PRESUPPOSTl'ECONOMICI E DINAMICA POLITICA DEI «CENTO GIORNI» DI REGGIO ~:~[5 --~g-g--g.,, Il>!::!. CT ::, l!!f[:ii <°)~~ ~g-g: § [ ~ ; i: ii> e (I) c., .-· 'O c.,-·~ c., t ~"' 2, I. ■ ~ !![jr:!~~ lii I ~~§'.~a--~?- i ~ ~i- : :f :-~. - ~ . . . I O" (I) n,, Ì:.1 O 10 C a Jr ~g ff> e> o ;; [ ~-g-~ i!~~ . . , ::i t:" g- ~ne 9:~3-~~ ► t.i""~ l~~-g;,~~~ I 1\1 ~ -, -· ~-·o I !H!1 iiÌii ~=-: ~~ 3 <ti !)?_ o. (t) ? ! n i 8 ~ g. 5 3 • (tl "' '8 ~ ~ ~ a: g g 3 ¾ ~ ;g~- • • o t:" (I) ~ .• ........< - -■ n ; ilf "' o. o o ~(l)~-~5· g. g- ; ~ ; ~ ~- ~- Q '8 ~ 3 ~ [ ¾ ~ :, ~ n o . ~.., , . .., !!?, (l'J -~ o • . ~ i~ii! !HH: l (I) (I) Il) o :g ~ g. § ~ o n:: ~ [ 3 (I). ff> (I) o o oo.3c.otÒ ~-?-:-·~~ "- .., ;;;-.g 3 o . ;; . , ~ ; QJ QJ :::, C'D ■ . . .., " ~ . Il ·V!_ ■ . - . . ~ " Hj:!tfiiii; ~~-g~~~(l)§tb~.t»g !!!...:,~_ggiii·a;-o~a3~ g> mmrn g~~~g[§_g<t13g CT iiiiHIU l -g:~~.. g-~ ~ g~ :·.l.§.·:l2., -~ ~ ~i~. ~ ~ ~ ~ ~,.J' ~-i~ ~, ;;:t:i -.iff''
1. Questo numero di Giovane critica si presenta plU minuto del solito. e· stato amputato. a causa di irrecuperablll ritardi Upograflcl. di un ampio studio di Antonio Carlo sulla attuale natura soclo.economlca dell'Urss, studio che costi• tuisce a nostro avviso una assai ricca messa a fuoco dei ma• teriali, delle analisi, delle discussioni politiche che si sono succedute a tal riguardo nel mezzo secolo che separa i giorni nostri dalla presa del Palazzo d'Inverno. Tale studio costituirà il prossimo fascicolo. monografico dunque, di Giovane critica, di imminente uscita. Perno di questo numero. in ciò riprendendo uno del • temi • pi(i importanti dl quello scorso. è il resoconto di Pino Ferraris sui • cento giorni • di Reggio. Resoconto datato fine ot• tobre '70. e che perciò non tiene conto delle recentissime canagliate organizzate dal fascisti a Reggio (come del resto in tutta Italia). e che a noi sembra un ottimo prosieguo sopratutto nella parte che gli è piu propria ed originale - la • cronaca polltlca • del • cento giorni • - della discussione In corso nell'estrema sinistra e, al contempo, una adeguata rlspos1a alrarttcolo In cui Il compagno Alfredo Reichlhl aveva veemenle• mente (anche se con • astuta • vemenza) attaccato Vittorio Foa. Prosieguo di una discussione politica estremamente importante e forse s1orlcamen1e decisiva: discussione sul merito e sui con1enull, come Relchlin Invita a fare, e come Il Pcl raramente fa. proclive com'è, nel confronti dell'• estremismo•. alle vere e proprie falsificazioni e omissioni quando non alle mascalzonate glornalisllche. Discussione sul contenuti. costitutivamente disinteressati come slamo a un braccio di ferro altrimenti caro ad alcuni nostri cugini. braccio di ferro che noi cosideriamo micidiale al fini della crescita della sinistra rivoluzionaria, crescita che pochissimo si giova del proliferare di gruppetti e gruppettlnl omologhi quanto a settarismo e ad at• tegglamento. come dice Marco Boato. al gruppi ante-68. 2. La società contemporanea, non solo in ltalla, il quadro tutto della società civile, dalla Valle del Belice al • Politecnico • di Torino, sembra percorso da questo spettro, I'• estremismo •, da questa • utopia • che non trova attualmente un'adeguata traduzione In termini di discorso polltlco e di sua strumentazione organizzativa, e che addirittura non trova neppure gli slrumentl minimali del collegamento e dell'lnformazlone. uno specchio ampio ed esaltante delle lotte In corso. Per quanto cl concerne abbiamo perciò detto sf, e con entusiasmo, al quotidiano del Manifesto. Senza che ciò cl Induca ad abbandonare questo Imprecato frutto, contraddittorio e tormentato ma non banale. della • divisione del lavoro • esistente pur nell'ambito dell'estrema sinistra qualeltu/tto sommato è stato Giovane critica. 1.. 10~ -1
meridione e rivoluzione cento giorni di Reggio: i presupposti della rivolta e la sua dinamica Pcu;h6 un compagno di ro,ino alle p,ese ogni giomo coi dlfficifl Il problema delle concrete mediazioni cuftural,, delle dete,m,nate e compJicatl p,oileml della lotta di fabbrica. dell'azione e defl'organfz. strumentRzlonl orgonlzzative, per costruire runltà solida ed efficace zazlone di classe In un punto (la FIATJ In cui la contraddizione prin• di un l,on!e sociale e politico rlvoluzionarlo, significa prima di tutto e/pale della socfeU, contemporanea tocca I suol vertici di limpidezza 1I dovere di ciascuno, di ogni seuo,e, di 09nl reparto del lrontti antlc di • pu1czza • sente reslgcnza di venire nel sud, di cercare di capitai/sta di uscire da se stesso, di vedere Il proprio ruolo (anche capire una situazione cosi • fontana~ come quella calabrese, un mo- ,mportanM e decisivo}. come parte di vm, • totalità • plU complessa, vlmento cosi • torbido• come quello re(Jf}ino? Senza strumenti Inter- COlltraddlttona, di sltuavonl di movimento, di l,ve/11 ,lvendlcatlvl, di µ,ctatlvl sufhclentf, mancando di una esperienza vissuta della realtà setto,/ socia//, totafltA da ,ealizzare. fondandole In un p,ocesso unita• meridionale, con mezzi cultu,ali inadeguati, con schemi mentali pre- rio di ,ottura mediante atto co11sapevolo di dlrez/0/le politica. costltultl, un mli/tante che non ha Il bench6 minimo titolo • speciali- La lotta del disoccupati dentro fa fotta degfl occuJ)lfll, la lotta stico• per lavorare sul • glnepr,110 • calabrese ha creduto che fosse degli studenti ln,;leme con la lotta deg/1 ope,al, la lotta del 1ecnlcl indispensabile p,emcssa 81 I/ne di c011tmuaro con 1igo1e unii militanza cOll la lotta del proletari: altrimenti la lotta degfl un, che cont,asta di classe a Torino. conosce,e. app1ende1e, dlscutc,e Insieme con I quella deglf altri e le • concorrenze• che degrada IB coscienza di comJ)lfgnl calabresi (sop,attutto con I compagni del Pslup e con // classe a livello di coscienza di categoria, di Intento corporativo. compagno Brunetti) pe, tentare Insieme una valutaz/011e della realtà Sembrano cose ovvie, scontate, me non lo sono. Non lo sono some,ldlonale, delle sue contraddlzl011I, delfo sue rivolte. p,attutlo nei momenti alt/ di tensione a Torino, a Mlla1>0, a Porto C'é innanzitutto un atto di ripensamento autocritico. Abbiamo vis- Ma,ghcra. quando Il ,uolo egemonico della classe operala In lotta suto a Torino momenti esaltanti di offensiva operaia, di maturazione sembra affermarsi come caPtJc/18di portare a sintesi Immediate tutte delle coscienza di classe. di crescita organizzativa, di autonomia di le contraddizioni di questa società, di rompere da sola le catene per potere. L8 closse ope,afa della FIAT, nella lab?rlca del capltallsmo pili conto di tutti I suba/temi. gli sfruttati, gli opp,essl. avanzato che raccoglie la pfu possente concenttazlone profetarla d'Ila- L'operaismo si,ontanelsta è stato ed è 1/ I/mite che può lascla,e Ifa e d'Europa ha vib,ato colpi secchi e rudi nel nodi vitali. nel punti g,ando spazio alla mediazione b<Jrocr11tlca ed Interclassista del neo-- delicati ed essenzlafl del rappo,to di sfruttamento. Sembrava scontato giolittismo. Ecco perch6 Invece di • teorizza,e • conslgfl operai a Toriche ne/fa forza e nel modello della lotta proleta,la che esplode nelle no abbiamo scelto di discutere conc,etamente della lolla contro la grandi concentraz/Olll del no,d potessero riassumersi In modo quasi 'lsoccupazlone, la miseria e l'oppressione cllentela,e delle masse ca• Immediato tutte le spinte di emonclpazlone, tutti I fermenti socia/I lab,esl. che agitavano Il cori,o della società lta//ana Lo sviluppa Politico dello lotta di classe alla FIAT, del consfglf Luglio 1970: acco,do di de,oga sull'orarlo di lavoro firmato alla operai a Torino e .1 Milano è In 1ap{101totroppo stretto con ciò che F/AT e moti di Reggio Cttfab,Ja. avviene a Reggio C11lobrla, peu.;h' noi sentiamo quegli avvenimenti 011una p:1,tc Il dellnca,sl di una •caduta• delr11zlone ope,a/a, dol• come l'ttspeuo, ,;he abbiamo ttOPPo a lungo e colpevolmente trascu• l'alt,o Il manifestarsi dell'Isolata disperazione delltt rivolta meridionale. rato. del nostro unico problema. dell'lsclndlb/l11 oblet/lvo rivoluzionarlo p. ,. 2-
h "Questione meridionale., oggi l::Saltlp.:iglia,Caserta, Pescara, Reggio Calabria, ma accanio a questi nomi potremmo metterne via via anri dove l'esplo. sIone è stata piu stnsclante, meno clamorosa: Palermo, Cagliari, Melfi, Napoli ed oltri ancora. La città meridionale è 01• ventata, e st3 diventando sempre plu, l,Lf~•o Jlj riuoUioni dlsor_ganlche quanto aggressive, fulminee quanto vlolente. ti 1crreno aeuo scontro e della rlvoita delle masse diseredate del Mezzogiorno tende ad essere sempre meno il desolato lati• 1.Pndo baronale e non soltanto la campagna -ricca di olivi e di agrumi, ma ad essere sem re d1 lu ~~l.1r7'iUovacitià me'rraionale c centri di potere ramificati che. oltre la prefettura. il comune, il comando dei carabinieri. l'ufficio delle Imposte. Il mercato, vede allinearsi lungo i suoi •corsi• le sedi dei consorzi d1 bonifica, gli uffici della Cassa del Meuoglorno. le filiali del Credito Agrario e Industriale, I consorzi per l'irrigazione, le sedi della Federconsorzi e degll ammassi, gll uffici e le dimore del nuovi • potenti •, di quelli che ten• gono le leve di questo flusso di denaro pubblico, di permessi o di divieti, di agevolazioni o di boicottaggi, di interventi o di assenze che possono segnare vita o morte di un'azienda, di un settore economico, di un comune, di una zona intera, che pub voler dire lavoro o disoccupazione, emigrazione o sussistenza. Anche le rivolte che :1ascono nel campi, sulle terre di Capo Rlzzuto e sul contrafforti delta SIia, nelle piane di Rosarno e di Locri o sulle falde dell"Aspromonte. tendono a trasformarsi In turbolente Invasioni delle città, del capoluoghi, dove il bracciante e Il contadino povero Incontrano nelle periferie li sottoproletario, l'edile, lo studente disoccupato, Il manovale che non sa che fare. !'artigiano disperato. Cosi le lotte contadine, bracciantili, di disoccupati della Cala. brla hanno ad esempio Investito ripetutamente Cosenza con la -sommossa• degli editi del 1968,con la manifestazione del 16ot. tobre 1969 cosi descritta in una pur composta lettera della Cgil calabrese Inviata al Ministro dell'agricoltura: • La partecipazione numerosa di braccianti, assegnatari, piccoli e medi produttori agricoli alla manifestazione di Cosenza e la collera espressa In essa, rivelano che Il disagio Imposto ha raggiunto limiti non pili sopportablll [...) •· Prima che l"ormal famoso corso Garibaldi di Reggio Calabria ricorresse sulle prime pagine del grandi quotidiani nazlonall per le barricate ed I caroselli nel mesi del '70, occorre ricordare che questa strada centrale di Reggio era stata percorsa dalle folle Irate strette Intorno agli operai dell'Omeca, minacciati di licenziamento, occorre ricordare che su quello stesso corso Garibaldi durante Il • magglo strisciante. vi er:mo già state invasioni ammonitrici: • Mi· gllaia e migliaia di lnvorotori spinti dalle loro insopportabili condizioni di vita e di miseria. partendo dai loro comuni di origine come San Luca, Samo, Africo. Cardedo, Tranca, ecc. [. ..) hanno piu volte invaso corso Garibaldi per portare la loro pro• testa sotto i portoni della Prcfet1ura e del consorzi di bonifica, per rivendicare una politica diversa per i loro paesi lasciati all"abbandono. Toni drammatici hanno avuto le manifestazioni di lotte delle popolazioni della vallata del Torbido e di Coreri •. (Dalla relazione, del Segretario delta Camera del Lavoro di Reg• gio Calabria al congresso provinciale del giugno 1969.) Il 29 ottobre dell'anno 1969 ricorrevano I venti anni dell"eccidio di Mellssa. Quaderni calabresi commenta: • I partiti della sinistra sono ritornati a Melissa in questo ventennale; si è tenuto un convegno con grossi nomi: si è s1ampato un giornale. Ma qual è il significato di Melissa e quindi di questi venti anni, cosi fondamentali per il Mezzogiorno, che con esso hanno inizjoLMelis~J tutte..Je loffe PJ:fTOCCtipazione d~Ue terre degli anni ·g9-~ s~nan,o peL il Mezzogiorno la fine di un'epoca e l'jgjzjg di uoa,.,nuova '!.- Ma quali sono i caratteri vecchi e nuovi, l'intreccio di mutamento e di fissità che caratterizza l'epoca che va da Melissa alla rivolta di Reggio Calabria? In ahrl termini come si colloca oggi la • questione meridionale • nel quadro delle lotte di classe e In una strategia rivoluzlonaria in Italia? In un commento lucido e spietato sui fatti di Reggio Calabria L'Astrolabio ha scritto: • Vi è un dato tremendamente drammatico in tutto questo, ma, al di là del dramma, vi è un profondo significato politico in ciò che è accaduto fino ad ora, che sta accadendo oggi e potrà accadere domani. La rivolta dei diseredati, lasciata a se stessa o peggio abbandonata alle influenze del notabili tradlzlonall assume necessariamente le forme dei moti di Reggio {...] Il terreno che la politica del trasformismo e dell'immobilismo ha preparato, si presenta cosr come un terreno fertile per le iniziative dei gruppi dell"estremo ardimento, per la messa a punto di tecniche squadristiche di guerriglia urbana. per la sollecitazione di un cllma di confu• slone e di Incertezza a livello motivazionale ed Ideale, In cui tutto può diventare possibile L .. J Il Mezzogiorno ha bisogno. per essere recuperato ad una battaglia di sinistra di trovare contenuti convincenti nella strategia che gll si propone. In un caso come questo non è posslblle che I conti non tornino casualmente: se non si raggiunge quel risultato è perché non c·è una strategia •. Non solo la sinistra, Il Pci. hanno parlato troppo poco del Mezzogiorno. non solo una grande cortina di silenzio Isola la faticosa ma continua e tenace lotta meridionale; ma, quando -3
esplodono i moti di Cutro e dì Isola Capo Rizzuto, ad esempio, il comitato regionale calabro del Pcl • denuncia al lavoratori ed alla pubblica opinione l'azione sciagurata di un piccolo gruppo di provocatori ., quando succedono le Battìpaglia si add1tano • i mestatori fascisti •. Questo isolamento del Mezzogiorno dalla classe operaia del Nord, da una classe operaia forte nelle sue corporazioni sindacati e nelle sue vittorie elettorali, non significa forse il dellnearsl (al dì là delle parole, nei fatti) di una linea • neogiolit1iana •. che, puntando su un incontro tra neo-capitallsmo e aristocrazia operaia •razionalizzi• lo sviluppo economico, buttando a mare i settori arretrati del capitalismo e le masse che vivono in queste aree marginali? Occorre ricordare la coincidenza, in Italia, tra problema so· ciale (miseria e arretrateua) e problema territoriale del sottosviluppo, per cui emarginazione del c.apitalismo arretrato e rabbia sottoproletaria potrebbero congiungersi comune per comune, provincia per provincia, regione per regione. soprattutto nel Sud. creando il blocco qualunquistico. interclassista, eversivo di tutti gli esclusi dal tipo di sviluppo neo-capitalistico. Certamente lo spezzarsi delle lotte lungo le linee orìzzon• tali delle rivendicazioni regionaliste o municipaliste impedisce loro di acquistare il tagliente e verticale profilo dello scontro di classe. Non solo, ma la segmentazione del movimento in spin• te concorrenli che si neutralizzano a vicenda (Reggio contro Catanzaro, la Sicilia contro la Calabria, ecc.} finiscono, al di là delle rabbiose contesttzloni antistatuali, per rivalutare. alla fine, il ruolo mediatore e paternalistico dello Stato. Al di là dei facili ottimismi sul segno automaticamente proletario della • lot• ta dura Illegale e violenta contro lo Stato • delle masse meri• dionali (Lotta contin..,a) ed evitando definizioni altrettanto sempltcistiche sulla • Vandea sediziosa • (Pcl) che dilaga nel Mezzogiorno. occorre cogliere tutta la complessità dell'attuale si• tuazione meridionale e Il carattere aperto, non scontato della dinamica in essa matura. Il potenziale di ri\loluzione proletaria, la possibilità di fare del sud qualcosa di simile a quello che Gramsci defini • la base militare della controrlvoluzione •• il controllo neoriformistico del mezzogiorno spezzato in ghetti di rabbia Impotente ~-dJ-so.ttoprMieglo conformista, costituiscono altrettanti possibili sbocchi che nei loro esiti sono fortemente condlzionatldal prevaÌeredl uno o dell'altro momento soggettivo di dlre1lo~m~. Il rischio piU gra\le, all'Interno del mo\limento operalo, è rappresentato dall'c\lentualltà che li nodo meridionale si riproponga come la fastidiosa e Ingombrante .. palla di piombo • di un progetto di riformismo neoglolittlano oppure ritorni ad apparire come la mitica • pol\lerlera • dell'insurrezione degli lnfantlll sogni neobakunlanl. Questo vorrebbe dire In sostanza 4verificare l'impotenza del marxismo rivoluzionarlo a dominare I termini nuovi della • Questione meridionale •, quindi la sua Incapacità a sviluppare una rigorosa e attuale Interpretazione del rapporto S\11luppo-sottos\liluppo, a indi\liduare le forze motrici di uno scontro di classe nel Mezzogiorno inserito in una strategia generale offensiva del mo\limento operalo. L'esigenza da cui partiva Gramsci nell'afft0ntare la • que• stìone meridionale ., è tuttora valida: la • questione meridionale • può essere affrontata solo dal punto di vista della dittatura del proletariato. cioè dal punto di vista dello scontro con lo Stato e della disgregazione del blocco economico, sociale e politico che lo regge .• Ma quello che importa notare qui - scrive Gramsci - è che il concetto fondamentale del comunisti torinesi non è stato la "formula magica·· della divisione del latìfondo, ma quello della alleanza polltica tra operai del nord e contadini del sud per ro\lesclare la borghesia dal potere di stato; non solo, ma proprio I comunisti torinesi mettevano In guardia contro le illusioni "miracolistiche" della spartizione meccanica dei latifondo •. La parola d'ordine della • terra al contadini • non ha senso se non è Inquadrata In • un'azione ri- \/Oluzionaria generale delle due classi alleate•, Vincere Il •concretismo• ri\lendìcazlnolsta merulionale~essa cosa che elevar il proletariato del Nord al li\lello di e e la rlvolu- ~il:~~li/r;p:~~~ ~:e:s~orpora~~;,: pregiiiolzio o incrostazione sindacalista • (Gramsci). Abbandonare al loro carattere •selvaggio•, le lotte di fabbrica che non rientrano dentro i llmlti della • legalità Industriale• è l'altra faccia di uno stesso disegno che lascia la rabbia proletaria meridionale nelle mani della •teppa., della •mafia•. del •fascisti•, perché violenta la normalità del gioco istituzionale. Ma l'una e l'altra significano una sola cosa, non voler affrontare lo scontro sociale e politico di classe In termini di scontro con lo Stato e di •crisi rlvoluzlonarla•. Le lotte operate contro la produtti\lltà che mettono In for- q se l'espanslone economica sono •selvagge. teppistiche. ed antl- { nazionali•, come le lotte del proletariato meridionale gravide di \liolenza e di aggressione antl-statuale: ambedue negano una e,. strategia evoluzlc.-nista, non accettano Il gradualismo Incanalato lungo I binari del miglioramento sindacale e dell'Incremento elettorale. Se Il taglio politico con cui Gramsci affronta Il problema merldlonale conserva tanta forza e validità e suggestione, tuttavia I contenuti, la materia prima su cui si applicava l'analisi di Gramsci negli anni venti, non è plU quella. poiché la realtà meridionale è oggi profondamente mutata. L'analisi gramsciana. che permane fondamentalmente valida fino al dopo-guerra. si basava sull'indlvldu11zlone di una struttura economlco-soclale
del Sud che può cosi venire descritta: • lobalmente Inteso il si.sterna meridionale si articolava ancora su due ianl differenziati: que loelUJmo-t ttamento.....cooniale....itaJiana_ nei · confriinU<frtii settori economici merldiooall e quello Inter• noafnierld1one dove si svolgeva uno scontro a circuito chiuso tra la classe...Padronale çhe tendeva a rifarsi sulla classe contadina e uest'ultima che concentrava la resistenza allo sfrut• tamento in un sotterraneo odio di classe e In un Ideale ormai secolare di disfarsi del padrone: Ideale c·he li restaurata de- -m.ocrazla riproponeva con rinnovata vivacità • (Quaderni cal• bresl, morzo 1968). Di qui Il carattere aspro ed eversivo dello scontro sociale nel Sud tra bracciantato e contadini poveri che costituivano una forza d'urto di classe formldablle (occupazione delle terre. movimento di rinascita) da una parte. e dall'altra un padronato agrario ~nostalgico•. cioè eversivo a destra, fuori dal quadro •democratico• borghese. Il problema polltico che si pone al centrismo degasperiano nei primi anni 'SOè quindi dupllce: In primo luogo ricomporre il blocco di potere borghese nazionale, cioè mediare tra Il capitalismo agrario e speculatlvo del Sud e quello Industriale e finanziarlo del Nord, sostanzialmente recuperando con gradua• lltà (anche elettoralmente) le vecchie clientele eversive e nostalgiche. alla Dc o. comunque. dentro l'ambito centrista. In secondo luogo mediare, ammorbidire. controllare e fuorviare gll Interessi e I comportamenti delle classl subalterne (braccianti. contadini poveri, disoccupati). Ricondurre a stabllltà politica e soclale Il Mezzogiorno di fronte alle splnte centrifughe e radlcall: durante gll anni ·so questa operazione va avanti attraverso due strumenti fondamentali: la riforma agraria e la C~ssa per li mezzogiorno. La rifo~arla, da una parte, ha..Ja funzione di divider& ~utilare Il movimento bracciantile senza Intaccare Il potere de!JIL agrar . ma cementando saldamente Il mondo contadino dentro Il circuito economico (flnanzlamentl......distr.lbuzlone)e di pote.re_(.c.Uentele) rande agraria, non già vedendo la riforma agraria come una rottura storica del vecchio blocco meddiorlile medi&hte-una...-cten'focrazla• rurale. ma concependola co~ un allargamento sociale del • fronte rurale • saldamente organlz.zato dalla Bonomlana e dalla Federconsorzi e rianimato ~lcamente darTrasferlmento di risorse operato dalla Cassa del Mezzogiorno. Il ruolo della Cassa del Mezzogiorno. con la sua politica di lavori pubbllcl, serve Intanto_ad offrire occupazione temporanea 8 forzo di lavoro disoccupate e ad allentare la loro ·~siònevir!l:I finel'ta, quT!ldo la valvola delremlgrazlone non è ancora pienamente utilizzabile, e succenivamente, serve quale strumento di preparazione e rcgolamentaz10ne del flusso m•• gratorio. Ma, soprattutto, la Cassa del Mezzoniorno. coi suoi mter· venti in agricoltura, trasferisce nel circuito economico meri• dlonale una ma.ssa di risorse rigidamente controllate a llvello centrale, la cui distribuzione aggrega e concilia grodualmcnte le forze nostalgiche. le clientele meridionali alla • democr.:izla • (spostamento dalle posizioni quah.mquisttche. monarchiche, fasciste. verso la democrazia cristiana e 11centrismo). Verso la fine degli anni ·so questo equilibrio comincia a rivelare le prime, gravi incrinature sotto gli effetti dell'esodo di massa, della scelta liberista del Mec. dei nuovi indirizzi generali d1 politica economica e di intervento pubblico nel Sud. Il fenomeno del milazzlsmo (nell'ultimo scorcio degli anm '50) è 11 sintomo pili vistoso di questi turbamenti, di una incipiente in• stabilità. S1 pongono nuovi problemi: il tentativo di rianimare e ren• dere competitivo il nucleo agrario fond.:imentale e di awiarc una polltica di industrializzazione che. da una parte cerchi di recuperare i settori meno arretrati del capitalismo meridionale e doll'altra ponga la base di insediamenti industriali totalmente estranei al tessuto meridionale preesistente e quindi non con• correnti con esso (siderurgia, petrolchlmlca. ecc.). Queste scelte si qualificano, ad esempio. nella riduzione dell'area agricola di intervento della Cassa (da 7 a 2.5 milioni di ettari). limitato alle • zone suscettive di sviluppo •, cioè alte terre fertili. Irrigue di pianura. dove è concentrata la grande proprietà agraria e la cultura Intensiva. Contemporaneamente awlene un graduale spostamento degll interventi della Cassa del Mezzogiorno verso il settore industriale. sia nelle opere infrastrutturali. che nella politica degll incentivi, tentando di creare una • lmprenditorlalità di massa .. nel Sud con l'aiuto anche di iniziative del capitale del Nord. Gli lnves1imentl lordi fissi nelrrndustria che erano aumen• tali dell'S.9'6 nel periodo 1951-59aumentano del 24,5°0 nel periodo 1959--63.Pur essendo la Calabria una regione sostanziai• mente emarginata. In quegli anni riceve anch'essa le sue illusorie promesse di • decollo • industriale: I Rivetti a Maratea. le promese di ciminiere nella piana di Sibari. ta Nuova Pignone :l Vibo, le speranze di potenziamenti del nucleo di Crotone. l'Omeca a Reggio Calabria. Sono gli anni In cui si parla di su• peramento delle • due ltatle •. di equilibrio nord-sud e di piena occupazione. Frattanto questa politica che tende a recuperare una parte del tessuto economico-sociale e di potere del Mezzogiorno nella strategia del capitalismo di competizione. rompe la staticità di equilibri Interni e Inizia a creare prime emarginazioni (coloni e -5
contad,m). prime rotture all'interno del fronte proprietario che si riflettono anche nel d11ficilo tentativo di a spostamento a si• nistra • delle clientele assorbite dalla Dc. Il carattere monolltlco della gestione della Cassa del Mezzogiorno si rompe. e centri di potere diversi entrano in concorrenza (Partecipazioni statali. Ministero dell'inOustria, Cipe, Lavori Pubblici). determinando una diversificazione e una fluttuazione di aggregazioni clientelari sempre piu ortlcolate e verticalizzate (sinistra Oc, Colombo e Doro1ei, Monclnl, ecc.), scatenando una nuova ondata di tra• sformlsmo (prima dai monarchici alla destra Dc ora dalla destra Oc n a forze nuove•. alla sinistra di •Base• o al Psi). In questa fase dellcata di tr3nsizione. di equilibrio instabile, viene a cadere la stretta congiunturale, accelerando I processi di ra• zion:ilizzazione capitalistica. Puntare sulle aziende motrici e sul• le aree forti dell'industria con investimenti Intensivi concentrati nel settore di punta, emarginando I settori arretrati agricoli e industriali. non solo del Sud ma anche del Nord: questo è l'im• perativo dell'ora Oirr.inuzione della spesa pubblica e quindi de• gli interventi ordinari e straordinari nel Mezzogiorno. Restrizio• ne del credito alla piccola e media azienda. al settori specula• tivi (edilizia, commercio. ecc.). Nel 1964, '65, '66 gli investimenti lordi nel Sud diminuiscono e la diminuzione pili forte si ha proprio nell'industrla (610 mi• lìardl nel 1964 diventano 424 miliardl nel 1966). Il • cimitero delle industrle • merldionali sorte in modo avventuroso e speculativo, la caduta dell°occupazione nelle opere pubbliche, la crisi dell'azienda contadina e della colonia, la caduta dell'edilizia privata e (negli anni 65-66) le difficoltà temporanee di assorbimento di manodopera nel Nord e nell'Europa. determinano una carica di tensioni che spezzano l'equillbrlo della società meridionale. Se Melissa segna un punto di svolta nella storia del movimento operaio meridionale, ancora dalla Calabria, dalle rivolte di Cutro e di Isola di Capo Rlzzuto del 1967 parte la nuova fase della lotta meridionale. Alle lotte bracciantili, contadine. si accompagnano le tumultuose proteste degli edill, le lotte degli operai contro I licen• ziamenti nelle fabbriche tesslli di Praia, all'Omeca, nelle fai). briche di Vibo come nel crotonese (per restare alla Calabria). Ma Il movimento si estende alle Fucine meridionali di Bari. come ai Cantieri di Palermo e all'ltalslder di Napoli e lo sviluppo di queste lotte viene, via via. punteggiato dalle rivolte Incontrollate e nebulose del centri urbani: Battipag11a.Caserta, Pescara. e infine Reggio Calabria. Intanto sta riprendendo Impeto pieno il movimento bracclantile. In cifre il bllancio di questi anni si traduce nel seguenti dati: 1964-1969,gli addetti In agricoltura si riducono di 1 mlllone di unità, ma questo milione è rappresentato da 834 mlla •Indipendenti• che !asciano la terra contro I 179 mila • dlpenlL , ,--l..v1. "- ~ W\ \-.._ .l ,-__- .....).... 6 - t r --,- , \ t ~-.,\,.. v--->-- )01\-.1., •l,t denti •. E' la crisi dì un settore fondamentale del blocco rurale merldlonale: i contadini. I coloni che fuggono in massa. E' una sorta di controriforma agraria che va avanti. La percentuale dei • dipendenti • nelle campagne del Sud che rappresentava nel 1951 Il SO% degli occupati In agricoltura salo al 68°'11 nel 1969. E' il fallimento degli obbiettivi della • riforma agraria •. Non solo. ma il debole processo di industrializzazione che aveva · Creato, net decennto-t953'1963. 365 mila nuovi occupati nell'industria merldlonaTe, adessosr-rovescfa, e. dal '64 al '69, gli eddettTal~iffimufsconoOr 10 mira unità. Il settore 1.erziario sì gonfia di 179 mlla adaettr. il resto va alremlgrazlone, alla sottoccup~al]ij[soccupaz:tone:- Disoccupazione •che~uaffiicasoprattutto come disoccupazione giovanile, re• lativamente urbana e sovente anche piuttosto qualificata. (Nel 1968. 60Cl mila giovani dai 14 ai 19 anni sarebbero ln cerca di lavoro nonostante la presenza dei giovani meridionali dai 14 ai 19 nelle scuole medie superiori sia aumentata di ben 700 mila unità.) La rendita agraria è indebolita dalla sua stessa inerzia, dal trasferimento sempre meno fortunato del capitali nella speculazione Immobiliare, dalla politica • liberista • dei prezzi. dalla relativa • rarità • del mercato del lavoro. dal progressivo dlrot· tamento delle risorse pubbliche verso altri settori. Il nuovo trasformismo verso il centro-sinistra, cioè la spo· stamento delle clientele meridionali verso la " sinistra • neocapltelistica si avvia in un momento estremamente difflcile per tali mediazioni. potendo disporre di strumenti operativi sempre pili deboli. sottili: promesse di favori e di assunzioni, un'Industria o una super-strada. ln-iaal.tà_da_una_12_arte il fronte proprletario meridionale che ;1 ~possie~punti autononÌI di forza economica e di in· \l,~ fluenza sociale tendearÌftmre.n:t~07>osizionTcontesta• tlve rlsPètlo allo""S~n:te-mass-e-tarbolente e disorga• 1 , I nlche di un Sud dal tessutoec0nomieo e sociale sconvoito si d .Qldlcalizzano. -- la classe politica dirigente nel 1968-69 prende atto In modo drammatico del • falllmento • della politica merldlonale. Questo !11lllmento non si esprime tanto nelle cifre degli Investimenti, dei redditi, della occupazione e nemmeno nei risultatl elettorall, ma nel processi piU di fondo di Instabilità soclale, di rottura (senza facili soluzlonl di ricambio) dell'equilibrlo ricomposto negli anni ·so. Il • circuito interno • del dominio e dello sfruttamento nel Mezzogiorno è estremamente Indebolito. Al blocco agrario e alle sue ridotte clientele ora è lo • Stato imprenditorlale • che con i lavori pubblici. gli impieghi, le Industrie di stato. la programmazione concertata, tenta di sostituirsi e di Inserirsi In • presa diretta • sulle strutture economiche. sugll aggregati soclall e ..,. W\ ,I.I-- :.._~~.,.-_,,___. S:-- 1}\,.....;.,__c.ll.. - \' _,).. ~ -,\"'tD ? ( l,.._ \--1,..,\.......-.-.
sul potere clientelare del Mezzogiorno: uno • Stato imprenditoriale .. che, d'altra parte, vede nel Sud sempre plU un problema secondario rispetto a quello che. dal neo--capltallsmo. è visto come Il problema dl fondo per Il rinsaldamento del blocco di <!omlnlo: cioè !'operazione neo-glollttlana di Integrazione nel Sl• sterna di una classe operala del Nord sempre phi numerosa, decisiva e inquieta. Di fronte agli Incerti tentativi di • neo-colonlallsmo • in presa diretta sul Mezzogiorno (proprio mentre l'operazione neo,.glollttiana tende ad andare avanti) Il •radlcallsmO• merldlonale accenna ormai a riproporsi in forme diverse che non negli an'ni del drammatico sconmrdel seconcfo dopoguerra, ·tende a perdere la nettezza del profilo vertlcale della lotta di classe per assumere sovente l'ibrida ed equivoca for"!a di un'oppo&lzione orlzz.onti!rnente Interclassista di rivolta populista sovente strumentalizzata dalla resistenza eversiva deg1l str.itl pl(i forti ed osU~el capitalismo a_grarioe speculativo. • Per restare alla Calabrla vediamo un'evoluzione precisa nello svlluppo delle lotte. Scrivendo delle lotte del '67 di Cutro. di Capo Rlzzuto e degll edili di Cosenza, Mario Brunetti, segretarlo del Pslup di Cosenza, osserva: • Caratteristica costante è, da una parte, l'lncuranza della prevaricazione dei confini della legalità e dall'altra il rifiuto degli ammorbidimenti verticistici. Da qui la tendenza a sottrarsi a tutti i tentativi di crlstalllzzazione delle lotte nel• l'ambito dell'opposlzlone costitu1lonale. Da qui la ricerca di forme di lotta nuove. al di fuori degli schemi tradlzlonall. Da qui la diffidenza verso l'elettorallsmo, e Il discredito del tradlzlonall notabili meridionali. Sono I primi segni: forse l'Inizio (scriveva Brunetti nel 19681 di una storia nuova del lavoratori e del contadini merldlonall e calabresi. da decenni traditi cd oggi potenziale enorme di lotta che attendono di balzore sul proscenio •. • A Isola, a Cutro. a Cosenza, In piazza. gll avvocati. I medici. I personaggi non c'erano: c'erano operai, contadini, cattolicl e marxisti, che avevano realizzato un'unità di base su obiettivi di lotta comune C...) •. Dove Il Pcl vuole realizzare la sua • politica delle alleanze • la risposta (In quegli anni) è netta: • Nella plana di Sant'Eule· mia I contadini, Insorti spontaneamente, abbandonano la Colti• vatorl diretti e l'Alleanza contadina e formano una propria organizzazione autonoma di lotta come reazione al tentativi di vertice proposti da un deputato comunista di organizzare la pro-- testa dentro la commissione Interpartitica (con dentro la Dc, il Psi e persino Il vescovo) per andare a supplicare Il solito provvedimento ministeriale •. Già nel 1967 però a Reggio Calabria alla testa della lotta degli operai de11'0meca troviamo • tutti ., compresi I notablll di quel partiti che sono I diretti responsablll della crisi e del llcenzlamentl: si distingue per la sue vigorosa protesta populiste quello che diventerà il • famigerato • sindaco Battaglia che (in quel tempi) ottiene pi(i volte In Comune la benevolenza dei comunisti che giunse persino alle convergenza del voti del Partito Comunista Italiano su un ordine del giorno (votato nella seduta conslgllare del 3 marzo 1969) recondo Il quale • negli Incontri con gll eletll In campo reglonale e con 11 governo. i rappresentanti reggini sosterranno le ragioni che militano a favore della scelta di Reggio come capoluogo della Calabria •· Questo ordine del giorno. rlpubblicato dal giornali locali net corso delle • giornate di Reggio • e definito di • importanza storica •. getta una luce cruda sulle comieguenze di una certa politica del Partito Comunista. Il solo a votar contro l'ordine del giorno fu il consigliere del Pslup. n3turalmente subissato dall'indignazione • p3triottica • della stampa locale e minacciato di pagare la coerenza politica a suon di batoste elettorali. Nella primavera del 1969. scrive Prospettiva socialista, • Una ondata di collera popolare sale da tutta la Calabria •. Però. a differenza delle lotte del 1967.ci sono dei dati nuovi ed Inquietanti come dice il tltolo dell'articolo: • Esiste un equi· voco da sciogliere •. E porta tre esempi. " A Lungro. tutta la popolazìone è scesa In piazza per portare avanti una giusta lotta contro la chiusura. dopo secoli, della salina di Salgemma' della quale il governo di centro sinistra ha decretato la fine. Un anno fa, prima delle elezioni politiche, ministri, sottosegretari, deputati e consiglieri del centrosinistra promisero che la salina non si sarebbe chiusa. Oggi slamo arrivati al dunque. La popolazione scende In piazza, I ministri non si fanno vedere. ma aderiscono alla manifestazione TUTTI: oltre al sindacati. ai partiti di sinistra anche la Dc. li Psu. l'amministrazione di centrosinistra, il Vescovo. Condizione Indispensabile per questa unità è l'Impegno che non si parll di po,. Utica. non si tocchi Il governo. Ma allora contro chi si lotta? • Secondo esempio: • Nelle piena di Corlgliano Calabro gli agrumlcuhorl scendono compatti In piazza per protestare contro la tremenda crisi che colpisce la produzione degll agrumi ferendo a morte soprattutto i piccoli produttori. Alla manifestazione aderisce tutta la popolazione, tutti I sindacati, tutti i partiti polltlci. l'amministrazione comunale di cenlrosinistra. Condizione per questa unità è Il silenzio sul governo, l'lmpeano è!! non POlltlcizzarela' manifestazione peraltro strumentalizzata anche dai grossi produttori di agrumi della Plana (abbiamo visto :Jedutl sul binari della stazione a fare li blocco femlVlarlo l'a• 9rarlo piU grosso della zona e Il colono che egli stesso sfrutta}•. -- Terzo esempio: • Sabato 15 febbraio le popolazioni di quasi tutti I comuni che gravitano Intorno alla plana di Sibari si rovesciano nella plana per far sentire la loro volontà di lotta contro la mancata industrializzazione L..l sfllano In una mortificante -7
i--passcrella senatori della Oc e <'el Psi, deputati e consiglieri provinciali, sindaci democrìstian1. Il coro è unanime: unramoci tutti per l'Industrializzazione di Sibari •. li glorna:e det Pslup nb:idisce: allora chi è il nemico? E conclude chiedendo chiarezza nella politica del movimento operaio pcrcM • non vi sono interessi comuni del "popolo calabrese" da portare avanti, ma vi sono interessi di classe e quln• di la nostra lotta non può che essere una lotta di classe •. L'oscillazione della politica del movimento operalo nel Sud tra le generiche. equivoche e fallimentari • alleanze antimonopolistiche• (es Il milazzismo} e la nuova politica delle alleanze con le punte del riformismo statuale sollecitato dal neo-capitaHsmo (es manci1,ismo). finisce per assegnare sempre alle mas• se meridìonali un ruolo subalterno che non permette 1oro di superare, in esperienze autonome dì lotta e di organizzazione. la storica loro condizione di Impotenza che le rende oggetto (piU o meno passivo) di disegni esterni. di alterne strumentalizzazioni. In alcune lucide pagine sulla • Questione meridionale • Gui• do Dorso sottolineando le caratteristiche della formazione della • borghesia terriera del Mezzogiorno •. scrive: • Uscita dalla comune matrice dell'eversione antifeudale ultima, e a grandi stenti. la borghesia terriera del Mezzogiorno non ha saputo far altro che sostituire I vecchi baroni. senza rinnovarne la funzione [ .) •. Perciò mentre altrovP. la rivoluzione antifeuda1e espii• citava un ruolo progressivo della borghesia che comportava la • collaborazione • di ceti subalterni, che. nella rivoluzione borghese. trovavano una parziale, limitata soddisfazione anche di alcunl loro interessi particolari. nel Sud Italia invece lo svl• luppo fu assolul.,mente • anomalo • .• Man mano che ai vecchi baroni si venivano sostituendo i loro amministratori locali, le p!ebl meridionalt non solo toccavano con mano che la loro posi. zione economica e sociale rimaneva la stessa. ma In taluni casi addirittura si accorgevano che era peggiorata [ ...) Contrarla· mente. quindi. a quanto era avvenuto in altri Paesi d'Europa. le plebi meridionall ebbero netta, fin dall'Inizio della rivoluzione cmtifeudate. la sensazione che. In questo svolgimento economico. politico. esse avevano assai poco da guadagnare. perché i nuovi proprietari erano loro flemici •. DI qul anche le possibllltà di utillzz2re • I proletari sospettosi • come strumenti per I sussulti della reazione feudale. Si può dire che un processo pressoché analogo tende a ripetersi oggi nel Sud: Il tentativo di unificazione neocapltallstl• ca del paese. la • sostituzione del vecchi padroni coi nuovi padroni •, nel Menoglorno avviene non solo utilizzando tutti I metodi, tutti gli arnesi della corruzione, della violenza. della clientela e dell'Inganno. senza una reale. visibile soluzione di continuità: ma anzi, la nuova realtà economica e sociale che cerca 8di presentarsi col volto progressivo dell'industria, del turismo e della civiltà del consumi, lascia Il • proletariato sospettoso • In una intatta o aggravala condizione di miseria, dl escluslone, di oppressione. Dai feudi borbonici alle baronie sabaude. al nuovi • potenti • della socialdemocrazia laica e cattolica. le masse popolari colgono sohanlo la continuità della loro esclusione dal potere e della loro miseria nel vario mutare del ceti dominanti. la graci• lilà del • riformismo• dei Mancini, dei Misasi consiste proprio nel subitaneo e spietato disvelarsi della natura • gattopardesca • del ricambio, nella impossibilità di svolgere un reale ruolo pro- - gresslvo tale da ottenere (anche temporaneamente) la collaborazione attiva dei ceti popolari con i quali il rapporto non può fare a meno di Instaurarsi secondo le regole di sempre: la cllentela, Il trasformismo. la repressione. Quindi da una parte un riformismo conservatore rapidamente smascherato e odiato dalle masse Il quale, mentre incrina vecchi equilibri, non è in grado di Imporne s1abilmente di nuovi. D'altra parte il vecchio • circuito interno • di dominio e di sfruttamento agrario-speculativo Indebolito. ma non finito. reso plU impotente e incarognato e perciò piU • avventuroso •; un movimento operaio Incapace di uscire da una logica subalterna di oscillanti ed equivoche alleanze: questo lo sfondo delle rivolte nebulose e Ingovernabili ma• turate in una situazione meridionale che oggi. in modo ancor più pregnante. può essere definita con le parole di Gramsci come • una grande disgregazione sociale •. Non sono soltanto le forze subalterne che non riescono ad avere una loro autonoma capacità di aggregazione (debolezza e dispersione del proletariato Industriale, sfacelo eprecaiTeià" éellacoridlzlone contadina e bracciantile. ciesata di un sottoproletariato dal mille mestieri. _ffinfiamento ~ttore terziarlo parassitario e lrustrato~.); ma le stesse forze del blocco di dominio mancano di quella capacità centralizzatrice e governante In un modo diffuso e stablle che possedevano • I grandi proprietari e I grandi lntellet• 1ettuall merldlonall • di cui parlava Gramsci. ... ~ dicevamo, il neocapitalismo, lo • Stato Imprenditori! •. ,...h! sconvlJlto I vet;t;h!._:!qy1ttbrr-soclall e pçlitlcl senza esser! ln gradooi sostituirli con nuovi, ha creato Il plU grande divario tra illusione e reaftà. tra offerta di consumo e live\11di reddito. ha creato quel mostruoso nodOdi contraddizioni sociali. di pa· radossl econo lei he tà meridionale cresciuta (come le metropoli dei paesi colonlall) In quanto pun o rasm ss one del dominio • s...!!_nero .., TuogocJraltrazlone~per masse Illusi e poi deluse. luogo_ia..c.uLsLesprlmeJi speranza e. la lr..u.stra• zione. 1a supplica e la rivolta: città contro la quale si riversa .I, rabbia che sale dall~mpagne d8 essa domlnateesfruttate, città che rion è altro se non una escrescenza gravida di iniquità ·e di confllttl, di tensioni ln~!abi'ilcliegenerano moVrnfenll,
..c.hiati_Hmp_reQClla_lota matrice di miseria e di Jnglu.s.tlzla che Il_provoca, (Jl8 non altre~o llmpidL-.nelle direzioni e negll sbocchi verso cui essi vanno. ~slste un'analisi nWW'adel peso, del significato, della na• tura della realtà urbana meridionale t Possediamo noi la mappa de1ttLr\uovageografla soclale del Mezzogiorno, delle mutazioni Interne aifarea meridionale, degli spopolamenti e delle concenÌrazlonl delle nuove strallfÌCu.l.QnLs.ociali? Il movimento di classe • storico• non solo è stato colplto dall'esodo dal Mezzogiorno, ma anche dagll spostamenti interni all'area merldionale, un'area che (nonostante I formidabili sa• lassl di una emigrazione vertiginosa) conserva un suo peso demografico (e quindi elettora!!_l~r~tualmente quasi Intatto rispetto al complesso della popolazione nazl.ona!e, ma che è t~ibllmente ln~llta nella sua forza sociale, nel suo peso rea~ ---Che cosa è. che coso rappresenta li movimento operaio (Il sindacato. Il partito di classe) In queste città meridionali? Quali posslbllltà di aggregazione attorno a Interessi omogenei di clas• se. quall capacità di mobllltazlone su tensioni ideai!, quale effl• cacla di direzione del movimento ha !'opposizione di sinistra? Quale Idea-forza è capace di unJflcare, di far lottare, di trascl• "nare alla dedizione e al sacrificio le masse merldlonall? ~uldare Il barone, avere~ terraL al potere della mafia ,ruire contrapporre 9!!!ll0 Clilra lega rossa: queste sono state ldee•fom pe"rcui hànno lottato e 91 sono sacrificate generazioni di mllltantl merliflorialr.- . La stessa rlf~a agraria ha perso parzialmente Il suo si• gnlftcato • mitico •: gll assegnatari fuggono. La programmazione e l'lndustrlallzzazlone finiscono per essere astrazioni per Il bracciante merldlonale fino a quando non va a conoscere l'industria a Torino o a Francoforte. La Regione può forse rappresentare per la massa merldlonale, provata da tradizioni secolari di cllentellsmo e di trasformismo. uno strumento di lotta tutto suo, In cui essa Identifica se stesse, esprime le propria autonomia In uno strumento di • cor.. tropotere •· quale finiva per essere la • lega rossa • nelle aspre vicende del conflltti di classe del Mezzogiorno? C'è da scenda• lizzarsl se In questa crisi di strumenti e di • miti • proletari. In questo vuoto a.sinistra. Il •capoluogo• o la • Madonna della Consolazione • possono diventare gll • Idoli • dietro I quali le vecchie cosche del potere fanno marciare le masse? Forse che a suo tempo, proprio nel felllmento de~11Ideali della rlvoluzlona proletaria non si è Inserita la mistica fascista delle guerre conquistatrici della • nazione proletaria .7 Non è casuale questo cenno al vecchio Corradini. E' significativo' che In alcune realtà merldlonall (ad es. la Calabria e la Sardegna) risorgano elaborazioni polltlcc><:ulturall,che partendo da corrette analisi di sinistra sfociano poi verso conclusioni che possono avere sbocchi nettamente reazionari. E' Inquietante la lettura dl un saggio di Ciiara apparso nel '68 su Quaderni calabresi che prendeva l'avvio da una stimolante analisl sulla realtà neocotoniale del Sud degradato ed oppresso. per poi mettere. accanto alla condanna del dominio neocapltallstlco settentrionale. Il vecchio e rovinoso sfogo salveminlano antioperalo (• Ogni passo avanti che l'operalo settentrionale realizza si traduce, In realtà. in un pezzo di pane in meno per il contadino della Sicilia e della Lucanlo •J. Di qui Il passo è breve per giungere alla elaborazione di un concetto est~ava• gante (ma poi non troppo) di • subnazlone meridionale - la I 9uale per realizzare se stessa dovrebbe • posporre la soluzione dei problemi sociali al problema nazionale e alla edificazione del capitale •. E' ovvio il pericolo che tutto ciò diventi l'ideologia che -copre I blocchi lnterclasslsll del municipalismo eversivo di deslra. ma occorre però cogliere il nocclolo di • verità • che sta sul fondo di qlleste mistificazioni. Al precisarsi di una ecuta tensione sociale dentro un preciso ambito territoriale, ai ffmomenl centrifughi che (nell'epoca degli oligopoli multinazionali) sconvolgono e spezzano la compagine nazionale. intrecciandovi In modo complesso motivazioni economiche e culturali. etniche e sociali. di fronte alla questione meridionale e al moti Irlandesi. alla guerriglia basca e all'autonomismo brettone. al separatismo vallone e a quello francofono canadese. Il movimento operaio deve ancora dare una Interpretazione di classe e una collocazione dentro una strategia rlvo1uz1onariaa queste rivolte contro lo stato nazionale. cercando di portare a sintesi la fame di glustizla e di autodeterminazione che maturano nelle • minoranze •· nei • ghetti degli esclusi • e la lotta proletaria nazionale e Internazionale. Il decentramento regionale è veramente troppo poco come risposta di classe a questi probleml. PIUche risposte Infatti, davanti a noi si alllneano gli Interrogativi. lotta di classe 9 città merldlonale, tradizione • leghl• sta • e nuovi • contropoterl •. separatismo reazionario e autodeterminazione classista e rlvoluzlonarla. sono altrettante questioni aperte. Cosi come accanto ad esse merita una riconsiderazione attenta Il problema del!'• intellettuale medio. merldlonale e del suo ruolo nella elaborazione di una linea di lotta emancipatrice organica alle masse merldlonall. cioè espressione diretta di un loro ruolo autonomo e autentico nella lotta di classe generale. In questo sommarlo e Incompleto • Indice • di problemi non cl può sfuggire Il fallo che la complessità odierna della situa• zlone merldlonale ha profondamente modificato Il ruolo univoco dell'Intellettuale medio nel Sud quale veniva descritto con lapidarla lucidità da Gramsci negli anni '20. Il contadino meridionale è legato ai grande proprietario per -9
tramite dell'intellettuale - scriveva Gramsci nel suol famosi Temi -. In proposito occorre fare oggi alcune osservazioni. Il minor peso e prestigio del • grande proprietario • e h ruolo crescente dello • stato imprenditore • indeboliscono :• rapporto organico tra rendita e intellettuale medio. accentuano le eue possibilità di autonomia dalla realtà socio.economica meridionale e I suoi margini per svolgere il compito dl • mlssus dominlcl • dello stato Imprenditore. cioè di gestore locale de11'• occupazione. neocolonlale. ruolo che non coincide esattamente con la vecchia tradizione degli • ascari • meridionali dello stato sabaudo. Tutta una serie di contraddizioni disgregano la compattezza e l'univocità del ruolo dell'Intellettuale medio del Sud: a) In primo luogo egli oscilla tra I due poli di attrazione: il potere •neocoloniale• e la resistenza proprietaria locale. cioè oscilla tra il riformismo manciniano e il sovversivismo mafioso e neofascista dell'agraria. b) In secondo luogo la massificazione nella produzione dell'lntellèÌÌuale merièlfonale (l'allargamento e l'abbassamento del• ta7iasesociale di proveoienz_fil e l'inadeguatezza degli sbocchi ~~occupazione intellettualtl.Jntcod_ucono la possibilità di una terza variante: 11 suo collegamento organico con la rivolta delle èlas"srsublirteine. c) Ouestl movimenti centrifughi a livello sociale si esprimono a livello culturale. Mancano • I grandi Intellettuali merldlonall • (I Croce e I Fortunato) come cemento ideologico degll Intellettuali medi e quindi come forza di • centralizzazione della cultura • nel Sud. Oggi la • cultura meridionale • è molto pili dispersa. artlcolata, eclettica. Sarebbe sufficiente a documentare ciò l'esame della • svolta • di una casa editrice come la Laterza. Al persistere della vecchia cultura umanistica, retorica, archeologico-campanillstlca. si contrappone la diffusione di miti tecnocratici, la penetrazione della cultura marxista, delle tendenze • operaiste • o • terzamondlste •- Questa disgregazione della centrallzzazlone culturale nel Sud si manifesta nel movimento del • circoli • (culturali e polltlcl dJ estrema sinistra). nelle contraddizioni che si aprono In • corpi speclall ~ di Intellettuali come Il clero e la stessa Magistratura (vedi I casi di Biirl e della Calabria). Naturalmente gli strumenti nuovi di centralizzazione della cultura e del potere attorno al polo neocolonlallstlco sono le • carriere politiche •, l'alta burocrazia, la tecnocrazia del lavori pubbllcl e della programmazione. I grandi glornall di Informazione. la Ral-Tv e la loro forza aggregante non è certo da sottovalutare. 1 partiti nel Sud (dal Pcl al Psi alla sinlstr.a_Oc). In quanto espressione di un disegno neoglolittlano sostanzialmente estraneo (per non dire ostile al Meridione) hanno estrema difficoltà 10 - a ristrutturarsi e a rinnovarsi non solo su una forza socia!~ di missa Solida, ma anche a riquallflcersl collegando alle forze subalterne di classe strati di giovani Intellettuali veramente • qrganlch a quests realtà meridionale, lntollettuall che partano da essa e con essa nella lotta e nell'elaborazlone politica per .~ngere verso sintesi unitarie e che non siano I traduttori locali {plU o meno abili) delle direttive del comitati centrali. • L'intellettuale • organico. alla realtà meridionale rischia di confinarsi o nelle clientele eversive di destra o nel circoli politlcl e culturali della sinistra extraparlamentare. In questo momento l'intellettuale meridionale, non cooptato nel sistema neocolonlale. viene attratto da tentazioni antlstatuall. separatiste ed extraparlamentari che sl collegano alle realtà sociali e a fenomeni di massa, ma che possono avere segni opposti (estrema destra o estrema sinistra}. Invece l'Intellettuale cooptato nella mediazione tra capllali• smo monopolistico di stato e masse meridionali non fa che assolvere In modo nuovo e quella vecchia funzione che Gramsci gli affidava nel realizzare il rapporto tra contadino e grande proprietario. Esso deve essere • democratico • nella faccia rivolta verso io stato. verso la nazione e reazionario e corrotto nella faccia rtvolta verso le masse di cui organizza Il consenso, regola Il comportamento; comunque de"ve semQ.te_essere • vestito dell'abito di una Ipocrisia raffinata, una raffl1U1tlsslma8rte di ingannare e addomesticare le masse •- Questi sono gri lntellettuall che formano ad esempio la corte del • socialista • Mancini e del • cattolico di sinistra • Ml. sasl descritte dalle Acli di Reggio nel loro Importante documento sul fatti di lugllo che attribuisce non llevl responsabllltà a queste forze: • Il malcostume polltlco - denuncia Il documento - Instaurato dalla massiccia consorteria democristiana che trova la sua fonte Ispiratrice e il suo pili valido sostegno In ben indlvidu:1tl notablll catanzaresi (Puccl); Il gruppo regionale socialista che esprime la plU sconcertante forma polltlca clientelare che si sla mal avuta nel Mezzogiorno dopo l'unità d'Italia, dinanzi alla quale Il gtolittlsmo Impallidisce e che trova fulcro e spregiudicata tutela nel cosentino (Mancini) •- Comunque occorre seguire e analizzare Il significato, le potenzialità dell'esperienza del circoli politlco-culturall di estrema sinistra nel Mezzoqlorno. Proprio questi centri di vita politlca e culturale glovanlll. lrl Calabria, nel dominare una recente, pericolosa lotte come Quella per !'Università (gennaio-febbraio 70). hanno rivelato una forza culturale e politica certo pl(i efficace e seria di auella dimostrata dal partiti di sinistra nel reggere la questione del capoluogo calabrese. Forse anche perché essl erano meno condizionati dal delicati rapporti con Il • compagno • Mancini (preziosissimo come non mal per formare giunte e mag. gloranze nel comuni. nelle province e nelle regioni).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==