economia capitallstlca (scioperi, lotta di classe) al fine di rovesciare Il rapporto di forze. In entrambi I casi i due contegni hanno un carattere negativo o contestativo nel confronti di coloro I quali hanno la guida effettiva dell'economia ed Il potere economico fondamentale (proprietà). potere che in Urss si esplica attraverso un plano che tende a subordinare rigidamente le Imprese al centro negandone il carattere indipendente. Ma quale è la logica particolare dei managers? Essi, come si è visto, hanno interessi, posizioni e quindi mentalità di tipo particolaristico, Il loro interesse è collegato al successo della loro impresa (anche quando ciò awenga a danno delreconomia complessiva) sicché è chiaro che un ceto sociale di questo tipo vede In una economia capltallstlca di mercato, fondata sulla anarchia concorrenziale di piU capitali a caccia del proprio particolare profitto. Il tipo di economia ideale. Le rlvendlcazionnl. dunque. che i managers porran• no nel 1962 con Llberman (su cui ritorneremo) non sono rivendicazioni di maggiori consumi (come ritengono Ku• ron e Modzelewsky),, ma rivendicazioni di potere e cioè la restaurazione del capitalismo e l'espropriazione della burocrazia. L'alternativa per la burocrazia è semplice: o subire una continua emorragia di valori (la cattiva qualità dei prodotti è In realtà una perdita mascherata di valori) il cui volume cresce con l'Inevitabile complessiflearsl dell'economia sovietica o ripristinare Il mercato. Questa ultima soluzione, senza dubbio, risolverebbe vari problemi: poiché una Industria che costruisse trattori pesanti, chiodi ridicolmente grossi, lampade accecanti. vestiti larghissimi ecc. fallirebbe rapidamente oppure dovrebbe adeguarsi al mercato. Ora, però, li prezzo richiesto alla burocrazia è pesantissimo: l'emarginazione del piano e Il passaggio del potere economico al managers cioè la espropriazione del burocrati e la restaurazione del capltallsmo. Anche qui, però, l'unica soluzione non è Il ritorno ol mercato. Esiste l'altematlva del plano socialista che Integri le alngole unità produttive nell'ambito di una geetlone globale dell'economla fondata sull'interesse e la partecipazione effettiva del lavor■torl. A tal proposito la esperienza cinese il assai Indicativa: In Cina 11 6 riusciti, grazie ed una ampia ed attiva parteclp• zk>ne delle maaae, tondata aull'egualltarlsmo e sul auperamento delle differenze tra lavoro Intellettuale e manuale .o. ad evitare le secche in cui si è impantanata " Op. cit. pag. 78 segg. I due polt,cchl pBrò alludono a/111 eslsrenza di un ,lstema tecnocratico-decent,aliz.zato che essi non definiscono capitalismo e che Identificano con il modello jugoslavo (op. clt. pag. 55 segg.). Ouesto sistema può 10,ge,e dall'Involuzione della rivoluzione operaia come espressione di un • nuovo termidoro •. Il termine parrebbe alludere ad una reazione borghese, ma Ku,on e Modzelewsky pa,t,no di una • •pe· cle di Termidoro. (op. cit. pag. t.U) del/, democrazia operaia. termine con cui Trocld/ ed I troskistl (I due polacchi hanno quella origine) indicano In genere I fenomeni di Involuzione delle rivoluzioni operale (Trockl/ ne parla a proposito dello stalinl1mo). Noo solo ma chiari1cono che il • 1oclaflsmo del diret• tori• 6 una • nuov• forma di sfruttamento del proletariato (e clo6 diversa dal cap1tall1mo e dal sistema buroc11tlco v. op. cit. pag. 142) che essi non chiamano mal capitall1mo {pur ammettendo l'lmporttmza In esso del mercato). Quanto al line della produzione nel aistema • tecnocratico,. esso é ricavabile dalflnteresse di londo della tecnocrazi11che dovrebbe governare Il nuovo 1lstema e cio6 l'aumento del coosuml di lusso (op. cli. pag. 56 1egg.J. A nostro avv/10. Invece. Il modello fugo.slavo implica un vero e proprio ritorno al capllallsmo da cui Il sistema • tecnocratico • non differisce per funzionamento. Inoltre JI I/ne del man,gers non 6 la produzione lunzionallzzata ai loro consumi di luuo. ma la produzione pBr il plusvalore (v. Infra par. 8): I coosuml di lusso non sono che un ril/es,o dell'ascesa sociale del manaQers. me non Il fine primario della produzione. L'Industri, del consumi di lusso 6 destinata a svlluppar1I In un sistemi • tecnocratico,. (leggi capitai/stico) poiché In e,sa la esten1kme del con,uml anche di lusso è di Importanza primaria (v. par. prec.) allo ,copo di trovare nuovi 1bocchl 1ul mercato al plusv,lo,e prodOl.to,senza di che l'Intera macchina 1I bloccherebb6 (v. Marx. Storia delle teorie economiche clt. I, ~~e: 5:,;~!f,~~~e t'd:n:~~ !! r,~~~:rneo d.~~o~::;;:,rs:/':;: sorbire Il plusvalore, fine principale della produzione). st1117nf/ 1:~:!~ruC:.:•~~r~t~l':ff:r!e;.,~: c~7,::: i!'s::~::e:z~ sulla Cina, Collottl.Plschel, la Cina rivoluzlon,rla, Torino, 1968: Snow. l'altra riva del fiume. Torino, 1967; Masi. linee di s1oria ~:~,:~~-Ci 11 ~n èi~;o~:;:,:.u:~~:· ~~:!.~:· J~:e3ig·tJ.::.Y·,J~!: 1958: Sylos L.ablnl op. ult. clt. pag. 204 1eog.: Schlkel, Gr1nde muraglla grande metodo, Bari, 1970: Bettelhelm. Due tipi di accumulazionene • Il ManllHto • n. 5, 1970, pag. 40 segg.: ~~~;,r}: 1,u::!J~f -~ :O:J-/~'·d~~ 1 ~,.r1r,,o~,~one':Je~~~td,'1w~~:; ed Hubermsn (LI rivoluzione culturale e Ceplre la rlvoluzlone culturale): Salv•tl. Rivoluzione culturale e partecipazione poli- !!,crro/,~,; ~:,r:e,t!s!~t!u~:~ot ~,~,~°:' F: ~e~~rj, ~~~i:i: ne culturale In • Ouadernl piacentini• n. 38 pag. 166 segg.; Collottl-Plschel, LI rivoluzione culturale cinese In • Problemi del soclall1mo • n. 38 pag. 3 ,egg.; LI rivoluzione culturale 111'unlverslU1di Pechino, In •Monthly Revlew ", ed. lt. 1969, n. 8-9 pag. t 1egg.; Roblnsoo, la rivoluzione culturale, 8• - 51
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