la pianificazione russa e a coordinare una forte centralizzazione con una forte iniziativa di base 61 • I recenti successi del piano cinese, ottenuti in una situazione di mstabilità politica, sono noti. Scrive a tal proposito la Robinson: .. Fate in modo che un qualsiasi dirigente di fabbrica inglese si chieda che cosa accadrebbe al volume della produzione se il suo personale volesse veramente aumentare la produzione senza por• re problemi di qualifiche né essere preoccupato da pro• spettlve di disoccupazione in seguito a sovrabbondanza di prodotto e discutesse liberamente con i suoi ingegneri il modo dì ottenere ciò 01bis. Owiamente ciò nel capitalismo è un'utopia, In Cina, come nota la Aobinson. è realtà, e ciò prova che la partecipazione libera cosciente ed integrata delle masse al processo produttivo è la forza (produttiva) assolutamente indispensabile alla edificazione del socialismo. Inoltre le produttività del lavoro e la buona qualità dei prodotti cinesi (relativamente al livello di quella economia) è nota quanto la cattiva dei prodotti russi 62 ed in una fabbrica cinese tipo, dove esiste un elevato grado di politicizzazione e partecipazione delle masse, sarebbe assai difficile per un dirigente produrre chiodi enormi (o ridicolmente piccoli). trattori spropositati, lampadari pesantissimi ecc. òl_ 6 Il potere a livello esecutivo che il piano non • può non lasciare ai managers sui punti in cui è impreciso e lacunoso crea le disfunzioni cui accennavamo: queste disfunzioni esprimono il carattere classista e particolarista del piano burocratico che, rispondendo solo agli interessi di una ristretta classe, non integra I rappresentanti degli altri gruppi sociali i quali si sentono estranei al piano e rispondono all'egoismo di gruppo della burocrazia col loro egoismo. Ciò non vale so1o per i • managers ., ma anche per la classe operaia la quale evidentemente non ha alcun interesse a sacrificarsi sull'altare della burocrazia. 11 rifiuto operaio del sistema, si esprime nella bassa produttività del lavoro, anche dal punto di vista quanti• tativo "· Le statistiche russe su questo punto lasciano molto a desiderare òl (non a caso!). tuttavia anche da esse risulta che Il problema in esame esiste e non è un mistero per nessuno che il piano settennale kruscioviano è in larga misura fallito perché la produttività del lavoro è stata inferiore al previsto. Esaminiamo plU a fondo la questione per vedere sino 52 - a che punto questo fenomeno sia organico o accidentale. Gli elementi della produttività sono due: a) la per• fez ione e la quantità degli strumenti produttivi; b) la qualificazione dell'operaio e la sua partecipazione al fini che la produzione intende realizzare. Per quanto riguarda il primo elemento è cosa nota che in Russia il piano è fondato per un lungo periodo sullo sfruttamento estensivo pili che intensivo della forzari, 1970. V. anche gll ottimi articoli di Us11 Foa-Natoli e di Rossana Rossanda sul numeri 5. 6, 7./J del "Manifesto. (1970); Daubler, Hlstoire de la révolution culturelle prolétarienne, Paris. 1970; Lisa Foa. Tornando da un viaggio in Cina In " Giovane critica • n. 25, pag. 52 segg. Per il periodo anteriore alla presa del potere v. anche Chen, Mao-tse.tung e la rivoluzione cinese, Firenze, 1966. 61 Su ciò v. Bettelhelm ed altri. Il socialismo c/t. pag. 24 segg.; Macclò, op. clt. psg. 88 segg. In part. 6 1bls Roblnson op. ult. cit. pag. 36. 6! Su ciò v. Karol op. loc. ult. cit.; Macclò. op. clt. pag. 90 segg. dove si pone l'accento sul fatto che In Cina dopo il Grande Balzo si è passati da una visione estensiva (quantitativa) ad una intensiva (qualitativa) dello svJluppo economico (e cioè da circa dieci anni). Anche prima, però, le disfunzioni e g/J sprechi qualitativi dei dirigenti borghesi erano stati contestati con /'impiego de/l'Iniziativa delle masse. Il sistema distributivo cinese inoltre cura particolarmente g/1 Interessi del consumatori (su ciò v. Bettelhelm ed altrl op. uh. cit. pag. 31; Roblnson op. ult. cit. pag. 41). 63 V. sull'atmosfera delle fabbriche cinesi Sweezy ed Huberman. Capire la rivoluzlone culturale cit., Roblnson op. uh. clt. pag. 144. " A tal proposito Antonov, op. clt. pag. 64 e 120 segg. Il quale racconta il caso delle ragazze che dovevano scaricare mattoni secondo una norma assurda, slccht§ esse per reallzzare la norma lavoravano in /retta rompendo parecchi mattoni: • Dalle loro azioni - scrive Antonov - traspariva perciò un senso di srlzza: "Ah! Non volete un lavoro come si deve? Volete che si laccia in /retta? Allora eccovi I mattoni e giu a romperlir ... Fenomeni analoghi si verificano anche In altri paesi dell'Est (v. Sarei. La classe operaia nella Germania Est. Torino, 1959, pag. 141 seg.J. Il senso di un simile contegno é chiaro. Devanti ad una norma •esterna. imposta burocraticamente e soggettivistica• mente l'operalo reagisce reallzzando formalmente la "norma• ma In realtà lavorando In larga misura In perdita (I mattoni rotti erano 11,voroperso e dello scaricatore e di chi Il aveva prodotti). 65 V. D'Angelo e Palladlno op. cit. pag. 26 nota 14 che citano una dichiarazione di Nemenclnov che su questo punto nota che le statistiche sono lnsoddls/t,centl e si è Indietro agli altri paesi sul problema de/111produttlvlt/J. Analogamente Mandel (Trattato cft. Il. pag. 327-28 testo e nota) e /'economista sovltttlco prof. Blrman che di recente ha lamentato l'eccesso di lorzs.Javoro fmplegau, nell'Industria ruus.
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