, quello di ampliare ed autofinanziare l'Impresa (che nel capitalismo rimane obbiettivamente prevalente anche nella fase consumistica) e quello di farsi una notevole fortuna personale. 11 V. Trockl/. La rivoluzione tradita clt. pag. 209. Oul TrocklJ si sofferma troppo su alcun/ aspetti giuridici senza Invece dare rlllevo, secondo noi, all'elemento rapporto (e processo) produttivo. 12 I/ potere cioè non è (In parte) trasferito ad organi periferici dello stato (I sovnarkoz del 1957)ma alle unità produttive (8 cioè al managers). Sulfle riforme del 1965 v. anche AA.vv., le riforme economichenel paesi dell'Est, Firenze, 1966. IJ V. Levi op. clt. pag. 515 segg.; sulle riforme v. anche gli artico/I di Lisa Foa e Clofl clt. al cap. I nota 1. E' da notare, poi, che lo stato non assegna plU gratuitamente I capitali ma chiede un Interesse alle Imprese (v. Levi op. cit. pag. 519). Tuttavia, come si chiarirà In questo capitolo, I poteri dello stato pur dopo la riforma sono enormi e tafi da non /asciare dubbi sul fatto che egli sia ancora Il padrone. L'Interesse perciò non Implica che l'Impresa sia ormai Indipendente dallo stato ma ha un senso nell'ambito del plano: In passato. Infatti, l'assegnazione gratuita era stata fonte di sprechi da parte del managers slcch6 lo stato ricorre alla categoria mercantile dell'Interesse per contenere tali sprechi e per responsabl/Jzzarele singole direzioni delle • sue • Imprese, anche I savcos agrlcoll statali pagano adesso un Interesse, v. Gaddl, op. clt. pag. 283; Levi op. clt. pag. 566. 14 V. Gusarov, Il preuo è uno strumentodel plano. In • Bollettino dell'Ambasc/ata sovietica•, 1969, n. 48, pag. 21 segg. PJUavanti vedremo come I riformatori facciano pressione per la • mercantlflzzazlone • generale del prezzi non ancora avvenuta. Inoltre I prezzi della • stragrande maggioranza. della produzione lndustrlBle sono stablfltf dal plano (v. Kutnezov, In • Ouadernl Ceses • 1970, pag. 1411). - 67
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