trastoto ed, ove non soccorra la forza politica (come è avvenuto nelle colonie del paesi capilalisllci). occorre che Il volume dei traffici col mercato capitalistico abbia raggiunto un tàle peso da costringere l'economia non capitalistica ad adeguarsi alle leggi del capitale*· Ora ciò In Russia non è avvenuto fino al 1965 (anno delle riforme Kossighln); dopo le categorie mercantili hanno assunto un certo rilievo (sempre però subordina• tamente al plano). ma Il fenomeno era dovuto essenzialmente a cause endogene (la pressione di contraddizioni interne) ed In misura ridotta all'operare delle leggi del mercato mondlale capitalistico (su ciò. naturalmente, ritor· neremo plU avanti). Né le cose potevano andare diversamente poiché negli anni considerati da Bordlga (1946-61) il tenore ponderale del commercio con l'estero, se aumentò In misura rilevante dal punto di viste assoluto !Ol, rimase però cosa del tutto modesta dal punto di vista relatlvo In rapporto cioè alla produzione russa globale 110• Ciò che In questa sede volevamo chiarire (e speriamo di esserci riusciti) è questo: le categorie del sistema capitalistico sono estranee all'Urss prima del 1965 (almeno come categorie dominanti), dopo esse ricompaiono in maggior misura {e ne vedremo il perché) per quanto subordinate al piano e non ancora dominanti (per adesso). Su un plano analogo a quello di Bordiga si muove, per quanto con assai maggiore finezza di analisi, Bettelhelm. Oul cl limiteremo a notare come non sia per nulla probante sostenere che l'alienazione dello stato sovietico dalle grandi masse sia la riprova che esso costituisca un apparato di potere In mano ad una nuova bor• ghesla di stato 1 • bis. Una simile estraneazione esiste senza dubbio alcuno ma essa è solo la riprova del carattere antagonistico-classista (non necessariamente capltallstlco) dell'Urss: come vedremo, Infatti, Il rapporto stato-società si articola In Russia in maniera ben differente che in occidente e, comunque, l'economia sovietica non presenta I caratteri dell'economia capltallstlca; se, dunque. c'à sfruttamen• to In Urss (come non cl par dubbio) esso va inquadrato in un nuovo modello diverso da quello capltallstico. Quanto poi all'asserzione del marxista francese secondo cui la burocrazia non può che essere strumento di altre cinsi à appena Il caso di notare come essa si fondi solo sull'esperienza occidentale che, certo, non può definirsi universale. Nulla vieta, cioè, di Ipotizzare una situazione In cui la burocrazia al • autonomiul • e si impossessi dell'apparato 1>ro<luttivo traslo,mandos, m classe (la nostra analisi tende a provare proprio ques10J ossu• mendo una fisionomia ben diversa da quella della buro• crazla occidentale. Forse a questo punto bisognerebbe per chiarezza coniare un nuovo termine per indicare la nuova realtà; Il problema però non è tanto di • lettere dell'alfabeto • ma di contenuti, ed è indubbio che, se la burocrazia sovietica. trasformatasi in una nuova classe che cumula nelle sue mani il potere politico e quello economico. opera secondo una loglca e secondo rapporti di produzione suoi propri, diversi da quelli capitalistici, sarà assurdo parlare di borghesia di stato poiché questo termine rimanda al capitalismo. 101 Senza dubbio il mercato mondiale tende ad inglobare tutto (v. infra cap. lii par. , dove si parla del problemo) e la cosa era stata ben compresa dal russi (v. Preobrazensky, La nouvelle économlque, cit. pag. 219 segg.; Bafkov, op. cll. pog. 124 segg.J che si comportarono con estrema circospezione (v. nota seg.J: ora però. come si diceva. questa lotta tra due si• .steml economici fJ(JÒ IW'lenlre In un periodo di tempo piuttosto lungo (ove non Intervenga la violenza) ed un ce,to (r,st,etto) scambio col mercato mondiate ne riduce di molto la capacitò cond/zlonatrlce nel confronti delle economie non capitalistiche. klf Salvo un breve periodo nel 1930-31 ìn cui I russi. profittando delle enormi dillicoltj dei paesi capitalistici (che Impedivano un reale condizionamento della loro econom,a) aumentarono In certa misura I loro scambi (che però non ebbero mai gro,se dimensioni} polch6 conglunturalmente la grande crisi Ieee lare loro qualche buon altare (per la sete di comprato,i): v. su ciò Balkov, op. cli. pag . .f08 segg. Dal 1932 al t9"6 gll scambi decrescono progressivamente (Bordiga. L'é<:onomie clt. {nlg. 183). Dopo essi aumentano In maniera notevole lino al 1961 (Bordlga op. loc. ult. cli. I cui dstl si fermano al '61), tuttavia Il tenore ponderale di essi In relazione al Pnl ruuo è modesto: t0,6 miliardi di rubli nel 61 (anno-tetto di quel/I considerati da Bordlga) contro una produzione Industria/e di 160 mllla:: 1 s~::':n~: 1r1 ~ e ;:r,:r::~~!1~:is,::~ ~1 l~ del Pnl; un tenore ponderale modestlnlmo. Dopo il 1961 il commercio estero russo aumenta in termini quantltathti (v. Jalée lmi>'rlallsme en 1970 pag. 177) ma nel frattempo anche il Pnl he un notevole eumento (del 71% dal 1960 al 1968 secondo I dati della agenzia sovietica Novostl) sicché non c'è alcun mutamento veramente sostanzia/e o • 1petracolaro • per ciò che cl Interessa. negli anni anterlo,i alle riforme del 1965. Anche Messo la Ru&ala appare un paese •autarchico•, pur tuttavia sono emersi alcuni fatti che possono far pensare a futuri rovesciamenti di tendenza, di ciò però II suo tempo (v. cap. lii. par. 4) polchll noi cl occup/emo qui di quelle che era la situa• zlone prima del 1965. llt V. ret,o nota proc. 110bls V. g/1 ertlcoll di Bettelhelm In Bettelhelm e Sweezy. Lettres sur quelques problèmes actuols du soclollsme, Parls. 1910. - 27
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==