cinese, Jnche ad· un basso livello di reddito procapite. (Non è possibile fornire cifre globali reJatlvs, agli Pumenti di produzione ne.gli ultimi anni, che - come è noto - non sono state pubbll• cate dal governo cinese. La presentazione del nuovo piano quinquennale al prossimo congresso del popolo potrebbe essere !'occasione per un'inform:uione meno generica sui livelli produttivi conseguiti. In tutte le aziende visitate gll aumenti dt produzione nel 1968-69 sono stoti dell'ordine del 25-30% mentre Il plano del 1970 era in genere realizzato in anticipo]. La Cina si trova In una fase ancora prevalentemente di sviluppo estensivo. nel senso che si ba!lla sulla mobilitazione m.'.l,sir.cla della forza-lavoro piU che sull'impiego di nuovi capi• tali. Tuttavia Il salto avvenuto nella qualità della forza-lavoro con la valorlzzazlone delle conoscenze formatesi nella pratica produttiva rende possibile l'introduzlcne di criteri intensivi. che ~nzialmente al rinnovamento tecnologico. inteso so. prattutto come prolungamento ad oltranza della vita delle macçfiine. Certo. la Cina costruisce anche macchine nuove. ma anche queste non sono terreno di monopolio degll esperti. bensi vengono progettate e costruite con le forze congiunte dei tecnici e degli operai: i prototipi di macchine semiautomatiche e a controllo numerico espost<:?alla mostra industriale di Shanghal o In funzione ln alcune aziende visitate - turbogeneratori, presse, rettificatrici. molatrici - sono considerati • prodotti della rivoluzione culturale • proprio in quanto derivati da questa integrazione tra teoria e pratica che ha permesso. tra l'altro. una conslderevole accelerazione dei tempi di progettazione e costruzione delle macchine e una notevole riduzione dei costi. L'impegno degli operai per Il rinnovamento tecnologico si applica cosi a tutti I livelli della vita produttiva. anche perché sempre pili si diffonde la tendenza a fabbricare le macchine utenslli nelle stesse aziende che le utilizzano. e un'estensione considerevole hanno assunto nelle fabbriche le officine mecca11lche addette appunto alla manuter.zlone o al miglioramento delle vecchie macchine cosi come alla sperimentazione di macchine nuove. Queste produzioni su plccolisslma scala. diffuse In tutto il paese incluse le campagne. sarebbero certo estrema mente costose se non utllinassero il potenziale di conoscenze Insito nel produttori stessi e derivante dal fatto che la tecnica ha cessato di essere un • mistero ,. ri,;ervato ad alcun! ceti rri\llleglatl. la Cina d'altronde non produce pili ouesti stessi ceti prl- \lileglati, e questo è un altro _punto fermo su cui si lavora. Oggi gli lntellettuall. gll scienziati. i funzionari Immessi nella vita produttiva e visti a lavorare accanto a un tornio o sul campi di una comune. esprimono ancora una lacerazione socia• le, anche se Il lavoro. manuale In unA società d,e si basa essenzialmente su!la forza fisic:, umana non ha un carattere pu• nitivo e se Il recupero dei quadri Jlla nuova linea è fovonto al massimo nell'ambito dei collettivi di lavoro (spCS!>O ad esempio i vecchi direttori fanno parte del comitato rivoluzion:mo che gestisce razienda). Ma d'ora in avanti il sistema d1 istruzione e formazione professionale non produrrà pili specialisti che necessitino di una radicale ricducazion~ nel lavoro produttivo. Come è noto. il lavoro manuale è ormai parte integrante dei programmi scolostlci: sotto la guida delle squadre operaie. che gestiscono ormai ovunque le scuole. ~ono state orgonizzate m tutti gli istituti dì istruzione a partire dalla scuola elementare piccole officine che producono serr:ifinitì di fabbricazione relativamente semplice per un'aziend:i vicina. e gli studenti apprendono il lavoro .igricolo nelle comuni, dove spesso dispongono di propri appenament1. Nello stesso tempo sono stati ridotti i progrnmmi di studio e dovrà anche essere .ibbreviata la durala dei corsi scolastici a, vari livelli. Per inciso. ci tro• viamo qui di lronte a un processo mverso a quello che si verifica in Occidente: mentre nei paesi capitalistici 11 prolunga• mento dell'età scolastica serve a neutralizzare la crescente inoccupazione della forza.lavoro. in Cina l'abbreviamento della durata dei corsi si propone dì mantenere socialmente attive tutte le risorse umane disponibili. Ma, quel che pili conta, è stato bloccato il meccanismo che automaticamente portava i figli del quadri e degli intellettuali agli studi superiori e tendeva quindi a riprodurre le differenziazioni sociali esistenti. sia pure con l'inclusione di una quota di figli di operai e contadini negli schemi selettivi di università dirette da esperti e che formavano esperti. Nel politecnico Tslngha di Pechino. che ha quest'anno ripreso a funzionare sia pure su base sperlmentale, i 2800 studenti del primo anno sono ::.tati prescelti dai collettivi di fabbrica o di comune in cui lavoravano dopo aver terminato la scuoio seccndaria. ed erano alrinizio dell'anno scolastico prcval~ntemcnte occupati nelle officine In funzione nel politecnico. L'attività produttiva costituisce dunque oggi il filtro per la selezione degli studenti. che tendone cosi a dissolversi come catego1ia sociale allo stesso modo degli Insegnanti professionisti. per il loro tegame organico con la produzione da cui arrivano e a cui ritornano. nella maggioranz;:1.quasi senza soluzìone di continuità. Ma runiversltà resterà. anche dopo la fine degl! studi. un terreno di attiviti\ per questi lavoratori dlplomati che vi ritorneranno per insegnare. per organizzare. per addestrare le nuove leve di studenti. La Cina della fase Immediatamente successiva alla rlvolu• zione culturelc vive ancora sull'onda di quel colossale sommo• vimento politico e sociale che è riuscito a sconvolgere gli schemi lstltuzlonall e organizzativi dellii società Questa non aveva - 55
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