giovane critica - n. 26 - primavera 1971

pressionante (dal 39,5°'0 al 73,111 o) 4 i è stato compiuto in 33 anni e negli ultimi annni ha assunto dimensioni preoccupanti. Nel '63 era destinato al settore primario circa l'SP'o delle attrezzature industriali e nel periodo 1959-64 il ritmo di sviluppo della produzione di beni di consumo era del 6.6(10contro 10.3°,odel settore primario la cui base di partenza peraltro era molto pill elevata; non solo ma nel 1963 per ogni 14.3 rubli investiti nel settore A ve ne era solo 1.9 investito in quello secondario ed il rapporto del periodo 1958-62 pur essendo in parte diverse danno pur sempre una sperequazione agghiacciante 4J_ E' chiaro che una simile tendenza {che al limite dovrebbe ridurre a zero in pochi decenni la produzione di beni di consumo) ha del patologico. Sebbene, infatti, il si• sterna sovietico non abbia problemi di realizzo del plusvalore (come il sistema capitalistico) è fuori discussione che anche il settore primario può alla lunga svilupparsi solo in collegamento col settore secondario: se si costruiscono macchine per produrre beni di consumo (e anche se non in maniera cosi immediata il legame con la produzione dei beni di consumo c'è sempre o quasi sempre) bisognerà prima o poi produrre tali beni; se ciò non avviene la produzione dei valori d'uso nel settore primario diventa un vero e proprio spreco e cioè diventa produzione dì beni che non verranno utilizzati o saranno sottoutilizzati. D'altro canto alle tensioni economiche si aggiungono anche quelle sociali e politiche. la gente poteva sopportare dei sacrifici degli anni eroici dell'industrializzazione staliniana quando il paese era accerchiato e minacciato. ma dal 1950 circa le cose sono cambiate: la Russia è diventata la seconda potenza del mondo dal punto di vista economico, mentre la vittoria sui nazisti e la rivoluzione cinese del 1949 hanno rotto l'accerchiamento. A ciò si sono aggiunte le vittorie in campo scientifico. In una simile situazione nessuna classe dirigente può chiedere sacrifici a tempo indeterminato ai suoi sfruttatori: in un organismo delicato e vulnerabile come una società industriale avanzata Il sistema repressivo deve integrarsi dialetticamente' alle rìforme ed alle concessioni. altrimenti le tensioni sociali diventano insostenibili. Gli • scioperi del consumatore •. cui prima sì accennava, se non hanno causato crisi di mercato sono stati. però. dei campanelli d'allarme. il segno che le masse non erano pill disposte a sopportare. Gli stessi dirigenti sovietici hanno in varie occasioni mostrato di essere consci del problema: dalla morte di 46 Stalin in poi si può dire che, In continuazione, il consumatore russo ha avuto da loro promesse, poi mantenute ;n misura irrilevante, poiché la produzione dei beni di consumo è aumentata in senso assoluto ma non è aumentata affatto in relazione alla produzione industriale globale come provano i dati forniti sul rapporto tra il settore A e B. All'inizio degli anni 60, dunque, la stretta dei consumi. già delineatasi prima, si propone come problema improcrastinabile. E' possibile risolverlo nell'ambito del quadro collettivo-burocratico? Il problema è stato analizzato in prevalenza unicamente a livello fenomenologico. solo Kuron e Mozelewsky hanno tentato recentemente di andare pill a fondo. La loro analisi è in larga misura condizionata dalla situazione polacca cui essi si riferiscono esplicitamente~. tuttavia In alcuni punti vi è un abbozzo di soluzione generale: • Si tratta - scrivono questi due compagni - quindi, infine, della contraddizione tra il fine di classe della burocrazia - la produzione per la produzione - e interessi di gruppi che assolvono ad una funzione essenziale nella produzione e che tendono a massimizzare il loro consumo. Per un organismo centrale non è possibile decidere su tutto ed è ancora piU difficile controllare e dirigere l'esecuzione di tutte le direttive particolari e di tutti gli indici direzio• nali - non è possibile considerare una azienda da venti angoli visuali • ,s. In altri termini non sarebbe possibile pianificare tutto •~ Vedi Stsnovnlk op. loc. uh. cit. (In Inghilterra invece la percentuale è del 40% circa a quanto riferisce l'autore cit.J. 43 Per questi ultimi dati v. Notkfn. In • Recherches lnternationales. cft. pag. 59-6Q. GII altri dati negli Investimenti sono· 1958, 9,7 contro 1,5; 1959, ft,2 contro 1,8; 1960, 12.4 contro 2: 1961 13,1 contro 1.8: 1962. 13.4 contro 1,8. Ovviamente questo fenomeno determina una spirale lnllazionlstlca. Il fenomeno dell'Jnflszlone. però. non è escfus/vo del capitaflsmo ritrovandosi per cause specifiche diverse anche In aftre epoche (v. Kovaflov. Storia di Roma. Roma 1965. pag. 701 seg.}. Nef capltaflsmo degfi oflgopoll esso è dovuto essenzialmente alla presenza di Intese di cartello (V_ Sylos Lablnl. Economie capitalistiche ed economie planlficate, Bari, 1960, pag. 124 segg.J. Nell'Urss Invece Il fenomeno, notissimo, è dovuto afla penuria di beni di consumo generata dallo scarso svlluppo del settore 8, ciò che è una caratteristica organica del sistema. 44 In particolare I loro rilievi sulla situazione nelle cam. pagne (op. clt. pag. 86 segg.J si riferiscono ad una situazione in cui la collettlvlzzazlone forzata è stata Interrotta (o differenza che In Urss) e In molti altri punti il loro lavoro ho un carattere specificamente .. polscco •. •s Op. ult. clt. pag. 78 e 77.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==