giovane critica - n. 26 - primavera 1971

Col 1965, infatti. la situazione è stata in certa mi• sura (ma solo in certa misura) modificata poiché adesso le imprese hanno il diritto di rifiutare le forniture inutili o eccedenti. dàndone un preavviso di dieci giorni (all'im• presa fornitrice) e di rifiutarle allorché non ne abbiano plU bisogno per realizzare Il plano. In alcuni casi, poi, le imprese possono modificare le condizioni del contratti (quando ciò non impedisca di realizzare il plano) e vendere liberamente i prodotti che il plano non si è riservato di destinare 1 ". Le innovazioni, però, non vanno sopravalutate poiché Il plano conserva, a livello economico, una posizione dominante che neanche la nuova riforma gli nega, come avremo occasione di ribadire •tt: inoltre molte delle inno• vazioni sono state, nella pratica. disattese per il ritorno 9ffensivo del burocrati espresso clamorosamente nei fatti di Cecoslovacchia 150, Nel corso di questo paragrafo abbiamo dovuto anticipare una parte delle conclusioni cui arri\leremo, sulla base di una discussione pili articolata, in relazione alle riforme del 1965 ed alle forze sociali che le hanno Imposte. Questa parziale anticipazione era, però, necessaria per ribadire il carattere statale della proprietà sovietica contro quelle tendenze che mirano a limitarlo: queste tendenze non sono certo mere fumisterie giuridiche, ma rispondono ad una realtà sociale ben precisa (la presenza di forze che cercano di ripristinare la autonomia delle imprese ed il mercato ai danni del plano) che, però, allo stato attuale. e senza dubbio fino alle riforme del 1965, esprìmevano so• lo la presenza di elementi di opposizione al potere burocratico, I quali, non avendo ancora una forza che permet• tesse loro di affrontare la burocrazia in campo aperto, cercavano di corrodere il potere del piano e della proprie• tà burocratica anche con un sottile lavorio di interpretazione della legge. cosa che, peraltro, non ha impedito allo stato di • far da padrone • imponendo alle imprese le proprie direttive in maniera del tutto autoritaria, malgrado le tesi sul diritto amministrativo di impresa. 12 Ouanto scritto esclude che si possa parlare di • un sistema capitalistico in Urss nel periodo che va dal 1928-29 al 1965. E' tuttavia indubbio che l'Urss presenti alcune analogie col capitalismo ed in par• ticolore la presenza, come elemento dominante, del mec• canlsmo della riproduzione allargata che qui, però, non opera attraverso le leggi del mercato e della produzione per II plusvalore proprie del capitalismo: slamo cioè In presenza di una riproduzione allargata di valori d·uso e non di scambio, in ciò addirittura il regime sovietico presenta dculi elementi di rassomiglianza col socialismo {cosi come lo ipotizza Marx) dove pure vi è riproduzione al• largata di valori d'uso 15 1 • Il sistema, però, non può definirsi socialista per la pre• senza dello sfruttamento (e cioè di una classe dominante che si appropria del pluslavoro altrui) e per la estranea• zione dei lavoratori dalrapparato produttivo. la società sovietica inoltre presenta anche delle ana• logie superficiali col feudalesimo e cioè la fusione del potere pubblico e della proprietà: il feudalesimo tuttavia. era un tipo di società agricola fondata in prevalenza sullo autoconsumo {in essa la riproduzione allargata aveva un carattere solo occasionale) ed a carattere fortemente • atomizzato • nel senso che ogni feudo era un piccolo per ciò che concerne la stipula dei contratti tra di loro era quasi nulla (anche se in altri campi esse oveva un certo ,I/levo sia pure subordinatamente al plano come si è visto} il Jo/Je (noto giurista sovietico} scrive in proposito commentando le innovazioni della riforma: • Sino o poco tempo fa. questo rapporto [tra plano e autonomia dc/l'impresa. per ciò che riguardava i contatti contrattuali con le altre . A. Carlo] si determinava fissando prioritariamente la direttiva del plano e stipulando. In se• guito e subordinatamente. contratti economici a schema fisso e non mcx/lflcabile ~ (in Novozhilov e Strumilin op. clt. pag. t t8}. E' chiaro che sim/11 contrDttl non erano altro che atti di esecuzione amministrativa (ben diversi dal contraUI delle imprese ocldentall} di ordini del pieno. Sulle modifiche del 1965v. tra breve nel testo. 141 Su ciò v. Rossi, Atti del convegno cit. pag. 82 segg. 1* V. Infra Cap. lii, par. 2 e 4. Oui ci limitiamo a notare che li plano destina direttamente, anche dopo la riforma del 1965, qualcosa come 20 000 prodotti scarsi o vitali. per I prodotti secondari le imprese possono provvedere attraverso con• tratti tra di loro; attualmente vi è una rete di 120 magazzini che distribuisce 620 prcxlottl di libera contrattazione (V. Loeber. Atti del convegno, clt. pag. 65): il paragone del numeri (oltre alflmporltanza vitale del prcx/otti distribuiti dallo stato) si impone da sé. uo V. infra cap. lii pa,. 4 e s. nonché Slcco op. cit. 1s1 V. Mane Il Capitale Il. pag. 487 che parla dello riproduzione allargata nella soclet/J soclallsta. riproduzione che per I londstorl del materlsllsmo storico era. come è noto. di valori d'uso. SI è visto anche che per noi nel settore secondario defl'Urss prevale relemento valore d'uso su quello di scambio In senso contrarlo v. Stalln, Problemi clt. pag. 10 seguito dal troskista Mandel (Trattato c/t. Il pag. 297). Essi dimenticano che lo scambio ed Il valore di scambio assumono un rilievo ben diverso dalle economltt mercantili e sono subordinati si plono ed alla produzione di valori d'uso (v. retro par. 6} e che vi può essere merce solo dove Il prcxlotto è l'opera di unitB economiche indipendenti come notovo Marx (Scritti Inediti clt. pag. 145 segg.J. - 37

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