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1 I
Questo numero di Giovane critica, dedicato alla memoria della compagna Dora Caiane/lo, comprende un unico saggio monograf;co di Antonio Carlo su La natura socio-economico dell'Urss.Si tratta di un'iniziativa che speriamo non resti isolata: ci apprestiamo difatti a mettere in cantiere altri progetti di numeri monografici. Questo numero speciale non interrompe il ritmo della Giovane critica versione abituale, ma ad essa si sovrappone. Fra un mese sarà difatti in libreria il n. 27. una cui buona parte verrà dedicata a un dibattito sulla natura e sulla funzione del sindacato nelf'attuale lase della lotta politica italiana. La messa in orbita. a un mese di distanza /'uno dafl'a/tro, di due numeri ci costringe a un notevole sforzo finanziario (le spese editoriali e di spedizione sono a//'80 per cento anticipate}, tanto più difficile se si pensa alla struttura del • mercato• di Giovane critica: anomalia, già da noi altre volte sottolineata. consistente nella sproporzione tra le vendite ingenti in libreria e il numero irrisorio di abbonati {attualmente inferiore a quello di qualsiasi rivista parrocchia/e). Cosi dev·essere per una rivista. come la nostra, priva di qualsiasi amplificazione pubblicitaria e di particolari clientele politiche. Tutto ciò ricordiamo non per amor di piagnisteo (a ciascuno le sue cambiali. verrebbe fatto di dire) ma per farci perdonare dai compagni se slamo costretti a portare Il prezzo di questo numero a L. 500. Oltretutto la rivista si stamperà d'ora in poi a Roma e ciò comporta un aumento secco dei prezzi. E per il momento basta cosi. -1
Il problema della natura sociale dell'Urss e delle 1 sue strutture economiche è stato. come si sa, • largamente dibattuto nel corso degli anni 30, ed esso si presenta oggi quanto mai attuale sullo sfondo della scissione russo-cinese e della sempre pili chiara politica di potenza dell'Urss 1 • E' necessario. perciò. procedere all'analisi storica delle radici presenti e lontane della degenerazione sovietica. sembrandoci evidente che. su questo punto, si sia accumulato un grosso ritardo teorico: le stesse posizioni cinesì. pur cogliendo esattamente il carattere classista e non·socialista dell'Urss. sono a volte assai schematiche e reticenti (sopratutto sulla fase staliniana) i ed oscillano, spesso, tra l'asserzione che in Russia si stia restaurando il capitalismo e quella (ben diversa) che il capitalismo è già stato restaurato'. Inoltre. mentre si dà per scontato il carattere socialista della economia staliniana. in altri casi si afferma che la degenerazione dell'Urss sia divenuta evidente solo dopo la morte di Stalin (il che fa presumere che prima esistesse. ancorché in maniera non evidente)~. I Sull'economia sovietica e sulle sue caratteristiche v. in vario senso (le tesi ed i dati di questi autori verranno a suo tempo analizzati): Dobb. Storia dell'economia sovietica, Roma. 1957; Baikov. lo svlluppo del sis1ema economico sovletico. Torino. 1952: Prokopovlc. Storia dell'economia dell'Urss. Bari, 1957: Strumilin, l'economia sovietica, Roma, 1961; Id. Il passaggio dal socialismo al comunlsmo, Torino, 1961: Novozhifov. Strumil,n cd altri. La riforma sovietica in Urss. Roma, 1969: Bobrowsky. La formazione del sistema di pianificazione sovietica. Amano, 1960: Neftl. Le bllan de 1'Urss, Parls, 1967: Sorlin. Breve storia della società sovietica. Bari. 1966: Mouskely. l'Urss (antologla in due volumi). Milano, 1965: D'Angelo e Palladino. La sfida di Kruscev. Torino. 1965: Levi, Il potere in Russia. Bologna. 1967; Miller ed altri, Le economie comuniste In via di trasformazione. MIiano. 1963: Nove. L'economia sovietica. Milano. 1961: Id. Stalinismo ed anti-stallnlsmo nell'economia sovietica. Torino, 1968: Aron, la lutte de classes. Paris, 1964 pag. 27 segg.: Id. Oix-huit teçons sur la société lndustrielle, Paris. 1962. pag. 235 segg.; Trocki/. La rivoluzione tradita. MIiano 1956; Id. Scritti 1929-36. Torino. 1962, pag. 131 segg.; Id. Stalin. MIiano. 1962, pag. 30 segg.: Mandel. Trattato di economia marxista, Il, Roma. 1965. pag. 270 segg.; Navllfe. Le nouveau Levlathan. I. Pa,is. 1967. pag. 99 segg.: Deutscher. Il profeta esiliato. Milano. 1965, patj. 582 segg.; Id. La rivoluzione incompiuta, Milano. 1968. pag. 140 segg.; Marcuse, Le marxlsme sovlétique. Pa,is. 1958; Gllas. La nuova classe. Bologna, 1962; Burnham, La rivoluzione dei tecnici. Milano. 1947; Rizzi. Il collettivismo burocratico, Imola. 1967: Kuron e Modzelewsky. Il marxismo polacco all'opposlzlone. Roma. 1968; Wittlogel. Il dispotismo orlentale. 2 voi/. Firenze. 1968; Hlllerding, Capitalismo di stato o economia di uno stato totalitario? In Wrlght Mllls. I marxisti, Milano, 1969. pag. 351 segg.: Preobrazensky, La nouvelle économlque. Parls, 1966: Preobrazensky-Bucharln ed altri, 2L'accumulazione socialista, Roma, 1969; Erlich, Il dibattito sovietico sull'industrializzazione. Bari 1969; Stalin, Problemi economici del socialismo nell'Urss. Roma. 1952; Bordiga, Dlalogué avec Stalin, in • Programme commumste ,. n. 8 pag. 1 segg.: Lavigne. Le capitai dans l'économie sovietique. Paris. 1961: Maddlnson, Le realizzazioni dell'economia sovietica. in • Moneto e credito "· 1965. pag. 156 segg.; DI Leo. Operai e sistema sovietico, Bari, 1970: Schwartz, L'economia dell'Unione Sovietica. Firenze, 1957: Gaddi, Mezzo secolo di agricoltura sovietica. Milano. 1969: Bord/ga. Dialogato coi morti, MIiano. 1956; Id. La economie russe de la révolutlon à nos jours in • Programme communlste .. n. 40-41-42, pag. 11I segg.: Di Leo. Controllo del capitale nello stato sovietico, in • Classe operaia •. n. 1, 1966, pag. 24 segg.: Calagna, L'economia dell'Unione sovietica. Mila• no. 1960; Pletruccl. Il cammino del profitto, in • Classe operaia• n. 4-5, 1965, pag. 26 segg.; .. Monthly Review • ed. lt. n. 1·2. 1968 con articoli di Sweezy. Hubermann. Dobb, Lansardo ecc. sull'argomento: Lanserdo, Note sul problema dello sviluppo del capitalismo e rivoluzione socialista in • Ouaderni ,ossi •. n. 6 pag. 285 segg. a pag. 329 e 340 segg.: Bettelheim, La transltion vers le soclalisme. Paris. 1967; Id. Intervista a Bettelheim, In • Problemi elci socialismo• n. 3 pag. 537 segg.: Lisa Foa, Pianificazione centrale e decentramento nella gestione economica in Urss. Ibidem, pag. 537 segg.; Id. Il carattere socialista delle riforme in Urss, in • Critica marxiste •, n. 5-6, 1965, pag. 269 segg.; Cioli. Riforme economiche ecc .. lvi, 1967. n. I, pag. 17 segg.: Id. L'edificazione della economia sovietica ivi, n. 4-5. pag. 159 segg.: Antonov. La pianificazione sovietica. Firenze. 1968: Llberman ed altri, Piano e profitto nell'economia sovietica. Roma. 1965; • Recherches internationales à la lumlère du marKlsme • n. 56 dedicato integralmente al tema Production et consommation en Urss con saggi di Notkin, Pervukhin. Heim• mann, Wen/er: Geschenkron, Il problema storico dell'arretratezza economica, Torino. 1965, pag. 115 segg. è 243 segg.: La base sociale del revisionismo in • Lavoro politico .., n. 2, 1967. pag. 8 segg.; Il revisionismo in Urss ivi. n. 8-9. 1968. pag. 16 segg.; Slcco. A che punto è la riforma economica in Urss in • Quaderni piacentini •, n. 38. peg. 203 segg.. 1 Su questo punto v. le tesi cinesi esposte ne La questione di Stalin In • Ouadernl delle ed. Oriente • n. 5. 1963: il carattere osclllante delle posizioni cinesi è stato di recente posto in luce dalla Collotti-Pischel (la posizione cinese, in • Problemi del socialismo "• n. 35-36. 1968, pag. 1268 segg.J. l Su questo punto v. I due a,tlcofl di • Lavoro pol/tlco. cit. alla nota 1. Il primo di essi ad opera di marxisti-leninisti francesi sembra parlare di un processo di restaurazione appena iniziato In U,ss: Il secondo ad opera del cinesi ltaffanl sembra alludere ad un processo glll sostanzia/mente terminato (v. in particolare pag. 29). ' Il discorso di Un-Piao al tBduno delle guardie rosse del 3-11-66 poneva In rlsBlto come l'origine della restaurazione del caplrallsmo In Urss dovesse ricercarsi nella mancanza di una esperienza come la Rivoluzione Culturale, nella mancanza cioè dell'edificazione di una vaste democrazia operalB. L'accusa colpisce tutta la storia sovietica ed anche Lenin, ma colpisce soprattutto Stalin che nel 25 anni ed oltre del suo potere • dimenticò• di edificare un'efficiente democrazia operala (ammesso che simili dimenticanze siano da Imputare Bd un solo uomo): sicché sembra chiaro che le radici della degenerazione vanno ricercBte mollo Indietro nel tempo e 11011certo nell'era di
Secondo gli scritti di Marx•Engels-lenln sulla Comune e sulla dittatura del proletariato 5 lo stato socialista si contraddistingue per la dittatura dei molti sul pochi che si esprime: a) nel controllo, nella partecipazione dal basso e nella revocabilità In ogni momento degli eletti (contro Il principio della nomina, della cooptazione, della lna• movibllltà e della responsabllltà gerarchica verso I supe• riori tipica delle democrazie borghesi) J bis; b) nel caratte• re di organismo esecutivo e non solo legislativo delle &S· semblee. volto ad Impedire che esse diventino • palestre di chiacchiere • meramente decorative: c) nell'egualltarlsmo economico (ancorché relativo) e nella lotta al privilegio: d) nella soppressione dell'esercito regolare, Inteso come apparato burocratico contrapposto alla collettlvllà, sostituito dal popolo in armi, In maniera da realizzare anche a livello mllltare-represslvo. il superamento della dicotomia stato.società civile determinando una diffusione del potere alla base. Questa teoria non ha nulla di libresco ma enuclea, sulla base dell'esperienza della Comune, le caratteristiche che uno Stato deve avere per esprimere l'Interesse della grande maggioranza del popolo guidata dal proletariato': perciò massima diffusione del potere decisionale e del controllo alla base. lotta ai privilegi. elegglbllltà di tutti I funzionari dello stato, che rispondono verso Il basso e possono in ogni momento essere revocati (si spinge al massimo la democrazia diretta. lo stesso principio della delega, insito In ogni elezione. è ammesso con estrema cautela e con molta diffidenza, contemperato al principio del controllo e della revoca in ogni momento). Se paragoniamo questi criteri con la realtà dello stato sovietico cl rendiamo conto come essi siano del tutto disat1esl. SI consideri Innanzi tutto la pianificazione economica (elemento fondamentallssimo per uno stato che si definisce socialista) ove domina Incontrastato il principio del comando e della nomina dall'alto senza alcun vero elemento di partecipazione e controllo dal basso. Né le varie riforme post-staliniane hanno mutato la situazione: la legge del 15 lugllo 1958 riconosce al lavoratori ed al loro organi (assemblee di produzione, comitati sindacali) !Imitati poteri (in materia di mense. servizi Igienici e glU di li), per lo piU di carattere consultivo che non Intaccano la struttura gerarchica della fabbrica e dell'economia 7 • Ma vediamo meglio (schematizzando al massimo) come si vara Il plano: esso è elaboreto dal vertice del partito e del governo, ormai largamente compenetratisi, senza nessun intervento effettivo del proletariato (neanche dopo le riforme • llberali .. del 1965). viene poi approvato dal congresso del partito e ratificato dal Soviet Supremo che approva le leggi finanziarle che rendono il plano operante'· Kruscev. Su tutto ciò v. la dialettica della rivoluzione In • Classe e stato • n. 3 pag. t3 nota 4 s G// scritti di Marx. Engels. L.enin sono troppo noti per• ché si debba cita,//, noi ci sl•mo qui limitati a riassumerne il contonvto, per quanto ci serviva, In modo del tutto schemstlco 5 bis Su questi cn,otterl dello democ,azlo borghesi v. piU ampiamente, Col/etti, Stato di diritto e sovranità popolare. in • Soclet4 •, 1960, n 6 pag. 905 scgg.. ' DI recente è stato pubblicato un favo,o di Korsch (la Comune rivoluzionarla, In • Glov•ne critica. n 20 pag. n segg J dove le tesi di L.enln e Marx sono accusate di formaflsmo poich6 esso porrebbero l'accento su alcun/ caratteri giuridico formali e non sulla sostanza socia/o dello Stato t.a critica. venendo da un autore profondo come Ko,sh. cl meraviglia: I caratteri • formall • che L.enln e Manc evidenziano CO/rispondono alla sostanza sociale di uno stato che non è plu lo strumento di una 111/tecontro le masse ma che comincio sd essere graduafmento assorbito dolio socletA civile: di qui la subordinazione (senza alcun prlvlfeglo) del funzionari al cltt&dlni, la sostituzi0t1e dell'esercito col popolo In armi ecc. «c. L.oscritto di L.enln è stato sottoposto ad una serie di acute critiche anche di recente (v. Mili/band, Stato e rivoluzione In • Monthly Revlew • ed. cit., 1970, n. 6 pag. 26 segg.J che ne hanno posto In luce parecchi limiti e lacune (soprattutto In relazione al problema delle medl•zlonl po/irlcho del potere profetarlo}: anche Millibend. pe,b, •mmette che il prOgetto antiburocratlco che Ispira Lenin rimane valido (op. cit. pag. 30} ed é proprio o tale progetto che si Ispirano I punti cardine ripor• tatl nel testo. 1 Sul 11.mzlonamcntodell'economia sovietica (prima defle ,1. forme del 1965} v. plu ampiamente Nove, L'economia sovietica clt. pag BO segg.. Sulla mancanza di una rc•le democrazia di fabbrica v. Mouskely op. cit. Il, pag. t235 segg e Bolla (un comunllta Italiano} che scrive (Dopo Kruscev clt. pag. 235}: • Non si puiJ parlare di un effettivo Intervento nello direziono delle Imprese [degfl operai A Carlo] cd I sindacati sono rimasti un corpo bu,oc,atlco, ufficio pubblico piuttosto che associazione. assenti dalla scena politica con la loro Iniziativa •. Al plU gli operai sono • consulttttl •· Sul procedimento giuridico.formale di approvazione del plano v. Scott, le lslltuzlonl politlcho sovietiche. Mlfano. 1969. pag. 306 segg. Sulla mancanza di democrazia ncl/'omblto del plano e delle Hiende agricole in particolare v. Gttddl op. clt. pag. 71 ;6J 9 ;~":.. ~i9:S~,~~s ~,r :=rr:o, o:~"or:'lt· ,!:;a:.:~~ fusi (I ministri sono alte personallr4 del partito di regola} sicché si pul> parlare di un vertice dello Stato-partito. • Scott nots come Il pltmo venga fatto 11pprova,o quando ormai t In fase di esecuzl0t1tJ(1pesso avanzata}: In sostanza gli organi .. sovrani • vengono meni daventl el fatto compiuto o quasi. -3
A questo punto potrebbe sostenersi che l'intervento del Soviet Supremo e del Congresso del partito siano i momenti • democratici • nella elaborazione del piano. Un simile ragionamento perll. non avrebbe peso alcuno poiché il Soviet Supremo è un organismo svuotato di conte• nuto e screditato: esso, Infatti, non svolge alcuna funzione esecutiva, viene convocato due o tre volte all'anno per sessioni brevissime {da due a dieci giorni in totale). vota in generale all'unanimità. non propone quasi mal interpellanze ed emendamenti e la discussione vi manca quasi del tutto'· Tutto ciò è una realtà ammessa anche da comunisti ufficiali italiani esperti di cose russe lii. Analoghi fenomeni di degenerazione si notano nel partito dove le pili Importanti decisioni (destalinizzazione, destituzione di Krushev, invasione della Cecoslovacchia) sono monopolio di una ristrettissima élite che decide senza una reale partecipazione della base 11 ; anche nei sindacati. poi. è stato ampiamente documentato il processo di degenerazione burocratica, che ha radici assai lontane 11• Quanto al • popolo in armi • esso non è mai esistito: l'armata rossa è un esercito di tipo tradizionale separato dalla società civile e gerarchicamente organizzato 13, i cui apologeti sarebbero imbarazzati nel definire in cosa esso si differenzi almeno su questo punto dalle armate occidentali (a parte il fatto che difende la • patria socialista•). L'egualitarismo ed Il superamento della barriera tra lavoro intellettuale e manuale (altro punto fondamentale. come si sa. del marxismo-leninismo). problemi vivissimi nella prassi cinese, sono estranei. Invece. alla problema• tica sovietica (tranne nelle proclamazioni propagandistiche). Liberman ha dovuto ammettere in un recente ciclo di conferenze italiane che Il ventaglio salariale è di 1:10 e che le riforme del 196S tendono ad ampliarlo 1•. Ma il ventaglio dei redditi sovietico è molto piU ampio: il sistema fiscale russo prevede redditi di 100 e di 7 000 rubli al mese (ed oltre) i.s ed I ministri sovietici guadagnano in termini di stipendio nominale (cui sono da aggiungere i privilegi in natura) cento volte il salario di un lavoratore manuale 1'. 9 Su ciò v. Mouskely Il op. clt. peg. 1232 segg. nonché la testimonianza del giornalista Jtallano Sofia {op. clt. pag. 234) che scrive: • Le sue sessioni [del Soviet supremo] sono sempre brevissime. I lavori /Imitati II pochi punti, I dibattiti gene• rlci ed Inesistenti le Interpellanze, mentre l'attlvltè leglslaOva, cloé la funzione essenziale A ridotta al minimo. sebbene esistano nella legislazione sovietica non poche serie e vecchie lacune. L·elezione del governo rientra costituzionalmente nelle 4preogative del Soviet Supremo: ciò no/lostante non si e ritenuto euenzfale oonvoc11rloappositamente quando ~osslghln ha preso Il posto di Kruscev alla presidenza del Consiglio •. Nella stessa pagina si legge che le elezioni sono una • Ma• nllestazlone pleblscltarle estranea al dibattito politico [ ...] che vedono sempre turtl I votf riversarsi sugli unici candidati presentati•- Sempre a proposito del Soviet nel 1959 e stata varata una leaae che ne rendeva revocabili gli eletti in omsggio si prln• e/pi della Comune di Psrigi; ciò non ha mutato IB situazione. M•rx, Engels e Lenin, quando parlav,Jno di revocabilità degli eletti come espreulone di un principio sostanziale nuovo. partlv•no dsl presupposto che le assemblee fossero be11 altra cosa ed inserite in ben wltro contesto del Soviet Supremo che è or• mal un organo completamente esautorato. Ciò non slgnllica che ls revocabilità sia di per sé un principio giuridico formale come ritiene Korsch (v nota 6): essa però lo diventa allorché è Inserita In un contesto che non è quello dellneato da Lenin In Stato e Rivoluzione. m:, ben Mtra co,a; e nel contesto russo dove non esiste eguslitsrismo. popolo in armi, libertà di espressione e di scelta politica (per il proletariato) pianificazione veramente • sociale •, fa legge del 1959 assume Il rilievo di una boutade propagandistica. '° Alludiamo al Solfa {gl/J corrispondente dell'Unltè da Mo sca) clt. alla nots che precede; anche il Gaddl è un autore filo, sovietico. 11 Su questo punto v. la testimonianza di Bolla che scrive: • [ ...] il massimo organo del P8rtlto ero stato diluito in as• semblee informi che. al pari del Soviet Supremo. approvano coralmente le decisioni prese da/111direzione del p11rtito • {op. clt. pag. 234). u V. retro nota 7 la testimonisnza di Bolla cui adde Deutscher, I sindacati sovietici. Bari. t968. L'opera dello storico po. lecco arriva solo al 1949 ma dopo nulla è svvenuto a modificare la natura di questi orgsnismi come tK>ta Lisa Fos nella In• troduzlone a questo lsvoro di Deutscher (v. pag. 16 segg.J. u Su ciò v. Trock.lJ, La rivoluz:lone tradita. clt. pag. 178 seag.. Lo stesso Trockl/ ammette, però, che sin dalfinizio l'Armate rosse ebbe un carattere • stanziale • e tradlz:ionale In pre• valenza. Stalin non fece che accentuare questo carattere tra• dizione/e (conservato dai suoi successori). Anche per ciò che concerne poi la politica estera l'Urss è completamente al di fuori dea/I schemi che dovrebbero guidare uno stato socialista (anche se a volte esso utilizza come arma di ricatto. a fini di potenza. I movimenti rivoluzionari che aiuts In misura limitattJ e strumentale) su questo punto v. Schneiderer. La teoria sovietica delle coesistenza pacifica. Bari, 1969. " Su ciò v. anche Colletti, Il metodo Uberman. In • La slnistrs • n. t, 1967, pag. 18 seg.: sul ventaglio del salari operai v. anche Mandel, Trattato. Il clt. pag. 321 seg.. Sul ventagllo del salsri e del redditi sovietici v. anche Broderscu. L'operaio sovietico. Roma, 1968. pagg. 203-4. 1s V. Dumont, I problemi agrari del comunismo. Mlfsno, 1966. pag. 305 segg.: In un Kolkoz russo poi, trs i soll manovali Il ventagllo salarla/e è di t a '1 (Dumont op. clt. p&g. 102): Il llbro del francese è stato tradotto In Russia come esempio di critica costruttiva. Dumont nota Ira l'altro come Il ventaglio tra I manovafl agrlcoll ,1a pilJ aperto che In Francia {paese ca• pltslista!). 16 V. D'Angelo e Palledlno op. cit. pag. 87 e 65 ser,.: 8/umer.
Ora è indubbio che nella concezione di Marx l'egualitarismo debba intendersi in senso relativo (almeno nella fase di transizione) ed il ventaglio di salari intorno ad 1:5 segnalato da Bettelhelm per la Cina 11 è ampiamente giustificato poiché in un paese relativamente sottosvilup• pato l'egualitarismo è piU dlfficile da realizzersi 11• 11 fatto è, però, che in Russia il ventaglio è enormemente phi ampio. pur essendo l'Urss la seconda potenza indu• striale del mondo per produzione globale: è chiaro, quindi, che un simile egualitarismo • relativo • somiglia come una goccia d'acqua all'egualltarlsmo (relativo) di una società lacerata da antagonismi sociali lnsolubltt '"· 2 Che le cellule costitutive dello stato sovietico fossero degenerate era stato ampiamente provato • da Trocklj verso la metà degli anni 30 zo con una analisi che, ancor oggi, appare la migliore dal punto di vista sovrastrutturale 21 ; il rivoluzionario russo, tuttavia non volle estendere il suo giudizio negativo alle strutture economiche della Russia sovietica: la degenerazione anti· soclallsta sarebbe avvenuta a livello politico ma non a llvello economico. In sostanza si sarebbe verificato un fenomeno analogo a quello analiuato da Marx nel 18 brumaio di Luigi Bonaparte: la debolezza delle classl soclall russe avrebbe permesso all'apparato statuale di diventare relativamente autonomo dalle classi in campo (nessuna delle quali era in grado di gestire il potere in proprio) sicché la burocr.azia avrebbe finito con l'esercitare un potere dispotico a livello politico e si sarebbe tagliata una larga fetta del reddito nazionale. I rapporti di proprietà tuttavia, rlmarreb• bero almeno tendenzialmente socialisti. cosi come nella Francia di luigi Bonaparte i rapporti di produzione erano capltallstl pur essendo la borghesia sotto le • tutela • della macchina burocratica statale; nel nostro caso • tutelata • sarebbe la classe operaia. Tutto qui. In particolare viene fatto osservare da Trockif come I singoli membri della burocrazia non possano allenare o trasferire i beni statali nel proprio interesse di singoli e come la definizione giuridico-formale delltl proprietà non sia mutata dopo la rlvoluzlone. Il secondo argomento non è decisivo, po1cné .>~Ho le definizioni dl carattere giuridico-formale non hanno la funzione di rispecchiare I rapporti di fondo, ma di misti• ficarli in chiave propa9andlstlco-ideologlca (si pensi alle proclamazioni di certe costituzioni) allo scopo di difendere, legittimandolo, un potere di classe; In altri casi, quando le definizioni giuridiche rispecchiano organlcamen• te la realtà possono avere un peso nell'analisi storico-so· ciale, ma, come vedremo non è questo il nostro caso. Il primo argomento, invece, si fonda sul presupposto che le caratteristiche della proprietà borghese in una sua fase storica siano le caratteristiche di ogni tipo di proprietà 22 • In realtà la proprietà del mezzi di produzione (intesa come potere di disporre di essi nel proprio interesse al di fuori di ogni potere di veto e di controllo) " appartiene la rivoluzione culturale cinese. MilBno. 1969. pag. 82. D'altro canto è un'esigenza comunemente ammessa dai dirigenti sovietici quella di mlgllorsre i minimi salariali ritenuti troppo bassi: tvtt~la Kossighln dovette ammettere che I salar/ mi• nlml stazionavano nel 1964 svi 4!M5 rvbll contro I 50-60 previsti (v. Levi, op. cit. pag. 496). 17 Bettelhelm ed altri, Il soclallsmo In Cina. Roma. 1966 pag. 40 segg.; 8/umer, op. /oc. vlt. clt. che par/a di un ventaglio da t a 6. "Su ciò v. plU ampiamente Sweezy-Hvbermann, la rivoluzione culturale In Cina In • Monthly Review ~ ed. it. n. 1·2. 1968. pag. 46 segg. 1~ In realtà esiste vn collegamento tra distribuzione e produz(one, e la presenza di gravi diseguaglianze nella ripartizione del reddito, che tendono ad allargarsi, é l'indice a livello leno• menologlco di una società antagonistica. Sul legame orgBnico tra produzione distribuzione. circolazione consumo ecc. v. Marx, lineamenti fondamentali di critica dell'economia polltlca. Firenze 1968, I, pag. 11 segg. 10GII scritti di Trockl/. Mandel. Navllle, Deurscher cit. alla nota t cui adde Marie, Stallne, Paris. 1967. pag. 168 segg.: Illuminati. Sociologia e classi sociali Torino. 1967, pag. 100 segg. ,, La dillerenza tra struttura e sovrastruttura. di recente contestata da Colletll ~ stata ribadita da Tlmpanaro (Engels. materlallsmo e • llbero arbitrio • In • Quaderni piacentini• n. 39 p•g. I IO e seg.) con argomenti che. su questo punto particolare. condividiamo. In particolare rasserzfone che accettando la dicotomia si escluderebbe Il carattere socia/e dellB produzione non ci convince: la societt ~ un Insieme organico di vari /lvelJJ (economico, polltlco. Ideologico ecc.) ognuno dei quali ha carattere storico sociale. 11 D'altro canto Il problema qui non può essere impostato svi/e caratteristiche della proprietà a livello giuridico formale. MarK ha notato (v. Il capitate, lii, Roma, 1965,pag. 903) che sltutrure economiche analoghe tra di loro spesso di/feriscono per particolari condizioni storiche. Lo stesso evidentemente vale per le sovrastrutture. Ciò che. dunque. In questo caso deve vedersi non e se ricorrano cerri caratter( giuridico-forma/I che possono anche differire, ma quali siano le regole di fondo che reggono il rapporto di produzione (atruttura) in Urss. lJ Cl si potrebbe obbiettare che il concetto di proprieta indicato nel teato sia alquanto lndttrermlnato e andrebbe quindi contro rammonlmento di Marx (v. Miseria della filosofia, Roma. 1968, pag. 141 segg.) di ustue • determinatezza • proprio In tema di proprietà. -5
in Russia alla burocrazia considerata collettivamente come classe, sicché non è strano che il singolo burocrate non possa compiere atti di disposizione individuale. Tipi di proprietà • di gruppo ,. analoghi. sotto questo aspetto (il singolo come tale non ha alcun potere di disposizione sul bene comune) sono esistiti per millenni (ad es. la proprietà in mano comune delle antiche comunità germaniche): nel nostro caso il gruppo proprietario del bene (che è poi l'apparato economico russo nel suo complesso) è una classe sociale che dirige la economia secondo determinati rapporti di produzione, le cui caratte• ristiche specifiche saranno delineate nel corso di questo lavoro. Contro la tesi di Trockij è decisiva, comunque, la cri• tica di Rizzi 2i: chi fa piani. chi orienta la produzione, stabilisce i prezzi. ripartisce il reddito nazionale, dispone dei mezzi di produzione. è la burocrazia la quale, pertanto, non può non essere considerata come classe proprietaria dei mezzi di produzione stessi: è semplicemente assurdo parlare di proprietà o strutture socialiste o • operaie •, il che logicamente implicherebbe la proprietà del collettivo dei lavoratori, quando questo collettivo è del tutto estraneo alle scelte economiche fondamentali (anche microeconomiche) a meno che non siano fondamentali i problemi delle mense aziendali. E' inutile obiettare che la burocrazia non può appropriarsi di tutto il plusprodotto creato dai lavoratori: in realtà questo • non potere• (che non impedisce alla burocrazia di trattarsi assai bene) non deriva in alcun modo dalla presenza di una proprietà del collettivo operaio, ma dalle esigenze della riproduzione allargata imposta dalla necessità di vincere l'arretratezza e dall'antagonismo con i paesi capitalistici 25 che impongono di reinvestire la mag• gior parte del plusprodotto. Non diversamente awiene in Europa o negli Usa dove i consumi di lusso dei capitalisti. per quanto notevoli. assorbono solo una parte modesta del plusvalore, il quale viene, di regola. reinvestito in larghissima misura per alimentare la riproduzion~ allargata capitalista. Se si volesse giudicare con questo metro, anche Agnelli e Rockfeller sarebbero socialisti. D'altro canto obiettare che la burocrazia consuma meno dei capitalisti (per quanto essa si tratti molto meglio del resto della popolazione sovietica in quel campo) non ha senso per un marxista poiché egli deve privilegiare la funzione che un gruppo sociale esplica nella produzione. Da questo punto di vista, chiarito che è l'apparato buro• 6cratico a dominare la produzione dirigendola nel suo interesse ed appropriandosi del pluslavoro sociale (che in Jarga misura viene reinvestito per sostenere la riproduzione allargata e per il resto alimenta i consumi privilegiati - rispetto al resto del popolo - dell'élite dominante). non ci par dubbio che si dovrà parlare della burocrazia come di una classe, Il suo comportamento in materia di consumi potrà essere oggetto di un'analisi specifica, ma esso non ci inte• ressa qui in maniera privilegiata, poiché a noi in questa sede interessa chiarire solo che il plusprodotto sociale viene monopolizzato da un ristretto gruppo che. essendo l'unico a determinare la destinazione e a dirigere la produzione, si trova nella obiettiva situazione di classe sfrut• tatrice. Ancora: non è sostenibile che nella specie i burocrati abbiano un potere di gestione ma non di disposizione dell'apparato produttivo; un tale potere è, in Occidente. quello di un " manager .. non azionista di una grande S.p.A. che gestisce. per conto e nell'interesse degli azionisti. una proprietà non sua. In questo caso il proprietario può sempre revocare o sostituire il manager (e di fatto ciò awiene): in Russia l'unico modo che ha Il proletariato di revocare la burocrazia è fare la rivoluzione. Prima di ciò l'operaio russo non può in alcun modo Impedire che il burocrate indirizzi quanto meno le scelte di fondo del piano secondo i suoi interessi (salvo concessioni marginali che ogni classe dominante fa, in situazioni particolari, ai propri sfruttati): come ciò possa essere chiamato potere di gestione e non di disposizione nel proprio interesse Tuttavia una simile obbiezione non sarebbe esatta pofché nel testo già si sono Indicati alcun/ caratteri specifici della proprietà burocratica (la sua appartenenza ad una classe collettivamente considerata e non ad I suol singoli membri); inoltre nel corso del cap. Il chiariremo meglio la natura di questa proprietà non In senso giuridico-formale ma dal punto di vista delle leggi di fondo che regolano Il rappcrto di produzione (v. nota prec.}. 2 ' 11 collettivismo clt. pag. 47 segg., a pag. 66 e 71 In part.: v. anche Kuron e Modzelewsky op. cit. pag. 47 segg. Anche questi due compagni seguono la • scuola • del collettlvlsmo burocratico. is Pari/amo di antagonismo piU che di concorrenza poiché questo termine allude al mercato mentre Invece l'Urss non ha mal avuto grandi legami col mercato mondiale (v. però Infra cap. lii par. 4}; l'antagonismo qui si manifesta ne/fa gara spazia/e, nelle spese mlfitari, nel tassi di sviluppo economico. nell'aiuto ai paesi poveri (campc nel quale, però, I due colossi si spremono poco} ecc. ecc.
{idest proprietà) rimane un mistero, e rimane altresi Inspiegabile il carattere limitatamente politico (e non sociale) che si vuol riconoscere alla rivoluzione antl-burocratlca della classe operala. Una ulteriore conferma delle contraddizioni in cui cade TrocklJ può vedersi in questo brano: • E' Inutile dire - scrive Trockij - che la distribuzione delle forze produttive nel vari settori dell'economia e, in generale, tutto il contenuto del plano, saranno mutati drasticamente, allorché il plano sarà determinato dagli Interessi non della burocrazia ma dei produttori stessi. Ma nella misura in cui la questione del rovesciamento dell'oligarchia parassitaria resta ancora legata alla conservazione della proprietà nazionalizzata. chiamiamo polltlca [ Il corsivo è di Trocklj. A. Carlo] la futura rivoluzione • 16• Come si vede, Trockij non nega che bisogna modificare • drasticamente • Il contenuto • in generale • del plano poiché esso è determinato dagli Interessi della burocrazia. Ora, però. un simile fenomeno ha carattere soclale (economico-strutturale) in quanto implica che l'andamento della economia è determinato dagli Interessi burocratici: laddove, Invece. nel caso del manager gestore di una grossa S.pA. di cui egli non sia azionista n, l'interesse degli azionisti piU forti determina la gestione della società 21:. In questo caso, perciò, la Instaurazione di una democrazia operala a livello di fabbrica e di plano non ha solo un rilievo politico ma è un elemento essenzialissimo del rapporti di produzione socialisti l'f; senza di essa, Infatti, la proprietà socialista. priva di organi attraverso i quali la volontà e l'Interesse del proletariato possano esprimersi e dirigere l'apparato produttivo, diventa una vuota definizione giuridico-formale di cui non si vede Il rlllevo storico e pratico. Proprio In questo errore cade TrockiJ allorché parla di proprietà nazionalizzata come sinonimo di socialista e operaia (altrimenti non si capirebbe a che titolo TrocklJ parli di uno stato sovietico che è pur sempre • operalo • per quanto degenerato}: egll non si rende conto che dove il piano è dominato (per sua stessa ammissione) dalla volontà e dagli interessi della burocrazia (e gli operai, quindi, sono alienati dall'apparato produttivo e dalle scelte di fondo) l'eguaglianza tra proprietà nazionalizzata e proprietà socialista è In questo caso solo un artificio giuridico-formale che maschera la sostanziale Impossibilità della classe operala di determinare le scelte di fondo nel suo Interesse ,o_ Chi cade qui in una contraddizione marchiana è proprio Trockij che, nel brano citato, accetta in realtà le tesi del suoi contraddittori, mentre conserva nella forma la sua definizione, che non coincide però con la sostanza del fenomeno quale egli lo descrive chiaramente nel brano citato Ji. Il fatto, poi, che la burocrazia ed Il sistema da essa creato non sia destinato ad avere lunga vita (e vedremo perché) non cambia nulla: si ha classe, e si ha un certo sistema produttivo antagonistico, quando un gruppo d1 uomini si appropria, nel suo interesse particolare. del pluslavoro altrui in un certo modo e secondo leggi economiche particolari: la durata del sistema non è in questa sede rilevante (Il modo asiatico di produzione e durato per mii- • V. In difesa del marxismo cit. pag, 41 n Il ftmomeno però capita di rado e d, regola opera sotto Il controllo del suoi mandanti, su ciò v, lnlra noto 64 in fine. "Spe110 accade che i piccoli azionisti siano allenatl dalla soc.Jetà,allora Il potere 1I concentra nelle mani di elcuni grossi azionisti che formano Il • gruppo di controllo•. Il fenomeno di espropriazione del piccoli azionisti avviene sempre però nell'ambito della proprietà capltallstlca dove il pesce grosso man'1~n q::::t!'~C::::~ v. Valller. L'é<:onomlecubalne: qualques problèmes essentiels de son fonctlonnement. In • Les rcmps Modernes • n. 262, psg. 1590 se(I, a pa(I. 1622. • Le definizioni giuridico-formali Infatti hanno spesso un carattere propa(landlstlco (anche se non sempre). JJ Non è del resto questo l'unico brano In cui rrocklf sembra cadere In grosse contraddizioni. Nella Rivoluzione tradita clt. a pag. 209 cl è dato leggere: • EsS& [la burocrazia a.e.] è lo strato socl1le privilegiato e dominante della società sovietica nel .significato p/U ampio della parola. Un'altra particolaritt non b meno Importante. La buro. crazls sovietica ha Politicamente espropriato Il proletariato per difendere "con I .suol metodi le conquiste sociali del pro. /etarlato ". Ma il fatto stes.so che si sia appropriata del patere in un paese In cui I mezzi di produzione piU Importanti appartengono allo Stato crea tra e.ss, e /e ricchezze nttzlonall rapporti Interamente nuovi, I meul di produzione appartengono allo Stato. Lo Stato "appartiene" In qualche modo allo burocrazia •. Ora se lo stato • appartiene • In qualche modo ttlla buro. crazls e a sus volta lo Stato è proprietario dell'apparato pro. duttlvo. logica vuole che sia la burocrazia la 11eraclasse dominante e la classe • proprietaria•: Trocklf lo avverte quando si lese/a sfuggire che essa è Il ceto domlnanttJ nel senso • p/U ampio• del termine (e (>tJr un marxista Il senso • plu ampio • di c.m rapporto di dominazione Implica la presenze di una classe) e quando nota che tra essa e le ricchezze nazlonall esistono rappo,tl totalmente nuovi. Certo formalmente la burocrazia non dice di essere • proprietaria • ma un simile ergo. mento formsllstlco è ridicolo sulla bocca di un pensatore come Trockl/. -7
lenni senza scosse o quasi mentre il capitalismo ha incontrato convulsioni sociali ed economiche violentissime dopo circa un secolo di vita}: se un sistema esiste ed ha leggi proprie esse vanno esaminate ed analizzate scientificamente. indipendentemente dalla loro durata nel tempo. Non ci sembra, poi. che le tesi di Trockij siano accettabili nelle pili recenti formulazioni di Huberman e Sweezy. secondo cui non si potrebbe parlare di classe ma piuttosto di uno strato (o casta) poiché esso non avrebbe avuto il tempo di • solidificarsi • come classe 11 • In realtà per Marx la classe è data dal rapporto di un gruppo di soggetti con gli strumenti produttivi e dalla funzione che essi. conseguentemente. esplicano nei rapporti produttivi. In particolare Marx distingue • classe in sé • e • classe per sé •= perché si abbia classe per sé occorre: a) che ci sia un gruppo di soggetti aventi interessi comuni derivanti dalla funzione che essi esplicano nei rapporti produttivi (ciò basta perché si parli di classe in sé); b) che questi soggetti abbiano coscienza di ciò; cl che si organizzino per difendere i loro interessi". Ora a noi pare che questi requisiti ricorrano nel caso della burocrazia sovietica che ha interesse a difendere il suo tipo di proprietà, che ha fatto di tutto per consolidarlo e che dispone. infine. dell'organizzazione politica. militare ed economica dello stato e del partito. Nella specie il processo di formazione della burocrazia sovietica come classe per sé è stato molto rapido (assai piU che quello della borghesia). Ciò tuttavia non esclude che 1a burocrazia come classe si sia formata J.4. 3 Prima di passare all'esame delle tesi secondo • cui la degenerazione sovietica sarebbe di carattere strutturale, è necessario stabilire chiaramente cosa debba Intendersi per capitalismo dal momento che, per molti, in Urss sarebbe stata Instaurata (o restaurata) una forma particolare di capitalismo. A tal proposito non è certo sufficiente rilevare che in Russia esistano diseguaglianze. ingiustizie e sfruttamento poiché fenomeni di questo genere sono tipici di tutte le società antagonistiche. A tal proposito il vecchio Engels ammoniva giustamente a non mettere nello stesso fascio le leggi che regolano i rapporti di produzione nella Terra 81! V. Lezioni dell'esperienza sovietica 111 • Monthly Revicw. ed it. n. 1-2. 1968. pag. 13 segg. In senso analogo a Trock,; si sono pronunziati in piU occasioni scrittori di tendenze non trosklste v. 8d es. Duverger. I partiti politici, MIiano. 1961. pag. 318; Kosik, la nostra crisi attuale, Roma 1968, p:,g 88: Bottomore. Ellte e società, Milano. 1967, pag. 55 e 109. Anche il teorico del comunismo jugoslavo KauJely segue nel sua lavoro un impianto di analisi globalmente definibile come trosk/sta (v. Burocrazia e classe operaia, Roma. 1969, pag. 97 segg.} per quanto le conclusioni dello ;ugoslavo siano assai meno dure nel confronti della burocrazio. caste necessarlJ af/o sviluppO del • socialismo • e destinata ad estinguersi gradualmente. JJ E' noto clie Il concetto marxiano di classe ha dato luogo ad una montagna di scritti interpretativi. Grosso modo prevale la corrente • economicistica • la quale p0ne in rll,evo il legame tra la struttura produttiva e la classe, v. in questo senso per tutti Bucharin, La théorie du matérlalisme historique. Parls, 1967. pag. 299 segg. Non mancano però correnti marxiste le quali pongono /'accento sul/'elemento coscienza ed organizzazione, pur chiarendo che questi elementi non stanno per aria ma aflondano le radici nella struttura produttiva. su ciò v. Lukàcs, Storia e coscienza di classe. Milano. 1967 pag. 59 segg.: Goldmann. Scienze umane e filosofia. Milano. 1967. pag. 120 segg.; Ossowsky, Struttura di classe e coscienza di classe, Tori~~- :~0 ":?,in! 2 ·a Bucharfn sembra muoversi anche Lenin (v. la grande Iniziativa. In Marx-Engels-Marxlsmo, Roma. 1952. pag. 379). Le posizioni • cosclenziaflste • che cioè pongono l'accento su un elemento sovrastrutturale (nella specie il comportamento politico) sono state di recente esasperate dJ Poulantzas (Pouvolr polltique et classes sociales, Paris, 1968) che perciò è stato giustamente criticato dalla Gluksma,m (A propos de la théorle marxiste de l'état capitaliste. Vers une conception nouvelle de la politique. in • L'homme et la société •. n. 11, pag. 199 segg. a pag. 202 segg.). Quanto a Man<. in lui c'è spazio sia per una concezione • obblettlvlst/ca • (v. Il Capitate lii c/t. pag. 1003) che • subbiettivlstlca .. (v. Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte. Roma. 1947. pag. 110 segg.), che però non sono in sé antitetiche poiché corrispondono alla distinzione marxiana tra classe In sé (esistente a llvello di strutture ma non ancora cosciente ed organizzata) e classe per sé (cosciente ed organizzata}. Ora quale che sia il concetto marxiano che si intende privilegiare è chiaro che la burocrazia presenta (v. tra breve nel testo) i connotati defla classe per sé (la quale assorbe e presuppone l'esistenza della classe in sé}. Il fatto. poi, che la burocrazia disponga del potere politico oltre che di quello economico non significa certo che non sia una classe (v. in senso contrario. lllumlnati op. clt. pag. 17 segg.; Bottomore op. clt. pag. 109) poiché Il rapporto di classe che ha le sue radici nelle strutture economiche rimane tale. sebbene ad esso si affianchino elementi di carattere sovrastrutturale (v. da ultimo quanto ha scritto Federico Stame recensendo il libro di Illuminati. in • Quaderni piacentini .. n. 31 pag. 292). J.4 E' chiaro che quando parliamo di burocrazia intendiomo riferirci a quella dello Stato sovietico dal 1928-29 e non alla burocrazia po/irica del partiti comunisti occidentali che non è una classe essendo estranea al ropp0rti di produzione.
del Fuoco ed In Inghilterra. poiché cosi facendo si correva Il rischio di dire solo banali tautologie 1 \ la legge fondamentale della produzione capitalistica (che ne è anche l'aspello llplco ed esclusivo. almeno come aspetto dominante e carauerizzante) è la produzione per il plusvalore: scrive Marx: • Il prodotto del processo di produzione capitalistico non è semplice prodotto (valore di uso) né sempllce merce, cioè prodotto dotato di un valore di scambio; Il suo prodotto apeciflco è il plusvalore: merci che possiedono piU valore di scambio. cioè rappresentano piU valore di quello anticipato per la loro produzione In forma di merci e denaro. In esso. Il processo lavorativo appare solo come mezzo, il proceaso di valorizzazione o la produzione di plusvalore come fine. Non appena l'eco-- oomlsta se ne ricorda. Il capitale è proclamato ricchezza usata nella produzione per generare ''profitto .• [I corsivi sono di Marx. A. Carlo] • .». Da questo brano lineare (ma ne esistono altrl ana• loghi) possiamo ricavare che: a) la legge fondamentale del capitalismo è la produzione per Il plusvalore (profitto): b) che Il plusvalore assume la forma specifica di un sovrap• plU di merci (o in merci) eccedente Il capitale anticipato: c) che. conseguentemente, Il plusvalore è una categoria strettamente connessa al mercato. Plusvalore-merce-mercato ecco, dunque. tre cardini fondamentali del capltallsmo, solo dove essi sono dominanti un paese può definirsi capitalista. Ancora: per Marx il mercato si muove attraverso la interazione anarchico-concorrenziale di plU capitali mossi dal fine del profitto. Il processo di produzione per il plusvalore (Implicante il predominio delle riproduzione allargata su quella semplice) avviene attraverso un mercato che agisce In maniera non pianificata (cieca e spontanea): • Per definizione - sostiene Marx - la concorrenza è la natura interna del capitale. La sua caratteristica essenziale è di apparire come l'azione reciproca di tutti I capitali: è una tendenze Interna apparente come ln1posta dall'esterno. 11 capitale non esiste e non può esistere che in quanto diviso In Innumerevoli capitali: per questo esso è condi· zlonato dall'azione e dalla reazione degli uni sugll altrl .n. Questa opinione di Marx non è contraddetta dalla n Oueat• celebre frue 11 trova in Engel1, AntidhOrlng, Roma. 1950, pag. 163. Sul f•tto che la determinazione delle lewl di movimento e I• loro frrlduclblle 1peclflcft• sia l'elemento car,tterlzzante di una formazione storico-socia/e In r•pporto a/. /e altre, v. •nche gll scritti dell, scUOIB di Della Volpe ed m p,rt,colare v. Colletti, Il mar.1usmo ed Hcgel • l111roduzfone • al Quaderni filosofici di lemn. Milano. 1958. Id. Olalettica scientifica e teoria del v.ilore ( • lntroduz,onc , 8d ffenkov, la dlaletllca del concreto e dell'astralto nel • Ca• pitale • di Marx. Mlla1K>. 1961): Id Scienza e società :n Marx, in • Società • 1958, pag. 1025 segg .» Marx. Il Capitale: hbro I, cap11olo VI. medito. fi,enze. 1969. pog. 32-33. La posizione di Marx e ripresa in vori punti e su di essa si fonda tutta la sua enalisl del Copilalc V. Il Capilale I, clr pag. 372. 556. Il (Roma. 1965). pag. 367, 406, lii, 239, 999 Su queato punto v. anche Engels. Antldhuring, cli .. pag. 224 E' bene p,ecls•re, però, che Marx (Fondements de la c11tique de l'konomle polltlque. Il. Pari,. 1967-&, p.,g :JOO.OI; s, tratta della traduzione lrancese del celeb11 Grundm•se cu, laremo spesso ricorso non essendo statti, mentre scr1v1amo.com• pletata la versione italla11a) sembra distinguere tro plusvalore assoluto e relativo sostenendo che solo Il seco11dos,a tipico ed esclusivo del capitalismo mentre il primo si troverebbe anche nelle societ• p,e-capltal/stiche V anche Semp,un. La rivoluzione scientifica e tecnologtea un mito rev1s10111sta. ne • Il Man/lesto~ n. 2. 1970. pag. 56. Ora, però, cl ,embra che in questo brano Marx sottovaluti Il c11"Jttere specifico del capitalismo di tutta quanta la categoria del plusvalore; tale categoria presume /'esistenza di un processo di valorizzazione del capitale attraverso cui que• sto si riproduce con l'•ogiunta di un 1ovr11pp1(J(plusvalore} che as.sume la forma di merci. Nei .sistemi p,ecapit•llst;cl, invece. la c•teQOrla delle merci non ha carattere domilt•nte, oppure quando si hanno In periodi stoflcl particolar, fenomeni di d1latazlone della circolazione mercanti/e, questa si atteggia ,n maniera ben diversa dal cepitalismo come he notato Kula (Teoria del modo di produzionefeudale. Torino 1910. pag 2, segg.J. in pa,tlcolare per il feudalesimo. e ciò perché li il mercato non è organicamente fegato •I processo di valorizzazione del capitale (realizzo del plusvalore}. Peraltro nel brano citato nel testo (che 6 opera posteriore di 1-IJ anni al Grundrìsse) Marx parla di plu1valore senza distinzioni come elemento speclllco-esclusivo del capitalismo. Ciò è confermato nel Capitale (ed cit. lii pag. 993-4) In cui dopo aver ammesso che è possibile ravvicinare (m• solo • lino ad un certo punto •J /e forme di reddito delle 7,•~:1a:~'~:! ~"/,,~.':.:::· s~1:ft· ,9;:j,~ ·n~·~s::r:,"'3~8':°pli~~ lavoro, del loro speclllco carattere capitsl,stico, non sbblamo p/U queste forme. ma semplicemente I loro fondamenti che sono comuni II tutti I modi di produzione sociale •· L'ammonimento a non compiere affrettate generalizzazioni contro Il principio fond•mentale della specificità storica è, qum• di. chl•rl.,lmo: il plusvalore è una forma di reddito specifica al capitalismo. n V. Marx. Fondements cit., I, p. 371. Inoltre non mancano altri punti dove Mar• accenno oper• tamente al ,atto di aver descritto nel Capitale l'Intreccio e lo Interazione di pili capitali autonomi (v. ad es. Marx-Engels. 'g:;,~~ 10 ; :~p~°:{'/ ,'::,~;:'!,~!Je:,1'! 4! o/v a~t:squ~,'<f:~:r Il clt .. pag. 107) •flude Sttmpre ad una somma di più capitali autonomi che agiscono sufla base di ana/aghe leggi di movimento. -9
lettura del Capitale: anzi nel libro lii, dove Marx analizza le leggi di movimento del capitale. è detto. a proposito della legge sulla perequazione del tasso di profitto. che senza di essa il capitale non è pensabile \$ ed è indubbio che nello schema di Marx questa legge presupponga l'interazione anarchico-concorrenziale di pili capitali autonomi. E' indubbio, poi, che il capitalismo implichi sfruttamento d1 forza-lavoro umana. ma deve sempre questo sfruttamento assumere la forma del rapporto salariate? In molti punti Marx sembra sostenere questo .1\ tuttavia una lettura pili attenta delle sue opere dimostra come. per Marx, ciò fosse un requisito normale del capitalismo e proprio di quei paesi in cui il sistema aveva assunto la forma piU pura"°; esistevano però situazioni in cui la produzione per il profitto utilizza forme di sfruttamento anomale (schiavitll). eppure Marx parla in quelle ipotesi di capitalismo (ancorché anomalo ed atipico) 41 ; evidentemente la presenza del fine del profitto rende relativamente prevalenti. agli occhi di Marx. le leggi economiche del capitale. sicché egli parla di capitalismo ancorché anomalo •z. Se quanto sin qui sostenuto è esatto possiamo trarre dalle opere di Marx questa definizione del capitalismo: • Quel particolare modo di produzione antagonistico fondato sulla riproduzione allargata in funzione del plusvalore (profitto) che si attua attraverso la concorrenza anarchica sul mercato di pili unità produttive autonome (capitali) •. Questa definizione tuttavia è tratta da opere che concernono il capitalismo ottocentesco in cui l'oligopolio aveva un carattere eccezionale. Ora che esso è divenuto la regola O può sorgere il fondato dubbio che una definizione di questo genere sia superata. Ed indubbiamente fenomeni nuovi si sono verificati. Cosi la proprietà individuale è diventata secondaria in confronto alla proprietà associata (società anonime, trusts). Marx dirà che con le grandi società anonime il sistema capitalistico sopprime nel suo ambito la proprietà privata"· tuttavia l'espressione di Marx qui vuol dire solo che la proprietà individ~ale (privata) è sostituita da quella associata ma non certo che il meccanismo della concor• renza mercantile sia venuto meno, asserzione insostenibile adesso ed ancor piU all'epoca di Marx. In effetti questo meccanismo è rimasto in piedi per quanto la concorrenza abbia assunto forme diverse: alla concorrenza perfetta che faceva leva sui prezzi (XIX secolo) si è sostituita la concorrenza imperfetta in cui gli accordi di cartello determinano in larga misura i prezzi stessi. Tuttavia la concorrenza 10 imperfetta se non fa piU principalmente leva su, prezzi non ha un carattere meno anarchico di quella ottocentesca anzi è pili feroce poiché intercorre tra giganti•~ che disponu V. Man,. Il Capitale lii, cit., pag. 181 segg. A pag. 193 é scritto: • D'altra parte non vi ha dubbio che nella realta a prescindere da d1llerenze di poco rilievo, accidentali e che si compens:,no a vicenda, la differenza dei saggi medi di profitto tra i diversi rami dell'industria non esiste e non può esistere senza annullare tutto il sistema dello produzione capitallstlca •. 39 V. MaTK, Il Capitale I, cit., pag. 778 seg., Il. pag. 37. 40 Allorché Marx parla dell'accumulazione originaria egli dice di averla studiata in relazione all'Inghilterra (Il Capitale /, pag. 780). 41 V. Marx Il Capitale pag. 270 dove si allude ag/J sch.'avi negri americani utilizzati per produrre plusvalore; a pag. 822 si dice poi che il sistema schiavistico-patriarcale si era trasformato per l'influenza del mercato mondiale In un sistema di sfruttamento commerciale (sinonimo di capitallsmo in quel contesto}. Ancora più chiaro é Marx nel terzo volume del Capitale (pag. 290) dove si allude a quegli imprenditori .. capitalisti .. che utlllzzano schiavi nelle colonie per ottenere maggiori profitti. Analogamente Lenin. Lo svlluppo del capitalismo In Russia. Roma. 1956, Opere complete. voi. lii. pag. 182 seg. 186 seg. e 234 segg. dove si allude a forme di imprese capitalistiche che utilizzavano allo scopo della produzione per Il plusvalore vecchi istituti feudali al posto del rapporto salariale; esempi slmJ/1sono addotti dal noto marxista peruviano Marlategul in relazione alle imprese del Perii costiero (Il problema della terra ed il problema dell'indio, In .-Critica marxista .., quaderno speciale sulla rivoluzione coloniale. pag. 159 segg.). 'l Allorché, infatti, ci si trova di fronte a situazioni ambigue non rimane che vedere quale sia JI rapporto dominante che. prevalendo, Influenza tutto il movimento di una certa ,o,m8zione storico-sociale (v. piu ampiamente Infra par. 10). 4J V. Galbraith. Il capitalismo americano, Milano, 1965. pag. 43 segg.; Sylos Lablnl, Ollgopolio e progresso tecnico, Torino, 1964, pag. 32. " Marx. Il Capitale lii, cit., pag. 518 e 521. In particolare a pag. 521 Marx mostra di stabflire un'eguaglianza tra proprietà privata e proprietà Individuale, quando dice che Il grande commerciante non rischia piii la • proprietà sua .. ma quella della società. La proprietà associata tuttavia opera pur nell'ambito di un sistema mercantile-capitalistico caratterizzato dafla produzio,. ne per il plusvalore che si realizza attraverso il movimento del mercato. La società per 8Zioni é, dunque, un elemento nuovo (essa permette al grande capitalista di rastrellare la proprietà degli altri di cui egli spesso diviene un padrone • di fatto •J ma che si colloca pur sempre nel quadro tracciato da Marx nel Capitale e che noi stiamo cercano<>di riprodurre Il plii fedelmente posslblle. In senso analogo v. Mlii/band, Lo stato nella società capitalistica, Bari. 1970, pag. 47. '~ Cosi MagdoO, L'era dell'imperialismo ;,arte lii In .. Monthly Revlew .. ed. il. n. 12, 1968, pag. 22; Pannekoek. Organizzazione rivoluzionaria e consigli operai. MIiano, 1970, pag. 78: Somlr Amin, L'accumulation à l'échelle mondiale, Parls. 1970 pag. 290 seg. Sulla concorrenza .-Imperfetta,. v. anche Galbr8ith op. cit. pag. 51 seg. Tuttavia è bene precisare che la concorrenza sul prezzi rlap-
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