giovane critica - n. 25 - inverno 1971

• ceto medio progressista • locale, un blocco populista antla• grarlo e con sfumature entlmanclnlana. Ma questo disegno veniva a perdere via vie ogni strumen• to polltlco col quale reallzzarsl, ogni realistlca prospettiva. Mancini riesce a prendere sempre piU saldamente In mano la situazione del Psi di Reggio e alla vigilia delle elezioni am• mlnlstratlve crea una crisi nel centrosinistra (caso Delfino) il cui fine sembra quello di prendere le distanze dal sindaco Bat• taglia nel quadro di un obiettivo generale portato avanti In C,alabria per ottenere sindaci socialisti In tutti I capoluoghi._!! l!_c!, In Calabrla non può non regolare la sua politica delle al• le.a~ suttrJ,ase-defraeJ>orfo assolutamente privilegiato con Il segretarlo nazlonale del Psi. Ouindl Battaglia si trova pro. Q.Ùiiiiiainente..sco erto a slnlstr8.Contemporaneamente cresce la fortuna di Misa si, deputato aì Cosenza, leader di quella corrente di • base •. che è li perno del nuovo equi11briointerno del potere fanfanlano nella Oc. Fanfani e Forlanl non esitano un attimo a mettere In secondo plano un loro fedele notablle locale In nome di un fondamentale equlllbrlo nazionale interno alla Dc. In questa situazione di isolamento e di debolezza è Inie• r sse comune del • progressisti • Mancini e Misasl Cdl Co• senza) e de oroteo ucc atanzaro .Jlquldare • l'isola reg. ~bOrdlnar a alle rispettive cllentele. Dall'altra parte le orze e la destra agraria e mafiosa pre• mono con tutti I mezzi a mano a mano che va facendosi plU acuta la crisi politica e sociale locale e nazionale. La calata di Borghese a, Reggio e la successione degli attentati dinamitardi, sono elementi di un disegno unico cho tende a spostare gll equillbrl po1itlcl locali e nazionali a destra (maggioranze Dc•Psu), entra I comunisti remono per utilizzare fino In fondo Il dia• logo con Mancini e e s ernunl.Q!p.AlisJ].che_neJcentro. s s ra per raggiungere una eventuale ma loranza Dc•Psi (con l'appogg o comun s a a a eglone, operazione estremamente ~ì~o si realizza nel~a regione del segretarlo-nazlonéle ~ Uscito forte a livello locale, sia nel congresso democristiano di Reggio, sia nelle elezioni comunall (più alto numero di preferenze mal raggiunto da un capolista Dc a Reggio), Bat• taglla tenta di recuperare forza contrattuale saltando gll stru• menti di mediazione polltlca che gll vengono meno e cercando di strumentalizzare direttamente la pressione popolare che pensa di controllare col suo potere locale (sezioni della Dc, il clero o !'amministrazione comunale col suol duemlla dipendenti) e mobllltando la città sulla Idea-forza della rivendicazione del capoluogo. Dopo lo Inutili, umlllantl • passeggiate romane • del sindaco Batuiglia. viene Il momento di roallzzere la nuova tattica di pressione: piccoli incidenti, moderate agitazioni a Reggio e te• legramml apocal!ttlcl Inviati al ministri romani. Ma Battagla non aveva fatto I conti con quanti cercavano di strappargli di mano la situazione da destra (Dc di destra. fascisti, agrari. ecc.}.. con chi pensava di spezzargli Immediata• "l!IBtU_uesto strumento di ricatto con la repressione pronta e secca (il sottosegretario agli Interni Pucci di Catanzaro. il colonnello Ferrara comandante di Pubblica Sicurezza a Reggio e fratello del presidente Dc della provincia di Catanzaro, 11 questore Santlllo. personaggio che non esita a presentarsi ai glorna11stl come • quello di Porta S. Paolo •, cioè l'artefice della ..!.!e!.esslone tambrgClWna ma che IL~nale di Mancini Calabria oggi ripetutamente definisce • Quel alantuomo del quesior'rsam11 o a tempo rlvelatosl funzionario di raro valore e dÌrirali'np'!fltatit~i'61lltà democratica •). a "vii'ro'aato i Imprevedibilità era la rabbia popolare dalla quale tutti gli • apprendisti stregoni • hanno rischiato di venire travolti. La sola cosa che sia mancata è stata una direzione di classe di questa rabbia popole:re che cercasse di portare a coerenza gli Interessi e I bisogni dl cui si alimentava con gli obiettivi che doveva e poteva proporsi. L, polverler1 Abbiamo visto l'assurdo. il paradosso di Reggio e provincia che (Ìeliilviiiienl"eallell'ltTe -provfiice calabre) si pub considera(e • economicamente la plLI rlcca_!_mentre di fatto è la pro. v~lmente pl\J povera •. strangolata da una oligarchia aQ!arla rapace e parassitarla e da un Intervento pubblico avaro che tende a metlirla allulfliiìo-lnrsto {non esse.Ildo Reggio 11 :caiìel!Odeneudat&rto-f:- -Oulndl, tutte le statistiche che collocano fra gli ultimi posti la regione calabrese per le condizioni economiche e sociali delle masse popolari. all'Interno della Calabria. vedono poi Reg. gJo alla coda della coda, veramente al fondo estremo dello • stivale •. Riprendiamo alcune considerazioni generati sulla situazione sociale della Calabrla. Il primo problema. quello che angoscia e pesa. che de• termina e deforma tutta la realtà sociale calabrese è la questione dell'oceupazlone; della quantità dell'occupazione e delta qualità di essa. I dati ufficiai!. pur non riflettendo la situazione reale. pos• sono però dare alcuni tratti della situazione (specie nel loro confronto con le altre regioni e con le medie nazlonall). In primo IU!2QP le forze dl~alabrla rappresentano - 15

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