dopo l'inizio degli anni 50 (l'Urss C la seconda potenza mondiale e l'accerchiamento è rotto). Tuttavia anche quando si possono avere d1 questi •agg1ustamenl1•. essi operano non attraverso il mercato e attraverso una cns1 economica automJtica. come nel capitalismo. ma attraverso la mediazione del piano che può eliminare o attenuare fenomeni clamorosi di disfunzione del tipo d1quelli denunziati da Antonov. venendo incontro. per ragioni polttiche. alle esigenze dei consumatori. In sostanza si può ben dire (se sono esatte le conside• razioni che precedono) che nell'economia sovietica manchi l;i clominc1nzadelle categorie del plusvalore. cle1mercato e clell;i merce: quutc ultime due cate(Joric sow,1vvivono come residui in rcl.izionc alla piccola produzione colcoziana. come vf!drcmo. mentre yl1 ele111cn11mercnntili che si trovano nell'ambito del sistema (la moneta. lo scambio consumatori-stato) sopravvivono con caratteri e funzioni profondamente diverse da quelle che avrebbero in una economia di mercato. Questo quadro è stato in certa misura mutato dalle riforme del 1965 che sono andate al d1 là di concessioni ed aggiustamenti marginali ed hanno in certa misura modificato la logica del piano in senso mercantile. ma sulle cause che hanno aggravato le tensioni della economia russa. inducendo alla svolta del ·ss. ritorneremo pili oltre. la validità di quanto abbiamo scritto in precedenza e provata da1 fatto che indubbiamente si ha merce e. quindi, scambio mercantile solo quando i beni sono prodotti da pili unità economiche indipendenti le une dalle altre: • I prodotti del lavoro non diventerebbero merci - scrive Marx - se non fossero prodotti di lavori privati indipendenti. esercitati cioè indipendentemente l'uno dall'altro [, corsivi sono di Marx]. Questa tesi è senza dubbio esatta poiché l'analisi del capitalismo è, come abbiamo visto. l'analisi dell'interazione di pili capitali indipendenti; d'altro canto parlare di merce quando non c'è un'interazione di unità produttive autono. me (capitali o piccola produzione mercantile) significa dare lo stesso nome a realtà differentissime cadendo nell'errore di • difetto di specificità •. Tuttavia se è vero éhe in Russia una certa autonomia delle imprese è sempre esistita (lo ribadiremo tra breve) è anche vero che tale autonomia è stata sempre subordinata (e le riforme del '65 hanno mutato solo assai parzialmente la situazione) al piano in maniera assai rigida. l'azienda sovietica infatti dipendeva dal piano per ciò che concerneva il tipo e la quantità dei prodotti, i prezzi, 18 - gli investimenti, i salari. il numero dei dipendenti, la destinazione del prodotto e del plusprodotto realizzato (al• meno nelle linee sostanziali). e gli ordini pianificati erano 30-40 e anche piU (prima del 1965). Una volta poi ricevuti gli ordini l'impresa era tenuta a realizzarli e nella fase dell'esecuzione essa stipulava contratti a schema fisso e non modificabile (anch'essi disposti in precedenza dal centro). In un simile sistema parlare di produttori indipendenti come sembrano fare (tendenzialmente o implicitamente almeno) quegli autori che credono alla esistenza di reali rapporti di mercato tra le imprese statali. è un vero assurdo. essendo chiaro che l'autonomia operativ.1 dell'impresa ed il possesso 1m:ttcrialc dei beni ad essa conferiti sono rigidamente inql•adrati in un contesto domin:ito dal piano. Quando un'impresa dipende dal centro per ciò che concerne finanziamenti. salari. numero dei dipendenti. produzione. destinazione della produzione. prezzi ecc .. quando l'esecuzione degli ordini è sottoposta a rigidi controlli (anche ad opera delle banche come vedremo}. allora non è il caso di parlare di unità economiche indipendenti, l'elemento dominante (e perciò qualificante del rapporto) es• sendo la subordinazione dell'impresa al piano. Del resto anche in occidente le filiali di una impresa hanno una certa autonomia relativa dalla direzione che non può sindacare tutto nei minimi dettagli. Nessuno. però, dice che tra filiale e direzione centrale (o tra varie filiali) c'è un rapporto mercantile per il prevalere dell'elemento della subordinazione-mtegrazmne. Lo stesso vale per la impresa sovietica nei confronti del piano o delle altre imprese con la differenza che mentre 1e filiali di un grosso oligopolio occidentale dipendono da una unità economica che opera sul mercato per fini di profitto in concorrenza con altre unità indipendenti. le imprese sovietiche dipendono da un piano che ingloba o controlla indirettamente tutta l'economia e che dirige la produzione per fini diversi da quelli del sistema • occidentale •. L'errore, dunque, di autori di grande rilievo come Bettelheim è quello di confondere il concetto di impresa come unità produttiva distinta ma integrata nel piano (Urss) e quello di impresa come unità indipendente (Occidente}. Una volta poi stabilita l'identità distinzione-indipendenza è facile resuscitare i rapporti mercantili. Senza dubbio con le riforme del 1965 le unità economiche distinte tenderanno sempre plU a diventare indipendenti {lo si è già accennato): ora però l'analisi dialettica deve cogliere le varie fasi del processo, il suo sviluppo,
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