esisteva come una mera partita contabile {differenze tra costi e ricavi) ma non era né un criterio di successo dell'impresa (che poteva anche produrre in perdita} né l'elemento dominante della distribuzione (che veniva fatta attraverso il piano] né, soprattutto, la produzione doveva essere necessariamente venduta sul mercato (si pensi agli scioperi del consumatore che non hanno arrestato la produzione dei beni invenduti come si è visto). Il piano. dunque, e non il profitto era l'elemento dirigente. la molla dell'economia: l'impresa doveva realiz• zare il piano (anche in perdita) e se poi vi era un plusprodotto esso andava all'economia nel suo complesso tranne una parte relativamente ristretta che rimaneva all'impresa (il c.d. fondo del direttore}: il tutto attraverso la mediazione (e la direzione) del plano e non del mercato. Il principio di fondo era che ciò che con• veniva al piano doveva convenire all'impresa. Con llberman. invece. il principio si rovescia: ciò che va bene oer l'imoresa deve andare bene anche per il oiano. l'utile collettivo si realizza attraverso la qara deqli egoi- ~mi· cosi dooo 35 anni di piano staliniano si ritorna ad Adamo Smith .t. Le consequenze di questa visione che vede nell'imnresa nel mercato e nel profitto (inteso ouesta volta in ~enso mercantile, come qualcosa che viene orodotto d11llo <:fruttamento del lavoro umano e realizzato ~ul merratol i centri dell'economia. sono chiare: sfrutta• mento deali ooerai solnto al massimo, aumento dei ritmi di lavoro. concorrenza egoistica tra oiU imorese (e 011indi carattere ~Mrchico del mercatol. autofinanziamento. flessibilità del prezzi ecc.: in una parola. produzione per il plusvalore e. cioP.. caoitallsmo. Owiamente il termine capitalismo è tabU e s1 oone in rilievo da oil1 oarti la mancanza della proprietà pri• vata • dei mezzi di produzione •. Ora. però, Il sistema capitalistico è essenzialmente fondato su un rapporto di produzione il cui fine fonda• mentale. nonché la molla dirigente dell'economia, è la produzione per il plusvalore (la nostra definizione di capitalismo tendeva ad evidenziare ciò che è necessario perché un simile tipo di produzione si affermi). Per quel che cl riguarda noi non escludiamo che in awenire vi possa essere una restaurazione completa 66 - anche a livello giuridico-formale della proprietà privata (dopo ovviamente che le riforme Liberman siano realiz• zate del tutto, il che non è ancora awenuto neanche nel 1965) ma anche se ciò non vi fosse. una integrale realizzazione del modello Liberman nelle sue applicazioni esplicite ed implicite, permetterebbe di realizzare un tipo di economia in cui ogni azienda agisce secondo principi capitalistici ed in cui Il manager avrebbe poteri di gestione e disposizione (sui beni ed i profitti della impresa} affini a quelli del suo collega occidentale, tra l'altro egli potrebbe tagliarsi una fetta dei profitti come • remunerazione • impinguando cosi il suo patrimonio privato 9 • Tanto basterebbe per vedere nell'economia sovietica un'economia fondata sul plusvalore e sullo sfruttamento del lavoro umano a vantaggio di una • Interessante è Il tentativo di difesa di Uberman (ad uso esterno o Interno?) contenuto nella lettera al .. The Economlst. (Plano e profitti cft. pag. 16f segg.) dove l'economista sovietico nota come Il prolltto non passa essere lucrato dalle slnpole Imprese sicché non si potrebbero formare capitali privati. Ouesto, peri>, è falso perch6 nel suo primo articolo llberman parla di premi. Incentivi e di llbert9 della Impresa nel disporre del fondi di Incentivazione (profitti capltallzzatl}, v. pag. 22-23. In sostanza l'Impresa agisce con criteri di prolftto flnan• ziarlo. essa non mira plu a produrre valori d'uso. ma vaforl di scambio per Il mercato al fine di lucrare prollttl una larga parte del quali va all'azlendlJ dotata di una larga But'onomfa commer• eia/e-: comincia cosi a delinearsi la logica di un'cconomllJ che opera per Il profitto ed Il valore di scambio, Il che alla lunga determina Il prevalere del mercato sul plano. Ciò ovviamente non è detto espl/cltamente da Uberman ma tale è la conclusione sostanziale cui le tesi partano. Lo aveva ben capito Marx quando scriveva (lineamenti clt. pag. 219} • E' desiderio tanto pio quanto sciocco che Il valore di scambio non si svl/uppl In capitale o che Il lavoro che produce Il valore di scambio non si sviluppi In lavoro salariato ... Analogamente Lenin (Glosse a Bucharln clt.) che sostiene la mancanza del merc1Jto In un sistema socialista ( è noto che la Nep fu per Lenin una rltlrat8 momentanea Imposta da circostanze particolarissime}. In sostanza la scelta di obbiettivi finanziari (profitto) ana- /oqhl a quelll delle Imprese occldentall (v. Mine. op. clt. psq. 81) non può non sottendere al di là delle qraduazlonl tattiche e del linguaggio esoplco del • revisionisti. il ritorno al rapporti di produzione omologhi a quel fini. 9 Ovviamente queste •remunerazioni. possono benissimo mascher1Jre del profitti In senso tecnico (cioè espressione di plusvalore e non di ptusprodotto} che attraverso opportune manipolazioni di bilancio Il manager si attribuisce: In questo campa Il dirigente sovietico può senz'altro venire a scuola dal manager occidentale (americano In particolare} ed f suol trascorsi provano che sarebbe un ottimo allievo.
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