giovane critica - n. 26 - primavera 1971

nagers (per quanto il suo atteggiamento colpendo il sistema aiuti obbiettivamente I tecnocrati) ma vuol dire solo che attualmente il suo livello politico-organizzativo è inferiore a Quello dei dirigenti di azienda. Questi. proprio perch6 pochi e perché hanno occasioni di incontro e di discussione molto piU ampie degli operai, si sono ormai accordati su certe tesi di fondo e si può dire che essi, ormai. costituiscano In Russia un partito-ombra. lo stesso non può dirsi per gli operai I quali sono una realtà di massa che, in una situazione come quella russa, deve Incontrare difficoltà enormi per organizzarsi politicamente. 7 la storia del bolscevlkl prima e del potere so- • viatico poi è in larga misura una storia di rapporti assai difficili con le campagne e con I contadini. la politica del bolscevlkl a loro riguardo venne riassunta da Lenin in una serie di articoli del 1913 73 • l'anallsl del rivoluzionario russo è questa: il processo di centrallzzazlone del capitale procede In maniera contraddittoria nelle campagne poiché attorno a delle enormi aziende capitalistiche vi è una miriade di piccoli poderi di dimensioni cosi ristrette che Il proprietario è costretto per vivere a lavorare una parte dell'anno nella azienda del grande capitalista. Nella contrapposizione grande azienda-mlnlfondo vi è l'artificio del capltalismo agrario che tende a sfruttare Il piccolo contadino tenendolo nel contempo legato ad un plccolo fazzoletto di terreno che alimenta li suo spirito proprietario. li contadino, dunque, per metà proprietario e per metà proletario è un alleato sociologicamente e politicamente infido, come peraltro sembrava dimostrato dalla sua permeabilità alla propaganda piccola borghese del socialrivoluzonarl. Queste tesi di Lenin sono, alla luce dell'esperienza cinese, alquanto unllaterall, se Intese come schema generale 14 (lo stesso Lenin, però, fu assai elastico su questo punto In altre occasioni) 7'; tuttavia esse esprimono una realtà Indubbia della storia russa ante-rivoluzione e cioè Il fatto che. In realtà, Il movimento operalo rusao sviluppatosi, per evidenti ragioni oggettive, dopo decenni rispetto al movimento contadino, si trovò costretto ad operare, debole e diviso come era, prevalentemente nelle città (nell'amblto del proletariato urbano} laaclando II monopollo delle campagne al narodnlkl che già vi si erano saldamente Impiantati prima che la socialdemocrazia nascesse effettivamente (e cioè nel 1902, poiché il congresso del 1898 non ebbe seguito reale). In una situazione di questo genere sarebbero occorsi ai bolsceviki tempo e pazienza in misura notevole, per colmare il fossato che li separava dalla campagna. la Nep ed il mercato (restaurato dopo il comunismo di guerra} contribuirono ad una schiarita parziale. Tuttavia verso Il 1923-24 il problema di un rilancio dello svluppo Industriale sovietico si pone con drammatica urgenza. La linea proposta dall'opposizione trotskista è questa: Il paese accerchiato e minacciato di invasione non può percorrere la strada dell'industrializzazione a n V. Lenin Teoria della questione agraria, Roma, 1951, pag. 245 segg. Non mancano però spunti analoghi anche In prece• denza. 74 In realtà l'esperienza cinese piova come le masse contadine possano svolgere una funzione rlvoluzlonatfa di ptimo plano e non di me,i alleati subalterni ed Infidi del proletariato contadino che esiste In tutti I paesi capitalistici e che é .. proletariato • a tutti gli effetti e ciò é vero anche per I vasti settori delle masse contadine seml,proletarle le qual/ sono vfeppiU schiacciate dal processo di centralluazlone della ptoprlet/J cui si aggiunge nel paesi arretrati il peso dello sfruttamento /m. perlalistlco. In un simile contesto gli Interessi obbiettivi del contadino semi-proletario vanno molto pfu In senso antl-cspltallstico che non nel senso della costituzione di una piccola proprietà contadina, la cui realizzazione In quel contesto sarebbe utopica. Può darsi che oggi il processo di proletarizzazione degli strati Intermedi del proletariato sia molto pili prog,ediro che non nel 1913, pure anche le masse contadine cinesi del 1927 erano In larga mlsutB semi-proletarie (nel senso di Lenin) o formate da plccollsslml sflittuarl e tennero nel confronti del P.C.C. ben altro contegno che non Il contadiname russo. Non sembr8 allora azzardato vedere nella posizione di Lenin (che egli In reaft/J enunciava In relazione sfla Russia) /'espressione della Incapacità della socia/democrazia russa debole e divisa ~ 1 :~:~:1;:i~/~i: Wt:ar~~~~ ~S:t:J3;;~;.,f,~~ d:o1::::: 1 rtdia~ accadde solo nel 1902), si era Impiantato un solido movimento popullsta-contadlno a tendenza plccolo-bo,ghese. In Cina. Invece, la mancanza di un movimento narodnlko già Impiantato nelle campagne permise al comunisti di fondersi agevolmente con le masse contadine. la cui capacità rlvoluzlonarla aveva colpito Il giovane Mao ,ecatosl nello Hunan In rivolta (v. Mao, Opere scelte, /, Roma, 1955, pag. 15 segg.J. 1' Lenin, Rapporto cit. pag. 290. In questo scritto. tutt8vla, Lenin si riferisce alle masse contadine del paesi colon/al/ cui è riconosciuta una autonoma capaclt/J rivoluzionarla anche In •ssenza (o quasi) di un proletariato locale. Nel confronti del cont8dlni russi che per le ragioni viste In precedenzc, (v. nota prec.J erano ancora permeati di spirito picco/o.borghese di de,lvazlone narodnlka, la posizione di Lenin non cambia (né In questo m§ In altri scritti). - 55

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