Il nemico da affrdntare e do combattere nel rispetto evidente del sistema. anzi In uno sforzo programmato di rozlonallzzazlone del sistema stesso. SI comprende pertanto come questo ammissione abbia soddisfatto perfino il segretarlo del Prl Ugo la Malfa, che In essa ha visto una sia pure tardiva adesione alla sua .. strategia • di ammodernamento e potenziamento del si· sterna. Secondo Paolo Sytos labinl. se non si mette riparo a questa situazione. la parallsl diventerà completa, con conseguenze straordinariamente negative anche per ciò che concerne l'oc• cupazlone. la cui flesslone si è ulteriormente accentuata da nove anni a questa parte: .. la quota degli occupali in confronto alla popolazione totale è Infatti diminuita dal 36.1% al 35.5%. uno del llvelll pili bassi tra 1 paesi industriill •. Successivamente, di rincalzo. Eugenio Scalfari ripete Il proprio lelt-motlv: .. SI sapeva che, per riattivare i normall ritmi di lavoro nelle fabbriche. dopo Il trauma psicologico e polltlco dell'autunno, sarebbe stato necessario procedere con audacia nella politica delle riforme. Non era una concessione al sindacati operai: era Il mantenimento - con almeno dieci anni di ritardo - di Impegni solennl che le stesse forze politiche e plU o meno le stesse persone fisiche avevano assunto ripetutamente dinanzi al paese e al parlamento. Si sapeva del pari che, per avviare le riforme, occorrevano fondi freschi, quindi nuove imposte. Ma Il presidente del consiglio [Rumor n.d.r.) perfettamente alllneato col suo ministro delle finanze. [PreU n.d.r.] preferl Ignorare Il problema e rinviarlo fino a dopo le elezioni. A causa di questo rlrwlo Il meccanismo finanziarlo. che stava attraversando un momento molto delicato [ ...) si è bloccato. provocando una crisi di funzionamento assai grave e tanto piU paradossale In quanto non esistono le condizioni di una crisi reale •. Stiamo prescindendo - va ricordato - dai fattori lnternazlonall cui aveva accennato Colombo. Per quanto concerne questi. rimando all'editoriale delta rivista E~ione di giugno. intltolato L'lnatabllltà del doUaro à un pericolo per le economie europee. La diagnosi In essa contenuta è persuasiva anche se non si concorda con I rimedi. Oul. peraltro, Interessano gli effetti politici derivanti da un Interesse speclffco e crescente delle grandi società americane e delle banche americane In ltalla. Tall effetti polltlcl cJ paiono lndirlzzatLverso un governo forte. stabile e rigorosamente atlantico. Questo è Il punto. Non sono certo da sottov~ richiami alla crisi di funzionamento del nostro sistema. alla sua precarietà organizza. tlva. alla sua mancanza di efficienza. Dietro questa crisi. cl sono pesanti Interessi precostituiti. C'è ad esempio la burocra• zia che non vuole l~azlonl, che non intende mollare Il proprio potere fondato sulla Inerzia. sui problemi che maturano e si rl::olvono da soll, per vecchiaia; cosi come nella scuola e negli ospedall cl sono potenti baronie che tengono duro perché ogni riforma mette in discussione scprattutlo il loro potere e i loro privilegi; ci sono i settori Improduttivi, parassitari. abbar• blcati a situazioni di rendita. Tutlavla non mi pare che quest! siano gli ostacoli principali sulla strada delle riforme. Il pro• blema centrale è quello toccato da Francesco Forte nell'edito. riale del Giorno del 14 luglio 1-970. e consiste • In un aumento ; della produzione. attraverso la pace sociale [Il neretto è mio ,;:a,r,] e nel miglioramento dei bll~rnatlvi, attuato con un aumento delle""7mposte e con un attento controllo delle spffl[ ... J•. ~ come realizzare questa pace sociale? I riformisti pensano che si possa ottenerla da un lato attuando subito alcune importanti riforme tali da pacificare I lavoratori, e dall'altro razionalizzando la politica economica, con particolare riguardo per la spesa pubblica e le sue destinazioni. A tale scopo. oc· corre un governo per le riforme e pe1· l'efficienza, e un governo del genere non può prescindere dal sindacati e quindi, sia pure gradualmente, dal Pci. Ma anche I conservatori non potrebbero ncn essere riformisti. Anch'essi, Infatti. pensano alle riforme. anche se al presente non le ritengono ottuablll o le ritengono attuabili solo in minima parte. Il loro quadro politico però è diverso. Per arrivare 311acollaborazfone istituzionalizzata con I sindacati e al dialogo con il Pci, essi Intendono costituire una piattaforma politica moderata forte, dlmodoché nella dialettica futura del rapporti con le forze del lavoro, essi abbiano salda• mente Il coltello per Il manico: che Il Pcl veda lo spiraglio nella porta che dà nella stanza del potere, ma che non vi siano dubbi su chi ha il potere di ampllarlo quel tanto che basti per farlo entrare: perché può entrare solo un Pci fisicamente grasso (ph.i lavoratori e·sso riuscirà a contro11ire e meglio sarà) ma politicamente magro. anzi smilzo: un Pct riformista. diamine (e chi non lo è?). ma dal volto p!U che umano, cristiano quasi, tendente possibllmente al cattollco. e soprattutto un Pcl atlan• tlco. SI tratta di una ~ strategia • dai tempi non brevi, che pro, babllmente comporta una premessa dura: quel governo mode• roto e sufficientemente forte che sappia imporre subito, con l'Imperlo delle leggi e l'uso della forza, la pace sociale. senza essere contrastato ma anzi piU o meno dlrettemente soste• nuto o tollerato dal Pcl. Ma le riforme le vuole o le reputa lndlspensablll probabil, mente anche Il reazionario signor P, che sogna alla greca o alla francese. Il quadro polltlco nel quale situarle. però sarebbe profondamente diverso. In esso non cl sarebbe posto per Il Pcl. e quanto al sindacati, questi dovrebbero mutare fisionomia e -61
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