giovane critica - n. 25 - inverno 1971

tramite dell'intellettuale - scriveva Gramsci nel suol famosi Temi -. In proposito occorre fare oggi alcune osservazioni. Il minor peso e prestigio del • grande proprietario • e h ruolo crescente dello • stato imprenditore • indeboliscono :• rapporto organico tra rendita e intellettuale medio. accentuano le eue possibilità di autonomia dalla realtà socio.economica meridionale e I suoi margini per svolgere il compito dl • mlssus dominlcl • dello stato Imprenditore. cioè di gestore locale de11'• occupazione. neocolonlale. ruolo che non coincide esattamente con la vecchia tradizione degli • ascari • meridionali dello stato sabaudo. Tutta una serie di contraddizioni disgregano la compattezza e l'univocità del ruolo dell'Intellettuale medio del Sud: a) In primo luogo egli oscilla tra I due poli di attrazione: il potere •neocoloniale• e la resistenza proprietaria locale. cioè oscilla tra il riformismo manciniano e il sovversivismo mafioso e neofascista dell'agraria. b) In secondo luogo la massificazione nella produzione dell'lntellèÌÌuale merièlfonale (l'allargamento e l'abbassamento del• ta7iasesociale di proveoienz_fil e l'inadeguatezza degli sbocchi ~~occupazione intellettualtl.Jntcod_ucono la possibilità di una terza variante: 11 suo collegamento organico con la rivolta delle èlas"srsublirteine. c) Ouestl movimenti centrifughi a livello sociale si esprimono a livello culturale. Mancano • I grandi Intellettuali merldlonall • (I Croce e I Fortunato) come cemento ideologico degll Intellettuali medi e quindi come forza di • centralizzazione della cultura • nel Sud. Oggi la • cultura meridionale • è molto pili dispersa. artlcolata, eclettica. Sarebbe sufficiente a documentare ciò l'esame della • svolta • di una casa editrice come la Laterza. Al persistere della vecchia cultura umanistica, retorica, archeologico-campanillstlca. si contrappone la diffusione di miti tecnocratici, la penetrazione della cultura marxista, delle tendenze • operaiste • o • terzamondlste •- Questa disgregazione della centrallzzazlone culturale nel Sud si manifesta nel movimento del • circoli • (culturali e polltlcl dJ estrema sinistra). nelle contraddizioni che si aprono In • corpi speclall ~ di Intellettuali come Il clero e la stessa Magistratura (vedi I casi di Biirl e della Calabria). Naturalmente gli strumenti nuovi di centralizzazione della cultura e del potere attorno al polo neocolonlallstlco sono le • carriere politiche •, l'alta burocrazia, la tecnocrazia del lavori pubbllcl e della programmazione. I grandi glornall di Informazione. la Ral-Tv e la loro forza aggregante non è certo da sottovalutare. 1 partiti nel Sud (dal Pcl al Psi alla sinlstr.a_Oc). In quanto espressione di un disegno neoglolittlano sostanzialmente estraneo (per non dire ostile al Meridione) hanno estrema difficoltà 10 - a ristrutturarsi e a rinnovarsi non solo su una forza socia!~ di missa Solida, ma anche a riquallflcersl collegando alle forze subalterne di classe strati di giovani Intellettuali veramente • qrganlch a quests realtà meridionale, lntollettuall che partano da essa e con essa nella lotta e nell'elaborazlone politica per .~ngere verso sintesi unitarie e che non siano I traduttori locali {plU o meno abili) delle direttive del comitati centrali. • L'intellettuale • organico. alla realtà meridionale rischia di confinarsi o nelle clientele eversive di destra o nel circoli politlcl e culturali della sinistra extraparlamentare. In questo momento l'intellettuale meridionale, non cooptato nel sistema neocolonlale. viene attratto da tentazioni antlstatuall. separatiste ed extraparlamentari che sl collegano alle realtà sociali e a fenomeni di massa, ma che possono avere segni opposti (estrema destra o estrema sinistra}. Invece l'Intellettuale cooptato nella mediazione tra capllali• smo monopolistico di stato e masse meridionali non fa che assolvere In modo nuovo e quella vecchia funzione che Gramsci gli affidava nel realizzare il rapporto tra contadino e grande proprietario. Esso deve essere • democratico • nella faccia rivolta verso io stato. verso la nazione e reazionario e corrotto nella faccia rtvolta verso le masse di cui organizza Il consenso, regola Il comportamento; comunque de"ve semQ.te_essere • vestito dell'abito di una Ipocrisia raffinata, una raffl1U1tlsslma8rte di ingannare e addomesticare le masse •- Questi sono gri lntellettuall che formano ad esempio la corte del • socialista • Mancini e del • cattolico di sinistra • Ml. sasl descritte dalle Acli di Reggio nel loro Importante documento sul fatti di lugllo che attribuisce non llevl responsabllltà a queste forze: • Il malcostume polltlco - denuncia Il documento - Instaurato dalla massiccia consorteria democristiana che trova la sua fonte Ispiratrice e il suo pili valido sostegno In ben indlvidu:1tl notablll catanzaresi (Puccl); Il gruppo regionale socialista che esprime la plU sconcertante forma polltlca clientelare che si sla mal avuta nel Mezzogiorno dopo l'unità d'Italia, dinanzi alla quale Il gtolittlsmo Impallidisce e che trova fulcro e spregiudicata tutela nel cosentino (Mancini) •- Comunque occorre seguire e analizzare Il significato, le potenzialità dell'esperienza del circoli politlco-culturall di estrema sinistra nel Mezzoqlorno. Proprio questi centri di vita politlca e culturale glovanlll. lrl Calabria, nel dominare una recente, pericolosa lotte come Quella per !'Università (gennaio-febbraio 70). hanno rivelato una forza culturale e politica certo pl(i efficace e seria di auella dimostrata dal partiti di sinistra nel reggere la questione del capoluogo calabrese. Forse anche perché essl erano meno condizionati dal delicati rapporti con Il • compagno • Mancini (preziosissimo come non mal per formare giunte e mag. gloranze nel comuni. nelle province e nelle regioni).

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