holding occidentale nei confronti degli azionisti 1~•: egli ha solo un potere delegato da esercitare nell'Interesse del proprietario (che nella specie è lo stato sovietico. mentre nel caso precedente sono gll azionisti) e non nell'interesse proprio o dell'Impresa. Naturalmente ciò non contrasta con Il carattere diverso delle due società: la delega esecutiva esiste In varie forme In tutte le società antagonisti• che: nella specie la delega si inquadra In Urss nell'ambito di un'economia di piano che è globalmente diretta (In Occidente il direttore di una filiale dipende da un'impresa che è solo una delle unità produttive opcrMtl sul mercato per il profitto). Da questo punto di vista la situazione dell'economia sovietica fino al 1965 non cl consente di parlare di diritto autonomo dell'impresa: in un sistema In cui gli Investi• menti. l'occupazione, I salari, la ripartizione dei redditi. la quantità e la qualità del beni da produrre ecc .. sono decisi dallo stato attraverso Il piano. non è assolutamente il caso di parlare di un diritto dell'impresa sul propri beni contrapposto a quello dello stato. il quale. tra l'altro. è libero di fondere. smembrare. chiudere. ridimensionare ccc. le singole imprese. Nessun sistema, quindi, di doppia proprietà o di dop- :-,ia titolarità (dello stato o dell'impresa). ma una sola proprietà (quella dello stato) mentre i poteri dell'Impresa (e cioè del direttore. non contando nulla la classe operala nel sistema sovietico) si configurano come poteri di gestione esecutiva {nell'ambito del piano). Ora, però. 11 dibattito che si sviluppa tra i giuristi sovietici ha un profondo significato. non tanto per le sue implicazioni giuridiche quanto per Il suo significato sociale. poiché esso testimonia la presenza di tendenze. Hn dalla epoca di Stalin, che miravano a corrodere dall'interno la proprietà statale a vantaggio della autonomia delle imprese 144 • Su questo punto avremo occasione di tornare tuttavia il lettore, conosce senza dubbio. almeno per som~ mi capi, il dibattito esploso In Russia nel 1962 tra gli economisti, molti dei quali tendevano chiaramente a spostare l'asse dell'economla dal piano alle Imprese. Mentre prima si diceva: • ciò 'che va bene al plano deve andar bene per l'Impresa • adesso si cerca di rovesciare completamente l'impostazione prlvlleglando l'autonomia aziendale"'· Ouesto discorso economico trova Il suo riscontro giu• ridico nelle tesi del Venedlktov e della sua scuola che cercano di tutelare ed ampliare i diritti delle Imprese nei confronti del plano. Il collegamento tra le due posizioni è 36 - evidente anche dal punto di vista cronologico: Il riconoscimento formale del diritto amministrativo di Impresa è del 1961. la polemica di Llberman e soci si scatena nel 1962. Non deve credersi. però, che nel 1961 Il riconoscimento a livello giuridico del diritto delle Imprese alla gostiono amministrativa dei loro beni. abbia mutato nella sostanza le cose poiché questo • diritto • veniva definito dalla legge sovietica come Il potere di utilizzare I beni della Impresa • secondo l'oggetto della loro attività. I compiti loro assegnati dal piano e la destinazione dei beni • 1*. E' evidente che una simile definizione giuridica non riconosce alcun Interesse autonomo all'Impresa indipen• dentemente dal plano. essa cioè deve usare i • propri • beni secondo l'attività ed I fini cho il piano le assegna: rifacendoci a quanto detto in precedenza siamo in presenza di un patere di gestione delegato, nell'Interesse del plano (stato) e non di un diritto autonomo. E' chiaro, tuttavia. che questa concessione formale fu un contentino dato ai teorici dell'autonomia aziendale ed un riconoscimento della loro forza politica, che poi verrà confermata dalle riforme giuridico-economiche, ben piU ampie. del 1965-66 nell'Industria e nell'agricoltura 141• "" Il nostro .sistema riconosce ad e.s la ligura delflnstirore che dirige Il ramo di una Impresa ed una sua sede con poteri notevoli solo che tali poteri gli sono concessi nell'interesse dell'lmprendltoro cui /"institore è subordinato. analoq11menteavviene nel rapporr/ impresa-stato In Urss con la dillerenza che qui il rapporto di delega .si Inserisce in una economia di piano e non di mercato ed è. quindi. lunzlo~le ad altri lini 1 " Su ciò v. Ge.schenluon, op. loc. ult clt Ciò risulta tra foftro dalla polemica di Stalin (Problemi cit. pa9. 21 seg. e 35 seg J con Notkln, Sanina e WenJer che tendevano a da,e plU spazio al mercato lncontrBndo la dls11pprov11z/onedi Stalin. 145 Su clo v. Infra CAp lii par. 2. ,-. V. Szermal In Atti del convegno di Tremeuo, c,t. pag 35 A tal prOPoslto sono emerse al convegno posizioni lnteres• santi che confermano la nostra tesi. Cosi Il prof. Stalev (bulgaro} sostiene· • /'amministrazione operativa 6 piU una funzione che un ordinarlo diritto reale dell'lmpres, di stato. (Atti del convegno clt. pag. 41 segg.} Ora, come ognuno sa. una cosa è avere un diritto proprio e ben altra è eve,e un funzione ammfnfstrBtiva. Il prof. Szermol (op. ult. clt. pag. 34) ouerva che la questione in sé ha molto nomlnellulO e che egfl dubita cho si avrebbe un reale camblemento chiamando quello che le Imprese hanno diritto o lunzlOne, con il che si vuol dire. cl sembra, che I• questione non t fJIUrldlcBma di rapporto (di Ione} r,a stato ed Imprese. duo 1 ~1~~~:- (~~7,~s~iat~";,"de11: 11 ,~:~~~~~ 1::: t!s1 1 ::r~U:;~t~ psicologiche, Il che è di une frlebllltà estrema e prove ulteriormente Il ~r•ttere lmpalpeblle del diritto che si pretende di •rtrlbulre alle Imprese 147 Prima delle riforme del 1965 l'autonomia delle imprese
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