santi metodi amministrativi, sicché l'interesse finisce con l'essere un incentivo al deposito per la direzione della impresa e del colcoz; lo stato. però, • pagando • l'interesse alle sue imprese non fa che redistribuire la ricchezza nell'ambito della sua proprietà. Analogo discorso vale per l'Interesse che lo stato riceve dal colcoz ( 1,75% fino al 1961. 0,75% dopo, le percentuali sono del 2 ed 1 % per I crediti di esercizio) per i suoi crediti; si tratta cioè di un mezzo di prelievo dello stato su una impresa che al di là delle apparenze formali è già sua per quanto si è scritto in precedenza (il tasso. poi. è mite ma l'agricoltura è tartassatissima già per altri versi}. Parallelamente a ciò (al fatto che Interesse e credito sono inquadrati In un'economia a carattere non capitali• stico-mercantile) le banche si presentano con una fun• zione e dei compiti ben diversi da quelli delle banche occidentali. Esse rastrellano i fondi in maniera in parte diversa (li reperiscono dalle tasse e dal bilancio statale e solo in parte dal risparmio) ma sopratutto si configu• rana come enti amministrativi e non speculativo.mercantili. I finanziamenti awengono su ordine del piano e non sulla base degli stimoli del mercato e per fini speculativi e la banca è, altresi, un organo di controllo (contabile e pro• duttivo) sulle Imprese statali. 11 Abbiamo più volte asserito, in precedenza che i • beni delle imprese sovietiche sono proprietà dello stato. Ora, però, c'è da verificare ulteriormente questo asserto alla luce del dibattiti anche recenti che hanno interessato la dottrina giuridica dell'Est europeo 1J9. Innanzi tutto nessuno nega che in Russia e nei paesi dell'Est (Jugoslavia esclusa) vi sia una reale proprietà dello stato sul beni delle Imprese statali (tra cui rientrano, per noi, anche i colcoz): tuttavia già all'epoca di Stalln un giurista sovietico, il Venediktov, coniò il termine ed il concetto di • diritto di amministrazione operativa• per indicare un diritto autonomo delle imprese sul beni ad essi affidati 140• E' bene precisare qui, per il lettore che non abbia dimestichezza con la terminologia giuridica, che Il termine • diritto • nel suo significato usuale indica un potere o una facoltà concessa per realizzare un proprio Interesse autonomo ed Indipendente; è chiaro perciò che una simile concezione (per quanto espressa con una cautela notevole) tendeva obbiettivamente a tutelare gli interessi dell'im• presa nel confronti dello Stato-padrone e del piano 141 • Se poi col termine di • diritto di gestione operativa • si voleva indicare solo il potere di disporre dei beni della impresa nei limiti del piano e del suoi fini. allora si sarebbe dovuto parlare di un potere di gestione nell'interesse superiore dello stato concesso per realizzare i fini del piano. In effetti lo stato, pur mantenendo un rigido controllo dell'apparato produttivo non poteva stabilire tutti i detta• gli a priori (come vedremo); una certa autonomia doveva perciò essere lasciata ai dirigenti delle imprese anche se nell'ambito delle direttive di fondo (vincolanti) decise centralmente. Una simile autonomia di esecuzione, per quanto nei limiti che si è detto, esisteva anche nell'epoca staliniana 141; ciò, tuttavia, non contrasta con quanto soste· nuto in precedenza sulla proprietà appartenente alla bu• rocrazia e sul carattere del piano che procede dall'alto in basso. In effetti anche nella società capitalistica le direzioni delle grandi società per azioni non possono sta• billre nei dettagli tutto ciò che le singole filiali ed i rami delle imprese debbono fare. per cui, una volta operate le scelte di fondo, viene lasciata una certa autonomia esecu• tiva ai funzionari che dirigono le filiali, che quasi sempre non sono soci dell'impresa. Chi tuttavia dirige. nelle gran• di linee, l'attività economica, stabilendo la destinazione delle risorse. i poteri dei dirigenti delle filiali. la loro nomina e la loro revoca, è la società (e cioè gli azionisti• capitalisti). il dirigente della filiale non ha che un potere delegato e riflesso che egli deve esercitare nell'interesse della società e nell'ambito della politica economica da essa decisa. Sotto questo aspetto particolare la situazione del dirigente sovietico in confronto al plano è in certa misura analoga a quella del dirigente di una filiale di una grande U? Cl rllerl8mo In particol8re al convegno di Tremezzo sul Lago di Como (1968} che d/J un'Idea abbastanza chiara di quelli che sono stati I dibattiti del giuristi sovietici o dell'Est euro.. peo su questo punto; gli atti del convegno (cui hanno partecip8to moltissimi giuristi dell'Est} sono stati pubbllcatl nella Rivista di diritto commerciale 1969, I, pag. 19 segg e t 16 segg. uo V. Venediktov, La proprietà soclallsta dello Stato. To.. rino, 1953, Per un'ampia panoramica sulle tesi giuridiche russe In tem8 di diritto dell'economia v. Cerronl, Il pensiero giuridico sovietico, Roma. 1969, pag, 219 segg.; V/Ilari, Le forme organizzative nel diritto sovietico. Milano, 1964, pag. 22 segg.; Crespl,Reghiz• zl. l'impresti nel dlrit'lo sovietico, Padova, 1969, p8g. 224 segg. 141 Ben lo ha capito l'ungherese Prof. E6rsl (v. Atti del con• vegno di Tremezzo. cit. pag. 49). 142 Su ciò v. Geschenkron op. clt. pag. 290 segg.; Ronsthain op. clt. pag. 104 segg. che allude all'Importanza del cd. fondo del direttore {spesso Il 20% e pili del •profitti,, defl'szfends). - 35
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