giovane critica - n. 25 - inverno 1971

cui matura l'esplosione della rivolta di Reggio. In questa situazione alcuni dati generah vengono ad aggravarsi proprio negli ultimi tempi. Prima di tutto il già tragico problema della occu• pazione. la crisi di settori fondamentali della agricoltura reggina {bergamotto. arancio. olivo). la diminuita attività del consorzi di bonifica montana e di forestazione che lasciano senza lavoro centinaia e ccntindia di manovali, la contrazione dell'edilizia privata (fine della legge-ponte). il prossimo esaurimento dei grandi lavori pubblici (completamento delle Infra• strutture viarie. autostradali), sono occasioni di manifestazioni, di agitazioni che culminano con lo sciopero generale del 15 marzo 1970 che inv-:?stetutta la Calabria e che ha per obiettivo la richiesta di 100 mila posti d1 lavoro. Nella primavera e poi in grugno e in luglio. alcuni focolai di esasperazione si accentueranno ulteriormente. 15 maggio. 911istituti privati e religiosl. che sono la grande maggioranza, decidono d1 chiudere in anticipo 360 sezioni di scuola materna lasciando 11 mila bambinl sulle spalle delle famiglle. della donna lavoratrice, che senza assistenza, sovente con salari di fame deve trascinarsi dietro I bambini nel campi in cui va a raccogliere olive e gelsomino. Si tenga presente che le donne-braccianti in provincia di Reggio sono ben 30 mila: poco meno del so0 ~ dei braccianti. Contemporaneamente avviene un altro cl3moroso esempio di clientelismo municipalistico. Di fronte alla terribile carenza di scuole materne a Reggio,. la cui es1genzaèvitale per questa accentuata presenza di maiiodopera femminile. srapprende che le sezioni di scuole . materna sla"tàfe(Jr prossima aQ_e_r!urian Calabria saranno cosi distribuile per volere del Ministro della P.1. Misasi: 176 a Catanzaro. 85 a Cosenza48 a Reggio Calabria. Questa situazione determina un clima di esasperazione ancn"e nel personale Insegnante. Proprio in queste settimane di prima estate frattanto vengono assegnati gli incarichi nelle scuole: mentre I ragazzi si affollano In classi di 35-40 alunnl per mancanza di locali. mentre parecchi non possono frequentare e la scolarità è paurosamente bassa. pili di 5000 insegnanti di Reggio vedono incombere su di essi la Minaccia della disoccupazione. Frattanto l'esasperazione del produttori di olio d'oliva di Reggio e provincia è nl éolmo: incomincia la nuova campagna di raccolta e il ministero non ha ancora pagato l'integrazione di prezzo per la stagione '68-69. Contemporaneamente si sospende l'erogazione dei crediti e 1e piccole aziende falliscono. aumentano i pignoramenti e la svendita della terra. Uno sciopero di 24 ore degli olivicultorl reggini awiene In queste settimane. Intanto. come In tutti I periodi estivi. esplode nelle borgate. nei comuni circostanti l'eterno problema dell'acqua. Proteste, agitazioni per l"assenza di acqua potabile. la situazione degli acquedotti è Incredibile. A Reggio città vi è fermento 18 - tra I dipendenti della azienda dei pubblici trasporti che si vedono negata l'assistenza farmaceutica. Nel primi giorni di luglio esce una inchiesta sul commercio al dettaglio In Reggio che documenta la grave crisi di questo settore. Nel settore alimen· tare vi è un negozio ogni 260 abitanti e questo nella città di pili basso consumo Individuale e mentre arrivano in forza i supermercati. In generale vi sono a Reggio 5000 negozi con l'insostenibile rapporto di un negozio ogni 25-30 abitanti. e· in questa situazione che si colloca l'agitazione per Reggio capoluogo. Dopo l'ordine del giorno del marzo 1969 al consiglio comunale. alla vlgilia della campagna elettorale. nella sua relazione al bilancio 1970 li sindaco Battaglia riprende questo tema che mai era stato lasciato cadere; lo riprende esprimendo. a dire il vero, anche esigenze abbastanza corrette come quando chiede che • le scelte per le regioni siano fatte prima della consultazione amministrativa regionale. perché crediamo sia nostro dovere presentarci alla verifica elettorale con un quadro di assetto regionale. senza rinviare al primo consiglio regionale che scaturirà dalle urne. evitando diatribe e divisioni che ne mortificherebbero in modo determinante la vita e l"attività •. l'atteggiamento dei partiti di governo nel corso della campagna elettorale del 1968 e del 1970 è molto chiaro. SI agita 11 pacchetto delle promesse: l'Università. il polo industriale. il capoluogo: ma si evitano decisioni a livello governativo circa la localizzazione per lasciare libera la demagogia munlclpallstica di ogni partito di governo. Cosi il democristiano e Il soclallsta di Cosenza potranno sperare di prendere voti con Il cavallo di hattaglia della Università a Cosenza, mentre gli stessi socialisti e democristiani pensano di prendere voti promettendo la stessa Università alla provincia di Catanzaro; partiti di governo pensano dl rafforzarsi a Catanzaro con solenni Impegni a fare di questa città il capoluogo regionale, mentre i loro colleghi di Reggio chiedono fiducia e voti in nome dell'Incrollabile Impegno a fare di Reggio il capoluogo della regione. Se questa tattica elettorale può essere reddltizla • nel fare voti • pone poi dei problemi difficili quando si viene al dunque. al momen• to delle scelte; allora scoppiano le falde campanilistiche, le compagini politiche si disgregano, mentre volano le accuse di • tradimento • e si logora fino in fondo Il rapporto tra le popolazioni e la classe polltlca. In questo quadro il sindaco Battaglia. stretto nella morsa delle difficoltà che gli crescono Intorno e che lo assediano tende a fare sempre piU del tema del capoluogo l'ultima trincea della sua soprawlvenza politica fatta coincidere con la sopravvivenza polltlca e sociale della • cenerentola • della Calabria. Reggio. Coagula attorno a questa idea-forza Il senso di rhtincita e l'indeflnlblle rivendicazione di un • diritto di giustizia • che accomuna le mllle frustrazioni, quella dell'agrario e del

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