nel periodo 1940-56 una certa mobilità illegale vi era stata come si è visto). Nel 1957 si hanno le riforme decentralizzatrici di l<ruscev, in particolare vengono concessi alcuni rilevanti poteri ad organi periferici di nuova costituzione. i sovnarkoz. che nominano e revocano i piU alti dirigenti di azienda e ne controllano l'operato; contestualmente i ministeri centralizzati che controllano l'attività economica dei vari rami sono aboliti (tranne alcuni). Si è parlato in proposito di ripristino della legge del valore come elemento dirigente dell'economia; ora. a noi sembra che una simile posizione sia errata poiché la legge in esame opera nella piccola produzione mercantile (e certo l'Urss non è a quel livello) e nel capitalismo (lasciamo andare adesso se monopolistico o meno). mentre non può operare (almeno come elemento dirigente) in un sistema di piano nell'ambito del quale al piU può sopravvivere come elemento subordinato ed in via transitoria. Ora in Russia nel 1957 non si è certo restaurato il capitalismo: le imprese hanno conservato una rigida subordinazione dal piano i cui principi rimangono vincolanti per le imprese (a differenza di quanto sostiene la tesi opposta) e alla vigilia del 1965 il piano emetteva ancora trenta o quaranta ordini vincolanti per le imprese. Il principio del profitto. inoltre. che è elemento indissolubile dall'operare della legge del valore in un sistema capitalistico-mercantile, non fu riconosciuto dalla riforma tanto è vero che dal 1962 Liberman e co. dovettero battersi perché esso venisse ammesso come elemento guida delle Imprese sovietiche. In questo contesto parlare quindi di legqe del valore è impossibile (mancando il principio del profitto di mercato ed essendo le aziende rigidamente subordinate al plano centrale); in realtà il vero senso delle riforme del 1957 (la discussione su di esse era iniziata nel '561 fu un altro: allargare la base del potere burocratico e controllare molto piU da vicino le singole imprese. I sovkarkoz (principale innovazione della riforma) erano pur sempre organi dello stato sovietico (come I vecchi ministeri centralizzati) subordinati a governi regionali. a loro volta dipendenti da quello centrale: il loro compito essenziale era quello di sorve91iare che il piano (sempre deciso dal vari organi statali} fosse esequito e di nominare e revocare I managers aziendali 4 • Poteri notevoli ma che non Intaccavano il carattere centrale e dominante del piano ma che anzi tendevano ad avvicinare i controlli governativi ai managers attraverso organi che. per quanto periferici, erano pur sempre stataliburocratici; in questo modo poi si conferivano anche posizioni di prestigio agli strati inferiori deliri burocrazia sicché il legame di fedeltà al sistema ne veniva rafforzato 5 ; non a caso la riforma veniva dopo un anno tormentato come il 1956 che certo aveva posto allo organo di vertice della burocrazia il problema dello ampliamento del proprio seguito. Nel 1958 si creano organi di (falsa) democrazia nelle fabbriche a scopi evidenti di propaganda; nel 1961 verrà riconosciuto formalmente il diritto di gestione operativa alle imprese come si è visto. Ora. però, un simile diritto nella sua vaga formulazione era privo di reale contenuto sinché il piano rimaneva dominante, occorreva quindi che gli • autonomisti • venissero allo scoperto formulando le loro richieste sulla autonomia delle imprese. Nel 1962 si ha una parziale ricentralizzazione (riduzione del numero dei sovkarkoz soprattutto) come risposta alle difficoltà dell'economia russa II ma il 1962 è anche l'anno in cui esplode il • dibat• tito Liberman •. Dopo il 1960 infatti il fallimento ormai evidente del piano settennale e l'insoddisfazione delle masse stanche di vuote promesse, permette agli • autonomisti • di venire allo scoperto (1962) con un celebre articolo di liberman le cui rivendicazioni tendono apertamente a rovesciare i rapporti piano-mercato a favore del secon• do: l'autonomia aziendale. il profitto. l'autofinanziamento. gli incentivi materiali. la flessibilità dei prezzi (largamente influenzati dal mercato} sono i temi di fondo. poi ripresi da altri economisti (Trapezukov. Nemenci• nov. Birman ecc.) 7 • Il senso delle riforme proposte è chiaro: esse vanno decisamente nella direzione dello schema ipotizzato da Brus. In particolare il principio del profitto segna una svolta di 180° rispetto al vecchio piano: qui Il profitto • V. In particolare Nove op. clt. pag. 86: e Moushly op. dt. I. pag. ,s1 seg. Esistevano anche altri poteri che, però, non intaccavano ma anzi si accordavano con Il principio del plano statale e verticale {e cioè proveniente dall'alto e vincolante per le Industrie). s V. D'Angelo e Palladlno op. loc. ult. cit. 6 V. Mlller, Il consumatore clt. pag. 29.J0. 1 Liberman ed altri, Piano e profitto cit. - 65
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