sovietici sono di pessima qualità perché il piano stabilisce l'obbiettivo in termini di peso ed i managers ne approfittano per costruire aggeggi pesantissimi. ma anche perché il proletariato non ha alcun interesse in questo sistema a produrre beni di buona qualità per le fortune della burocrazia. Sotto questo aspetto l'atteggiamento degli operai non esprime solo una rivendicazione di consumo~ ma il disinteresse completo per le sorti del sistema e, quindi, il suo rifiuto: l'operaio sa molto bene che in un sistema dove non esiste • armata di riserva • egli non può essere licenziato, dato il bisogno di forza-lavoro: se. dunque, gli si nega il potere. la libertà e un llvello di vita accettabile, egli reagirà con un ritmo ed una qualità di lavoro assolutamente bassa. Ciò, ovviamente, genera tensione e causa repressione ma la repressione non può superare un certo limite (altrimenti i1 sistema salta) e di fatto malgrado tutto 11 sistema sovietico, se non ha concesso ai lavoratori gli aumenti di salari che in una situazione di mercato, di pieno impiego e di sviluppo della produzione si sarebbero dovuti concedere (i salari sono bassissimi anche in relazione alla non eccelsa produttività del lavoro) 70, ha però finito con l'accettare di fatto dei ritmi di lavoro moderati 71 • Senza dubbio fenomeni di assenteismo si verificano anche in occidente nei momenti di acuta tensione sociale qui però il fenomeno non è eccezionale ma organico e normale e questa normalità si spiega col fatto che il sistema è più vulneraile mancando di quei mezzi di ricatto (minaccia di disoccupazione) o di • integrazione • (salari e consumi più alti) propri del capitalismo. Non solo, ma di recente ( 1958) l'Urss ha adottato una giornata lavorativa che è la piU breve tra quelle adottate dalle altre grandi nazioni Industriali e la ragione di ciò è stata individuata nella tendenza a sosti• tuire una politica di alti consumi e salari con una politica del tempo libero. In altri termini il sistema cerca di tener buona la classe operaia con questi mezzi sostitutivi 72 • Ora, però, in una situazione storica in cui la pro-- duttlvltà cresce si ma in maniera inadeguata, ridurre la giornata lavorativa se risolve (o rimanda) certi problemi ne pone altri gravissimi: non si può infatti sperare di vincere la • coesistenza pacifica • riducendo la giornata lavorativa senza dare una frustata alla produttività. 54 - Rifiuto operaio. dunque. eppure esso non va sopravalutato o mitizzato. I managers hanno un loro progetto politico assai preciso. e cioè la restaurazione del capitalismo, laddove la classe operaia non ha ancora espresso il suo progetto. Ciò non vuol dire che essa sia al seguito dei ma- ~ In questo senso, Invece, V. Kuron e Modzefewsky, op. clt. psg. 77 seg. 10 V. retro cap. I par. 7. Sul livello della produttività sovietica il dato pfu ottimistico che chi scrive conosca è quello di Maddlnson {op. clt. psg. 170) che ritiene essere (nel 1960) la produttività sovietica pari a circa I 3/4 di quella occidentale e pari a clrcB 1/3 di quella Usa. Ora, però, le cifre di Maddinson non tengono conto di un elemento lncalcolablle: la bassa qua/Jt/J della produzione russa, ed Inoltre, considerando Il peso degli Usa In Occidente, lo scarto è comunque nettlssl- ~~nf;: :r~eic~nl;~nt~~::::re~~f,~sl~~it:f:1~t~u~~ r~f~v:::b::,:: le cose In quel campo non vadano bene pur dopo le rilorme del 1965 che, come vedremo, in un primo tempo qualche risultato (congiunturale) hanno avuto (v, .-Quaderni Ceses •, 1970, pag. 248 segg.J. 11 la cosa è stata rilevata da molti scrittori e giornallstl almeno prima del 1965. Dopo, come vedremo. (e questo sarà un portato delle riforme} si cercher/J di stimolare i ritmi di lavoro; è chiaro, però, che ciò urta con una mentalità e delle posizioni di Interesse del lavoratori cui è dlfflclle chiedere di morire (sul lavoro) in nome del prolltto. Molto dell'avvenire de/J'Urss sta nella risposta all'Interrogativo come reaglr/J Il proletariato alla foglca delle riforme? n A tal proposito (l'lmposslb/1/tà di aumentare adeguatamente I consumi) può essere sintomatico Il paragone col Giappone che e. di tutti I paesi avanzati, Il pili austero. Di re• cente, però, I consumi assoluti pro capite In Giappone sono aumentati ad un ritmo plli che triplo che In Urss (v. levi, op. loc. ult. clt.) e nel 1967 il Giappone ha 24 milioni di utenti televisivi (Il 2° posto nel mondo) e molto diffusi sono anche gli altri elettrodomestici (Bai/on op. clt. pag. 230-31), anche per ciò che concerne l'automoblle si nota una ripresa del consumi dopo il 1960 (Incremento degli acquisti del 30-40% annuo v, Bai/on op. clt. pag. 232). Ora, però, Il Giappone dispone di una grossa Industria di beni di consumo (Il 2° posto nel mondo per la produzione di automoblll, televisori e libre sintetiche nel 1967 v. Ballon op. clt. pag. 214) oltre che di un poderoso settore primario. Ouesta Industria produce largamente per /'esportazione, ma la sua presenza garantisce una delle precondizioni necessarie (sia pure non sufficiente) di una di/stazione crescente del con• suml Interni. In Urss Invece Il settore secondario è spsvento- ::;i~t' dr~o~ic!iar~~l~:n~e :,:~~b~:r: r:, ~:p;:r,:~n:,,:;~~ :~ misura adeguata ricorrendo si mercato Internazionale (v. retro C9fJ. I, par. 7). L'Urss a dlllerenza del Giappone o degll altrl paesi cap/tallstlcl non può passare da una politica di auaterlt• sd una di consumi senza lare .saltare le vecchie strutture.
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