giovane critica - n. 26 - primavera 1971

Industrie) si ponevano In astratto due soluzioni: a) smembrare la proprietà colcosiana restituendola al vecchi proprietari oppure distribuendola agli Junker ed ai coloni tedeschi; b) coÒservare per ora I colcoz e sfruttarli pesantemente per l'approvvigionamento del Aelch. Questa seconda soluzione dové tendenzialmente prevalere per la sua funzlonalità In tempo di guerra 0 : una riforma di quelle proporzioni eseguita nel fragore delle armi avrebbe generato Il caos e fatto cadere il livello delle forze produttive (come si è visto la produttività degli orti è pili alta di quella delle aziende collettive, me lo smembramento di queste In una situazione politico-militare Instabile e confusa poteva essere controproducente sul momento, sicché era giustificata la prudenza del tecnici nazisti che consigliarono di rimandare la dlssoluzlone del colcoz e del savcos), né era consigliabile un massiccio afflusso di coloni tedeschi prima della vittoria definitiva e/o una junkerlzzazione dell'Ucralna che avrebbe certamente creato confusione economica e tensioni sociali gravissime. lo stesso dicasi per Il ritorno del vecchi proprietari (non voluto pare da Hitler) che avrebbe allenato al tedeschi le potenziai! simpatie del contadini (avversi ai bolscevikl) 11• Proprio per questo I nazisti tennero nel confronti delle masse contadine russe un atteggiamento differente rispetto a quello tenuto nel confronti del proletariato (ritenuto Irrecuperabile). Cosi nel febbraio del 1942 venne concessa al colcosiani la proprietà del loro lotto in certa misura Incrementabile (del resto la povertà dei colcosiani e le difficoltà e l'lnslcureua della guerra rendevano dlfflclle ai colcoslani di Incrementare realmente la loro proprietà malgrado la ■ benevola ■ concessione nei nazisti) e ciò allo scopo di profittare del vecchi rancori che dividevano le masse contadine dal potere sovietico 19• In quell'anno poi (1942) si costitui l'armata ucraina collaborazionista (notevolmente numerosa) alcuni reparti della quale vennero a combattere anche In Italia. Peraltro questa politica di relativo • appeasement • non poteva portare al completo smembramento del colcoz (per la caduta delle forze produttive che una simile riforma avrebbe determinato almeno nella confusione del tempo di guerra) n6 alla germanluazlone della proprietà agrlcola (come era avvenuto per le Industrie) perch6 ciò avrebbe allenato al nazisti la simpatia del contadiname che essi Intendevano procacciarsi» per mollarli a vittoria conseguita. In ciò, dunque. e non In uno strano, parziale e con• traddlttorlo collettivismo burocratico del nazisti è la spiegazlone del mantenimento sostanziale della struttura colcosiana. Quanto al fascismo italiano ci limitiamo a rinviare agli studi di Guérln, Mira. Salvatorelll, Rossi e Salvemini, i quali hanno largamente provato l'esistenza di legami organici tra fascismo e gran capitale, anche nella fase delle • riforme • demagogiche di Salò. Per quanto concerne. Invece, Il New Oeal. l'unico argomento di Burnham e Rizzi sembra essere l'avversione dei singoli capitallsti alla politica di Roosevelt (che, però, era uno di loro). Ora, non è certo la prima volta nella storia che I gruppi pili dinamici (ancorché minoritari} di una classe si impon• gono alla maggioranza di essa soprattutto quando la maggioranza In questione non ha alcuna alternativa politica 11 Su ciò v. Broué, Storia del partito comunista dell'Urss, Mll,no, r966, pag. 496, Il quale rller/tce che QII esperti ger• manici avevano consigliato di rimandare /e privatizzazione delle teue •I dopo-guerra proprio perch, una simile 1oluzlone 1vrebbe determfnato In quel momento una c«luta dttlle forze produttive e compromes.so l'approvvlgl011amenro dttl Reich. C'era poi Il problema di conquistarsi le masse contadine (v. tra breve nel testo), li che mise I nazisti In una posizione nella quale dovev•no contemperare Interessi dlver1/,siml " Il piano per privatizzare la terra esisteva da tempo ma es,a non dovevi essere restituita al vecchi proprlet11ri non avendo Interesse I tedeschi a restaurarne Il potere (v. Broué op. clt. P'V.: 494-5): la 1oluzlone llnale era quella di lare della Ruula un India della Germania 1ubordinandol• del rutto M capitale ed agli lntttreu/ tedHchl. " Su ciò v. Broué op. ult. cit. pag. 497. Le rUorme nazl&te, te però non Intaccarono In profondltlJ Il slltoma cooperativo (che venne ribattezzato proprietà comunale) che In realtà rimaH. mo,trano tuttavia una tendenza Ml• privatizzazione delle c,m- ,,.one (cosi 8,oo, op. loc. ult. clt.J che si doveva realizzare pienamente (nttl plani nazisti) dopo la guerra. JO La poi/I/ca del na1/stl, tuttavia, falli: le loro riforme non potevano esnre che molto limitate ed esprimere una tendttnz.a che 1I 11,ebbtt ,eatlzzata dopo I, guerra, Inoltre le prime .sconllrre tede,che dovettero .sfHngere I colcozlanl ad una certa prudenza verso un lnvaaore Il quale, peraltro, taglieggiava le cooperative In maniera pesantissima (fe esigenze di approvvlglon,mento de/11 Germania) 1I da lar rimpiangere evidentemente il regime 1111/niano.A ci<, contrlbutv• la mentMltà che il nszismo aveva Inculcato nel 1uoi Mlepf/ In ,o anni di propaganda (lo 1/avo è un 1ottouomo, i una dttlle tesi principe del Melnkampf) e soprattvtto /'esigenza di approvvigionare la Germanla, divenuta un Immenso c,mpo di lavoro forzato. In una simile situazione la politica nazista stretta tra tJSI• genze obbiettive contraddittorie (conquistarsi I cont«llnl e tenere In piedi In Ucraina un sistema di lerroo 1/rurramento • pro-German/11•l naulrag<) e ne/ co,10 del 1943 I rapporti con I collaborazlonlsrl si lece,o tesi (v, Broué op. clt. pag, 498 SeOfl.). - 41

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