gono di mezzi enormi sia economici che politici per Influenzare Il mercato: spese enormi In pubblicità (per rubare gll altrul consumatori) Imbrogli e scalate di borsa (alcuni leggendari), Intrighi Internazionali, sovvenzioni di colpi di stato e guerre per sottrarre territori da sfruttare alle concorrenti ecc. Stando cosi le cose parlare di capitalismo • organizzato • sullo base di certi punti alquanto ambigui dell'ultimo Engels., non cl sembra corretto. l'intervento dello stato nella economia non può eliminare la concorrenza che è la natura Interna del capitale e che deriva dal fatto che ogni unità produttiva (plccola impresa o grande oligopolio) agisce per li proprio profitto a scapito degli altri concorrenti e degli interessi gene• rali della collettività"· Per negare ciò bisognerebbe negare Il sistema, ma lo stato capitalista non può certo farlo l'unica cosa che può fare è creare una forma giuridicopolitica In cui possa espllcarsl l'anarchia del capitale senza far saltare il sistema: tipico caso la legge delle 10 ore In Inghilterra. Certo rispetto al primi SO anni del XIX secolo gli interventi dello stato (anche a livello solo economico) sono aumentati, ma essi possono solo attenuare Il carattere anarchico del sistema poiché la concorrenza è sempre la sua natura Interna (derivante dal carattere stesso della proprietà e della produzione borghese) e la concorrenza imperfetta non rappresenta un superamento dell'anarchla (tutt'altro)..i. Naturalmente alcune cose (anche importanti) sono mutate: Il tipo di concorrenza (come dicevamo) ed Il tipo di proprietà capitalistica (da Individuale ad associata) prevalentemente; non solo. ma anche alcune leggi capitali• stlche legate ci sembra alla concorrenza perfetta, quali la caduta tendenziale del saggio di profitto (sulla cui vali· dltà scientifica chi scrive ha grossi dubbi)" e la legge della corrispondenza prezzi-valori '°· sembrano doversi con• slderare sorpassate (esse, comunque. non operano nel sistema sovietico, come peraltro tutte le leggl connesse alla presenza dominante del mercato}. Ovviamente il fatto che il prezzo superi stabilmente il valore di scambio di un bene non esclude che roperalo non sia plU sfruttato a livello di profitto lavorativo (la tendenza del salari a crescere al di sotto della produttività è cosa nota) ma significa solo che l'operalo. oltre a produrre plusvalore nel processo di produzione è costretto a pagare I beni che acquista ad un prezzo superiore al loro valore; i prezzi di cartello, Infatti, hanno un senso proprio perché permettono al capitalista di aumentare I profitti ulteriormente rispetto all'epoca della concorrenza perfetta (altrimenti Il sistema non li utilizzerebbe); allo sfruttamento nel proces• so produtllvo si aggiunge la truffa dello scambio diseguale nella fase della circolazione (sicché I profitti si dilatano ulteriormente), truffa che espedienti come le scale mobili o la lotta sindacale per l'aumento del salari riescono solo ad attenuare un poco (ma non ad eliminare} come prova l'esperienza. I beni prodotti dagli operai rimangono pur sempre merci e cioè beni destinati organicamente allo scambio sul mercato In mancanza del quale la produzione si • ingolfa • e si ha una crisi; la produzione per il mercato, quindi, rimane l'elemento guida del sistema e con esso lo sfruttamento della forza-lavoro umana in fun· zlone del profitto (da realizzare sul mercato} fenomeno questo aggravato dallo sfruttamento Indiretto dell'operaloconsumatore attraverso il gonfiamento dei prezzi di ollgo• polio che praticamente finiscono per essere una decurtazione mascherata del salarlo. Quanto poi alla legge della perequazione media del tasso di profitto (che prima era una espressione della legge del valore) essa opererebbe oggi su nuove basi se si segue la tesi (persuasiva) di Hllferding ~1• pare periodlc1mente con nuovi car,tterl nel sistem, oligopolistico. come nel caso della Adesite rilerlto da Galeano (11. La den• zlonallzzazlone dell'industria In Brasile in • Monthly Review. ed. it. n. 12, 1969.pag. 5 segg. a pag. 7). il che conferma ulteriormente li carattere anarchico del capitale. 46 V. In partlcol,re Engels AntldhOrlng clt. pag. 302; Id. Olosse al programma di Erfurt, In Mar1'•Engef1. Opere scelte. Roma ,966 pag. H70. 41 In questo senso v. Lange Economia politica, Roma, 1962, pag. ,13: Mandel. Trattato cit, voi. Il. pag. 291; PanneJcoekop. loc. ult. clt. Anche nel classici del mardsmo la posizione di Engels sul capitalismo organizzato appare Isolata, Man< nota che I monopoJI non e/Jmlnano m, riproducono ad un diverso livello l'anar• chla del capitale (11. Miseria della filosofia cit. pag. ,9,). Il Lenin pili maturo scrive che Il sistema nato dalla concorrenza non la ellmln, • originando coi/ una serie di aspre ed lmp,ov. vlse contraddizioni•. • Ovviamente dove c'è concorrenza c'è anarchia. soprattutto se en• si esplica tra coloul che hanno enormi mezzi e non esitano • servlr,ene In nome del profitto. N6 ci sembra :11~~:~a:,~;;:~e:: ;:,:h~f; ~;::,~:~~zas 1 ~u~e:f:1a~fv:::r~: non meno micidiale di quella ottocentesca. tt Cl riferiamo qui alla legge nella formulazione di Mau {ergomento su cui vogliamo ritornare In altra sede); 11I è stato poi un tentativo di formulare la legge In termini diversi (v. Gilman, Il saggio di profitto, Rom,. 1961). • Lo stesso Mar" ,sserl,co che la legge del valore opera dove non vi 11,no monopoli (11. Il Capitale clt. lii, pag. 220}. s1 Hillerdlng, Il capitale finanziarlo, MIiano. 1961 pag. 233 a 300 segg. Il maulsta austrlM:O nota che nel 1/stema degli oligopoli - 11
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