di quel neocapltallsmo che si apre al dialogo •civile• a Torino e a Milano, che cerca corr'etti rapporti con l'opposizione a Roma mentrerionpuò ch'è essere cllentelare, mafioso, autori• tarlo e~tto nella sua faccia rivolta verso Napoli, Cosenzo, Palermo. Bari. A questo punto nascono 1e contraddizioni insanabili: chi sono I • feudatari moderni • se non i Mancini e i Moro, I Mlsasi e i De Martino, I De Mita e i Colombo, tutti esponenti di una classe di governo che fonda la sua • moderna • visiono riformista e dlalogante sulla base dell'Intangibilità dei propri • feudi • lucanl o calabresi, campani o pugliesi? Come è pos• slblle realizzare quella alleanza con • l'industria • contro la ren· dita, la speculazione. il parassitismo, se il fulcro della • logica dell'impresa • è proprio quello svlluppo concentrato che genera Il sottosviluppo del Mezzogiorno? In questa strategia neoglolittlana di Incontro con I Mancini e i Mlsasl, che richiede al Pc! una opposizione • responsabile o costruttiva • sul decretone, nonostante il suo • grave conte• nuto anllmeridlonallsta • (Relchlln). non solo le masse meri• diona11vengono ad essere • politicamente plU Isolate •, ma rl• schlano addirittura di essere abbandonate. E allora è naturale • che In molti luoghi il partito stenti a raccogliere questa pro• testa, a dlrigerla, a porsi chiaramente come punto di rlferi• mento di grandi masse, specie glovanill e cittadine, che non sono la nostra base tradizionale. e a dare ad esse uno sbocco politlco positivo • (Aelchlrn, Rinascita, 23 ottobre 1970). Perché Il compagno Aeichlln proprio nell'articolo (Non cl sono due ltalle). In cui portava avanti elementi di analisi nuovi ed avanzati (rispetto alla llnea tradlzlonale del Pcl), sentiva però Il bisogno di fare una polemica, persino malevola, verso • un certo settore della sinistra • (Acll, Pslup, Astrolabio)? E' Importante chiarire I termini e Il significato di questo scontro. La critica del compagno Aelchlln esprimeva In primo luogo una differente valutazione del grado di spontaneità e di partecipazione popolare delle prime fasi della rivolta di Reggio Calabria e Il rifiuto della cosiddetta • linea di Inserimento • nel movimento. soprattutto all'Inizio (dopo l'uccisione di labate), quando Il moto nveva accentuato Il suo carattere antlrepresslvo. Relchlin rivolge le seguenti accuse • a questa parte della si• nlstra •: • Essa ha visto U riflesso di un fatto sociale, l'accu• mularsi di una nuova miscela esplosiva In quel mostruosi ag• gregatl che sono diventate le città merldlonall e quindi una nuova disponibilità alla lotta della gloventU e delle masse po. polari. Ouesta analisi è In parte vera. ma essendo vera solo a metà è sbagliata e deviante. SI ferma alla sociologia del movimento, non ne vede Il segno polltlco e quindi non ne coglie affatto Il contenuto di classe •· Intervenendo nel dibattito luigi Covatta. sul numero del 30 agosto di Sette giorni. si collega criticamente a questa denuncia delle posizioni legate ad una visione sociologica del movimento, criticamente perché da una parte non rlsp3rmia l'accusa ai co· munisti di un • legalitarlsmo puro • e di una loro Incapacità a • produrre un movimento alternativo •, mentre d'altra parte. pili correttamente, Covatta Individua il vizio sociologico nello spon• ta~eismo di lotta continua e non in .. quelle altre forze di sinistra • cui fa riferimento Reichlin. Infatti nessuna delle forze crj_ti_c:atdea. Reichlin (Acli, Psiup, Astro ablo) possono essere tacciate di sociologismo, di mec-· canicismo spontaneista, avendo esse ribadito con decisione l'e• Sigenza della direzione polillc.a--deU8-C31'.icità-:-soggettiva di. ope. rare al fin~o~ a coerenza ma~ sociale e obiettivi del movimento. - le Acli di Reggio hanno rappresentato il so!o settore cat• tollco che abbia avuto il cor~ggio di demistificare la questione del capoluogo. dl condividere l'impopolarità di una scelta di campo a sinistra (es. parIecipazlone al comizio antifascista), che ha Indicalo l'esigenza di indirizzare il processo di attivizza. zlone di massa al fine di spezzare i secolari meccanismi di delega e l'autoritarismo cllentelere che amministrano la passività delle classi subalterne. Giancesare Flesca nel suo articolo sull'Astrolabio pili volte citato ha posto con tucldo vigore • il problema di come canallzzare questa rabbia antica che si manifesta adesso In modo nuovo, di come gestirla politicamente per sottrarla a\. l'Influenza dei ceti egemoni •. le posizioni del Psiup calabrese e reggino si commentano da sole nel manifesto del 22 1ug11o:• Alle forze politiche e popolari, al sindacati. al giovani. a tutte le forze sociali di• sponiblli rinnoviamo il nostro responsabile invito: la carica eccezlonale di riscossa espressa dalla coscienza profonda di un popolo. non va dispersa, ma esaltata e valorizzata, lmmet• tendola nelralveo di una lotta tanto responsabile quanto finaliz• zata nel suol obiettivi che emergono dalla amara realtà che cl circonda L ..l •· Qui non possiamo non ricordarci di alcune frasi di Gramsci: • [ ...] Trascurare o peggio dis_P.rezzareI movimenti cosiddetti spontanei, cloe rinunciare a dare loro una linea consape• vole. a~d un pfano supelTOYe Inserendoli nella poli• tlca_.,, uò avere spesso conseguenze serie e ravl. ~vvlene quas.i sempre.- e un movimento spontaneo delle classi su• buherne si accompagna un movimento reazlona.!!_Q_j_elladestra della classe dominante1 per motivi concomitanti (. ..) •. E certo è dlfffclle assolvere quel dlrlgeÒtl comunisti che (come abbiamo accennato in precedenza) sono calati a Reggio nel primi giorni della tlvolta, dall'accusa che Gramsci rivolgeva ad una - 41
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