è rappresentalo dalle esigenze dello riproduzione all3r• Q3ta. Tuttavia questa riproduzione non ~ riproduzione di va• lorl di scambiò e di plùsvalore fondata sul mercato (come In occidente). ma riproduzione di valori d'uso (almeno in misura nettamente prevalente, cosa che avviene con Il costante prlvllegiamento del beni del settore primario (beni di lnvestimentoi prlvllegiamento che non è solo quantitativo (rispetto all'occidente) ma che implica (come si vedrà parlando delle contraddizioni del sistema) questa particolarità: in Occidente superata la fase eroica del de· collo lo sviluppo del settore secondario (beni di consumo) promuove quello del settore primario (soprattutto nell'at• tuale fase di sviluppo produttivo); in Urss, Invece, lo svi• luppo del settore secondario è una palla al piede per il settore del beni di Investimento: l'Ideale, non certo rea• llllabile. per il piano russo. sarebbe addirittura la sop. pressione del settore secondario, ed a suo tempo ne vedremo il perché. Data questa premessa ne consegue che 11 limite massimo di oscillazione del salarlo sovietico è assai piU basso di quello del paesi di capitalismo avanza• to (come del resto è rilevabile a livello fenomenologico) poiché salari reali piU alti implicherebbero una maggiore produzione di beni di consumo che in Urss è, invece, assai piU compressa. Quale sia il termine medio che si stabilisce tra questi due punti di oscillazione. è cosa che a priori non può dirsi e che dovrebbe essere analizzata sulla base delle variabili congiunturali (politiche ed eco-- nomlche) del momento. Teoricamente Il sistema potrebbe dilatare I consumi ed I salari reali, portandoli ad un livello occidentale attra• verso il commercio estero (vendita di beni di Investimento contro beni di consumo), ma qui si oppongono due cause che hanno senza dubbio operato se è vero (come ribadiremo) che Il commercio estero russo ha avuto prima del 1965 un rilievo abbastanza modesto rispetto alla economia nel suo complesso. Queste cause sono: a) il giusto timore del sovietici di integrarsi strettamente nel mercato mondiale Imperialistico subendone Il condizionamento eco-- nomlco e politico; b) I beni di Investimento ed In genere la produzione sovietica sono di qualità inferiore a quella occidentale (a suo tempo ne vedr4'mo la spiegazione) e spesso veramente pessima. sicché In questo campo la lndu1tria sovietica non regge la concorrenza e non produce beni appetibili. Cl sono è vero le materie prime di cui l'Urss è dotata ma esse servono In larga misura all'lndu• s1ria loc3le ed hanno. spesso. un "lievo s1ra1eglco-m1l11are. il che ovviamente lim,1a gli scambi. A questo punto, chiarito che il salario sovietico non è una categoria mercantile capitalistica. si pone un proble• ma non solo terminologico. Possiamo parlare, in relazione al proletariato russo di operai in senso marxiano? Per Marx gli operai producono plusprodotto nella forma specifica del plusvalore e la loro forza.lavoro assume la forma di una merce"· per l'operalo sovietico queste cose fondamentalissime non avvengono (egli produce prusprodotto e non plusvalore né vi è uno scambio mercantile o un rapporto salariale in senso tee• nico tra l'operaio e lo Stato). Da un punto di vista stret• tamente termlnologico bisognerebbe usare un termine nuovo. le cose piU importanti rimangono comunque i contenuti e si può quindi parlare di operai russi se si tengono ben chiare le distinzioni tra l'economia di mercato capitalistica e quella sovietica. D'altro canto se dal punto di vista economico-strutturale il • proletariato • sovietico è altro rispetto a quello occi• dentale, dal punto di vista politico i loro interessi sono convergenti almeno obiettivamente quale che sia la coscienza polltica di ciò. Entrambe queste classi, Infatti, sono fondamentali nei due sistemi e sono sfruttate da essi: entrambe possono liberarsi attraverso la rivoluzione socialista: sicché Il rapporto tra di esse se non è di identità è di convergenza potenziale (in prospettiva). Nel corso del nostro lavoro cercheremo di delineare anche alcune ipotesi sul contegno politico futuro degli operai russi; su questo punto vi possono essere molti dubbi, ma una cosa è certa: gli operai russi hanno assunto un atteggia• mento di rifiuto del sistema sovietico né i loro problemi " Ciò é Indubbio v. Marx. Teorie sul plusvalore. Roma. 1961, pag. 585 segg.: Id. Il Cepitale. I. cit. pag. 556, Il cif. pag. 153 segg.; m clt. pag. 3.fl segg. sto ~~t:'~~z~~'::o rt:,r;d :~uf:11:~rr:'~::" ~1::~o~~i; 5 :os~~~: ne in un primo tempo che era produttivo Il lavoro che creava valore di scambio (v. Lineamen11 cit. pag 252 segg}. Alla fine del brano (pag. 254) egli stesso però dice che bisognerà rl, tornare su/l'argomento e Jo larè alcun/ anni dopo nel /avori e/tari all'inlzlo della nota assumendo una posiziono delinltlva e cont.cente alle sua analisi del capUallsmo come sl$lemo IOndato sulla produzione del plusvalore, sicchf! esso é Il parametro dell• produttlvité. Ouanto poi al /suo che per Mar1<operalo sia chi vende lo sua /orza-lavoro come merce d cosa cosi nota che cl risparml1mo /e citazioni (anche se. come si é visto. non sempre il c• plt•I• utlllzza Il rapporto salarla/e e quindi operai In senso tecnico}. - 23
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