giovane critica - n. 26 - primavera 1971

del Fuoco ed In Inghilterra. poiché cosi facendo si correva Il rischio di dire solo banali tautologie 1 \ la legge fondamentale della produzione capitalistica (che ne è anche l'aspello llplco ed esclusivo. almeno come aspetto dominante e carauerizzante) è la produzione per il plusvalore: scrive Marx: • Il prodotto del processo di produzione capitalistico non è semplice prodotto (valore di uso) né sempllce merce, cioè prodotto dotato di un valore di scambio; Il suo prodotto apeciflco è il plusvalore: merci che possiedono piU valore di scambio. cioè rappresentano piU valore di quello anticipato per la loro produzione In forma di merci e denaro. In esso. Il processo lavorativo appare solo come mezzo, il proceaso di valorizzazione o la produzione di plusvalore come fine. Non appena l'eco-- oomlsta se ne ricorda. Il capitale è proclamato ricchezza usata nella produzione per generare ''profitto .• [I corsivi sono di Marx. A. Carlo] • .». Da questo brano lineare (ma ne esistono altrl ana• loghi) possiamo ricavare che: a) la legge fondamentale del capitalismo è la produzione per Il plusvalore (profitto): b) che Il plusvalore assume la forma specifica di un sovrap• plU di merci (o in merci) eccedente Il capitale anticipato: c) che. conseguentemente, Il plusvalore è una categoria strettamente connessa al mercato. Plusvalore-merce-mercato ecco, dunque. tre cardini fondamentali del capltallsmo, solo dove essi sono dominanti un paese può definirsi capitalista. Ancora: per Marx il mercato si muove attraverso la interazione anarchico-concorrenziale di plU capitali mossi dal fine del profitto. Il processo di produzione per il plusvalore (Implicante il predominio delle riproduzione allargata su quella semplice) avviene attraverso un mercato che agisce In maniera non pianificata (cieca e spontanea): • Per definizione - sostiene Marx - la concorrenza è la natura interna del capitale. La sua caratteristica essenziale è di apparire come l'azione reciproca di tutti I capitali: è una tendenze Interna apparente come ln1posta dall'esterno. 11 capitale non esiste e non può esistere che in quanto diviso In Innumerevoli capitali: per questo esso è condi· zlonato dall'azione e dalla reazione degli uni sugll altrl .n. Questa opinione di Marx non è contraddetta dalla n Oueat• celebre frue 11 trova in Engel1, AntidhOrlng, Roma. 1950, pag. 163. Sul f•tto che la determinazione delle lewl di movimento e I• loro frrlduclblle 1peclflcft• sia l'elemento car,tterlzzante di una formazione storico-socia/e In r•pporto a/. /e altre, v. •nche gll scritti dell, scUOIB di Della Volpe ed m p,rt,colare v. Colletti, Il mar.1usmo ed Hcgel • l111roduzfone • al Quaderni filosofici di lemn. Milano. 1958. Id. Olalettica scientifica e teoria del v.ilore ( • lntroduz,onc , 8d ffenkov, la dlaletllca del concreto e dell'astralto nel • Ca• pitale • di Marx. Mlla1K>. 1961): Id Scienza e società :n Marx, in • Società • 1958, pag. 1025 segg .» Marx. Il Capitale: hbro I, cap11olo VI. medito. fi,enze. 1969. pog. 32-33. La posizione di Marx e ripresa in vori punti e su di essa si fonda tutta la sua enalisl del Copilalc V. Il Capilale I, clr pag. 372. 556. Il (Roma. 1965). pag. 367, 406, lii, 239, 999 Su queato punto v. anche Engels. Antldhuring, cli .. pag. 224 E' bene p,ecls•re, però, che Marx (Fondements de la c11tique de l'konomle polltlque. Il. Pari,. 1967-&, p.,g :JOO.OI; s, tratta della traduzione lrancese del celeb11 Grundm•se cu, laremo spesso ricorso non essendo statti, mentre scr1v1amo.com• pletata la versione italla11a) sembra distinguere tro plusvalore assoluto e relativo sostenendo che solo Il seco11dos,a tipico ed esclusivo del capitalismo mentre il primo si troverebbe anche nelle societ• p,e-capltal/stiche V anche Semp,un. La rivoluzione scientifica e tecnologtea un mito rev1s10111sta. ne • Il Man/lesto~ n. 2. 1970. pag. 56. Ora, però, cl ,embra che in questo brano Marx sottovaluti Il c11"Jttere specifico del capitalismo di tutta quanta la categoria del plusvalore; tale categoria presume /'esistenza di un processo di valorizzazione del capitale attraverso cui que• sto si riproduce con l'•ogiunta di un 1ovr11pp1(J(plusvalore} che as.sume la forma di merci. Nei .sistemi p,ecapit•llst;cl, invece. la c•teQOrla delle merci non ha carattere domilt•nte, oppure quando si hanno In periodi stoflcl particolar, fenomeni di d1latazlone della circolazione mercanti/e, questa si atteggia ,n maniera ben diversa dal cepitalismo come he notato Kula (Teoria del modo di produzionefeudale. Torino 1910. pag 2, segg.J. in pa,tlcolare per il feudalesimo. e ciò perché li il mercato non è organicamente fegato •I processo di valorizzazione del capitale (realizzo del plusvalore}. Peraltro nel brano citato nel testo (che 6 opera posteriore di 1-IJ anni al Grundrìsse) Marx parla di plu1valore senza distinzioni come elemento speclllco-esclusivo del capitalismo. Ciò è confermato nel Capitale (ed cit. lii pag. 993-4) In cui dopo aver ammesso che è possibile ravvicinare (m• solo • lino ad un certo punto •J /e forme di reddito delle 7,•~:1a:~'~:! ~"/,,~.':.:::· s~1:ft· ,9;:j,~ ·n~·~s::r:,"'3~8':°pli~~ lavoro, del loro speclllco carattere capitsl,stico, non sbblamo p/U queste forme. ma semplicemente I loro fondamenti che sono comuni II tutti I modi di produzione sociale •· L'ammonimento a non compiere affrettate generalizzazioni contro Il principio fond•mentale della specificità storica è, qum• di. chl•rl.,lmo: il plusvalore è una forma di reddito specifica al capitalismo. n V. Marx. Fondements cit., I, p. 371. Inoltre non mancano altri punti dove Mar• accenno oper• tamente al ,atto di aver descritto nel Capitale l'Intreccio e lo Interazione di pili capitali autonomi (v. ad es. Marx-Engels. 'g:;,~~ 10 ; :~p~°:{'/ ,'::,~;:'!,~!Je:,1'! 4! o/v a~t:squ~,'<f:~:r Il clt .. pag. 107) •flude Sttmpre ad una somma di più capitali autonomi che agiscono sufla base di ana/aghe leggi di movimento. -9

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