9 Una delle caratteristiche storico-sovrastrutturali • del capitalismo notata da Marx è la distinzione dialettica di vita politica ed economica. di citoyen e bourgeols, di stato e struttura economica 111 • Evidentemente esiste un rapporto dialettico politicaeconomia e l'intervento dello stato nell'economia è una delle caratteristiche costanti di tutto lo sviluppo capitalistico 112• anche se nell'ultimo periodo esso si è accentuato. La ragione di questa distinzione {inesistente in Urss. dove invece vi è la fusione del potere politico e della economia) risiede nel carattere particolare della proprietà capitalistica e nella sua natura anarchico-concorrenziale. In altri termini il singolo capitalista o il grande mana• ger di un monopolio agisce tra le mura della sua impresa {grande o piccola che sia) e mira al suo particolare Interesse in lotta con gli altri capitalisti o in conflitto con gli altri rami dell'economia m. Ora è chiaro che un simile sistema richiede la presenza di un organo di mediazione dei conflitti Interni alla classe capitalistica: quest'organo è lo stato. Ovviamente con ciò non si afferma che lo stato borghese svolge una funzione interclassista anzi, al contrario. lo stato. mediando antagonismi particolari tra capitalisti e gruppi di capitalisti, permette al sistema, complessivamente considerato, di vivere e di svilupparsi riproponendo a livello piU alto la sua anarchia e le sue contraddizioni: in questo senso lo stato svolge una funzione essenziale per il capitalismo. per la sua conservazione ed il suo sviluppo, pertanto la funzione dello stato è classista per eccellenza. D'altro canto lo stato non può eliminare l'anarchia, poiché ciò richiederebbe che i capitalisti agissero non per fini di profitto ma per l'interesse collettivo e quindi in maniera coordinata (pianificata): ciò ovviamente è im• possibile poiché richiederebbe che lo stato e la classe borghese andassero contro la loro natura. Ciò che. però, lo stato può fare è quello di mitigare certi effetti della anarchia ed incanalarla in forme che non mandino In pezzi mercato e società: a questo ha sempre teso l'intervento dello stato capitalista {sia a livello economico che giurldico-polltlco) a creare. cioè. una forma nella quale potesse dispiegarsi l'anarchia del capitale. Un esempio. forse, chiarirà questo concetto: Marx riferisce il caso rivelatore della petizione Inviata da un gruppo di Industriali dello Straffordshlre al parlamento Inglese 114 • Gli industriali {si era nel periodo della legge 28 - delle 10 ore} riferivano che lo sviluppo senza limiti della giornata lavorativa che aveva raggiunto punte bestiai! di 16 ore metteva In discussione l'esistenza stessa del capitalismo poiché la sua base (la classe operaia) si stava esaurendo nel senso fisico-letterale del termine. Occorreva dunque una limitazione legale della giornata lavorativa, altrimenti il sistema sarebbe crollato per esaurimento fisico degli operai o saltato (per una rivoluzione degli stessi). Quanto a loro gli industriali notavano che una riduzione unilaterale del lavoro nelle loro Imprese non avrebbe risolto nulla {evidentemente perché in questo modo si sarebbe ottenuto solo una riduzione del loro profitti ed un presumiblle fallimento); occorreva, perciò, l'intervento politico-legislativo dello stato. Come si sa lo stato intervenne e salvò il sistema contro la volontà della maggior parte dei capitalisti (la legge delle 10 ore) m; così agendo il parlamento inglese colpi gli Interessi a breve termine del capitalisti a vantaggio di quelli a lungo termine e li costrinse a razionalizzare e modernizzare lo sfruttamento mirando plU al plusvalore relativo che a quello assoluto {utilizzazlone intensiva della forza-lavoro). lo stato cioè agi come • coscienza collettiva del capitale • imponendosi anche al singoli capitalisti che erano spinti dalla concorrenza a privilegiare I loro Interessi a breve termine 116• 111 Su ciò v. Marx. Scritti politici giovanili. Torino. 195(), pag. 377 segg. (si tratta della celebre Questione ebralca). Ouesto tema é stato largamente ripreso da Della Volpe e dalla sua scuola (V. Della Volpe, Umanesimo positivo ed emancipazione marxista. MIiano. 1964, pag. 35 segg.; Id. la libertà comunista. Roma, 1969. pag. 25 segg.). Ovviamente questa distinzione non va Intesa come separazione poiché /e Interferenze sono notevolissime, come vedremo tra breve nel testo. 111 V. ad es. Sweezy, Teoria dello svUuppo clt. pag. 307 segg. 111 V. Sweezy. Teoria dello sviluppo, cit. pag. 307. 114 V. MarK, Il Capitale I cft. psg. 306 testo e nota '14. rn In varie occasioni si è detto che la legge delle to ore era stata essenzialmente una rivalsa del Tor/es contro I Wighs oppure che essa era una vittoria deflo classe operaia (v. ad es. Marx, Indirizzo Inaugurale e statuti provvisori delrlnternazlonale In Marx-Engels, Opere scelte clt. pag. 759). Questi elementi fu. rono senza dubbio presenti nella genesi della legge ma se si rilegge Il brano di Marx clt. alla nota t t4 e se si tiene conto di quello che fu Il significato obbiettivo (di funzlonallzzazlone del sistema) che la legge ebbe é chiaro che la nostra interpretazione resta valida. Anche qui come In altri casi. una vittoria operala non seguita da uno sviluppo rivoluzionario mo. dernlzzò Il sistema nel senso voluto dagli Imprenditori illuminati dello Strallordsh/re. 111 • E cioè lo Stato agi per salvare le condizioni necessarie allo sviluppo della produzione per lf profitto.
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