• concezione storica.politlca scolcstica e accademica per cui ò reale o degno. so!o quel moto che è consapevole al cento per cento e anzi è determinato da un planQ minuziosamente traccialo in precedenza •. Ora 11 nostro metlcoloso e persino pignolo tentativo di ricostruzione della dinamica della rlvolta (soprattutto in luglio), tcnd.? 3 rifiutare certe visioni • polizie• sche. della storia che dai commiss:1riatl di P.S. talvolta eva• dono e si infiltrano nelle burocrazie del movimento operaio, concezioni che vedono il movimento che non risulta minuziosamente planlficato da sinistra come l'espressione puntuale di un programmato complotto di destra. Certo, vi sono centrali eversive di destr.: che si sono cimentate col movimento fino ad ege,nonlzzarlo. ma tutto r.iò era. sin dall'inizio. obbligato e fatale? La posizione del Pci che. paradossalmente, era pili semplicistica e sommaria proprio nella prima fase del movimento, A nostro 2.wiso quella pili complessa e plurivalente. pili aperta. meno lineare e predeterminata. comportava l'ipotesi • scolastica e accademica • di un movimento da scomunicare e da lasciar esaurire. di uno scontro da • normalizzare •, per riprenderlo poi in modo corretto e in una direzione giusta. Quasi che le masse fossero dei plotoni obbedienti e passivi che dopo essere stati dirE'tti da colonnelli stupidi e ottusi. dopo una pausa di rl9oso in retrovia, possano ripartire. come se niente fosse, agli ordini di altri comandamenti pili efficienti e sicuri. Lo sviluppo. la dinamica di un movimento di massa lungo linee errate. In direzioni di destra, può sfociare nella normalità per esaurimento e repressione, ma lascia terra bruciata, de• serto, lascia una rovina tale nella coscienza e nella organizzazione di classe per cui le • riprese •. le iniziative • correi• te• di movimento divent.ino poi tutt'altro che facill e rapide. Forse che l'accoppiamento mostruoso tra sfruttati e sfrut• latori, la mediazione tra una spinta di massa che nasce da una matrice di Ingiustizia e dl disperazione sociale e la ege. monia di un gruppo politico che è responsabile di quella In giustizia e di quella miseria, non è il risultato del faticoso e difficile co.1trollo di una contraddizione permanente. bloccata. via via, attraverso deformazioni sistematiche della coscienza popolare. con la creazione di • feticci • precari e volgari: rorgogllo municipalistico. la Madonna, la qualunquistica denuncia della • Caporetto del polltlci •. ecc.? Forse che non dovrebbe essere enormemente pili faclle far esplodere questa contraddizione con l'intervento di un rigoroso discorso di classe che non Invece neutrallzzarla e bloccarla mediante miti reazionari? Inserirsi significa questo: operare accanitamente sulla contraddizione latente, ma micidiale. tra base sociale e direzione politica. per spezzare la falsa coscienza delle masse. per rom• pere Il blocco interclassista. per emarginare con le mani e i pugni dei proletari del rione Sbarre I Ciccio Franco. i Dlena, i 42 - Mauro, invece di invocaro questori e magistrati dello Stato borghese, rischiando di fare di questi squallidi personaggi del falsi martiri, mentre occorre espellerli dalla coscienza delle masse, come reali, miserevoli approfittatori. Però, per agire efficacemente su questa contraddizione, OC· corre inserlrsi né sotto le sottane del vescovo Ferro. né dentro le manovre del • barone • Mancini. ma al livello reale dello scontro sociale in atto. Ed alcune premesse sono indlspensa• bili per poter dominare queste situazioni. In primo luogo occorre avere chiaro che battere l'egemo- :iia del • baroni neri • è possibile solo se si contesta radicalmente e senza pietà il dominio dei • baroni rossi •: In secondo luogo bisogna decidere se si accetta di gestire razione diretta delle masse, la violenza proletaria; in terzo luogo occorre definire la disponibilità o meno di dirigere • da sinistra • e poslti• vamente la crisi del rapporto tra masse meridionali e istltuzio· ni. Certo, vi sono problemi di rinnovamento organizzativo. probleml dl lndivlduazione delle forze socla!i motrici. degli obiettivi e delle forme concreti d! lotta, ma non sfuggiamo alla questione di fondo. Non c'è un vuoto strategico nel movimento operaio, ma c'è una strategia maggioritaria nel movimento operaio che lascia 11 vuoto nel Sud. la strategia che sommariamente viene mdlcata come l'incontro tra il neogiolittismo e la logica tura. liana. E' impossibile a questo punto sfuggire all'Interrogativo po• sto dal compagno Foa proprio nel momento In cui sottolinea e apprezza gli spuntl nuovi dell'elaborazlone comunista: • La prima domanda che si affaccia di fronte a nuove rlflesslonl e nuovo llnguagglo è quella della loro compatibilità con la linea politica generale. In che misura la proposta politica di cambiare "segno" alla rivolta merldlonate, di lavorare per mettere un segno di classe al posto del municipalismo reazionario. si concilia con un quadro generale di mediazione interclassista a livello stc1tale? Sorge subito Il dubbio che in quel quadro ge• nerale una proposta di dislocazione degll obiettivi si risolva In una pura e semplice liquidazione del movimento. non di quel movimento, ma del movimento In generale ... Per rispondere a questi Interrogativi diventa essenziale e rlsolutiva razione. l'tmpeqno pratico a costruire la lotta. Un Impegno collettivo e militante che però può reggere la sua opera quotidiana se. dall'Interno del processo pratico. sprigiona sempre pili viva la luce dt una cer1ezza strategica. di una prospettiva nuova di lotta rivoluzionaria. che via via butti nell'ombra I dubbi lnqule• tanti, 911 Interrogativi parallzzanti. Pino Ferraris
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