oca ,ociale d, m,l,tan11poh11c1,nel movimento unita110d, lotta .ant1-capitalis11ca,pr.r promuovere ed accelerare il processo di ricomposizione pollt1c0-0rganlzzalivadi lutto Il proletarlato, per assolvere al ruolo che gli spelta nell'ineludibile radicalizzazione dello scontro d, classe che le lotte sociali - non cerio soffo. cale (semmai esaltate) dalla macchina reazionaria In grande s11le- verranno a dclerminare Anche te sorti dello stesso lstitutc di scienze sociall - non soltanto quelle del Mov1men10studentesco - si giocheranno 1nev11ab1lmentesu questo piano: e solo in questo quadro poli. 11codi riferimento complessivo sarà corretto - e non fuorviante o mlstif1ca1orlo - misurare le future vittorie e te eventuali sconlnte Continuare a guardare il presente ed il futuro con 1'01t1c,politica del passalo t. infatti. Il contrario di una coscienza rivoluzionaria storicamente consapevole: è la premessa • Ideologica • per condannare inevitabilmente la propria azione polltic" all'iMfflcacla tattica ed al fallimento strategico. l■ radicalizzazionedello scontro sociale e 11 risposta della classe dominante Da quando. nel maggio 1968, la lotta alla Michelln segui 11primo esempio di superamento della tradizionale pratica sindacale (del res10 anche questa particolarmente debole), determinando momenti di altissimo conllittualltà, l'allargamento della comban,vità proletaria dalla fabbrica alla città e la convergenza a livello di massa tra operai e studenti. anche nel Trentino cominciò rapidamente a verificarsi un processo di generalizzazione e radicalizzazione dello scontro di classe a tutte le principali fabbriche della provincia. D'altra parte. contrariamente alle previsioni padronali. ed alle scadenze ,stltuzlonall della routine slndacale. Il ciclo di lotte proletarie apertosi nella primavera del 1968 - con carat• !eristiche polltlcha radicalmente nuove e con una crescente maturazione della coscienza di classe e delle forme di lotta in senso decisamente antagonistico - non si chiuse affatto dopo il parziale raggiungimento del vari accordi azlendall. Pur con periodici momenti di riflusso - tipicamente susseguenti alle fasi in cui l'esploslone della combattività proletaria toc• cava Umili di volta In volta, nelle specifiche condizioni di coscienza e di organizzazione. non ancora superablll -. lo sviluppo politico cd anche la generallzz~zlone • terrltorlale • dello sconlr0 di classe non riuscirono plU ad essere bloccati, neppu• re quando (come Il 26 febbraio 1969 alla Mlchelin) padroni e sindacati arrivarono • firmare un • accordo lampo • per riassorbire la lotta montante addirittura con 11 clausola lstituzio72nahzzata del mantenimento della • pace sociale • In fabbrica (In quel caso, fino all'inlzlo del 19701). Non solo nelle principali fabbriche di Trento (per lo plU. ma non esclusivamente. metalmeccaniche). ma anche In quelle di Rovereto (città Investita piU fortemente del capoluogo dal processo di lndustriallnazlone) e dalla Valsugana lo scontro sociale si svlluppò con fenomeni di radlcallzzazione sempre plU elevata, e con sempre plU frequenti momenti di • soclallzzazione • dei contenuti e delle forme di lotta a livello territoriale (lolla all'Uplm, manifestazione di Borgovalsugana, nella primavera 1969). la stagione dei controlli (autunno 1969) giunse, pertanto, In un Trentino politicamente lrriconosclbile, per chi avesse continuato a considerarlo con l'ottica tredlzionale della zona non solo economicamente arretrata. ma anche politicamente statica e • sottosviluppata •. Formo di lotta • nuova • Interne alla fabbrica (calo della produzione, cortei. ecc.) ed esterne (socia. llzzaxlone attraverso manifestazioni nel quartieri, contatti poll• tlco-organizzatlvl tra avanguardie di fabbriche diverse. anche tra zone lontane una dall'altra, ecc.) diventarono pratica slste• matica della lotta proletaria; e lo stesso rapporto - a livello di massa e di evanguardla - tra operai e studenti superò via via I precedenti limiti • solidaristici •· per divenire momento fondamentale di articolazione di una atrategia cosciente tesa alla ricomposizione politica di tutti I settori del proletariato, allo sviluppo dell'autonomia operala al di là del confini lstltuzlonall dello scontro contrattuale e della • confllttualltà • slndacale, verso una maturazione In senso antagonistico e una presa di coscienza rivoluzionarla. Non è un caso, pertanto. che proprio dopo la chiusura della fase contrattuale - quando la combattività proletarla non ac• cennava a rlflulre e la r3dlcalità della lotta di classe costituiva non piU solo un dato ormai permanente, ma anche una sorta di • Infezione • che dall'università si propagava alle acuole medie, dalle fabbriche al quartieri, dalla città si estendeva al paesi. da una zona ad un'altra - la classe dominante. essendosi resa conto detl'efllcacla sempre minore degli strumenti tradlzionall di controllo politico dello classe operala (concessioni sul plano contrattuale, mediazione sindacale, ecc.) e delle altre fone soclall In lotta. come Il Movimento studentesco universitario e medio (concessioni riformistiche ed allargamento strumon• tale degli spazi • democratlclstlcl •l. abbia cominciato a met• 1ere In atto uM strategia plU • scoperta • di sistematica repressione, sia attraverso gli strumenti lstltuzlonall del potere statuale (pollzla e magistratura) sia mediante l'utlllzzazlone crescente e genera\luata della provocazione e del terrorismo fascista. --
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