giovane critica - n. 24 - autunno 1970

Ma non si tratta solo di questo. Manca in Padmore l'analisi delle socielà su cui si dovrà innestare lo Stato di cui egli scrive. O. per meglio dir8, egll fa un·anallsi che cerca di contrabbandare per .. scontata • e finisce per parlare d1 • divisioni che hanno assunto le forme della lotta di classe fra gli uomini nuovi ed I pretesi aristocratici. divisioni che oppongono i tradizionalisti Interessati a conservare I loro poteri autocratici a quegH africani le cui prospettive sono detriballzzate •. E' assente anche qui la saldatura della costruzione teorica: è vero che egli non fa di tutte !e erbe un fascio. evitando di confondere fra le tradizioni negatlvo quell'aspetto Importante che è il sistema comunitario agricolo della società africana. Ma. come giustamente si chiede Y. Bénot. .. su cosa, su chi si potrà appoggiare lo Stato per liquidare queste organizzazioni tradizionali? • (Yves Bénot, ldéologies des lndépendances africalnes, Maspero. 1969). La risposta di Padmore. per lui impllclta, per noi decisa• mente reazionaria, è quella di una nuova aristocrazia, anzi, quel• la di una tecnocrazia. GU artefici della liquidazione delle organizzazioni tradizionali negative saranno quel tecnici, quegll Intellettuali formati nelle università occidentali che dovrebbero lavorare a fianco dei nazionalisti e delle organlzzazlonl panafrlcanlste. Padmore ruppe presto ogni relazione con le nazioni socialiste e andò sempre plU orientandosi verso amicizie occidentali, ben fellcl di accoglierlo. D'altra parte, in un secondo momento, Padmore non si accontentò plU di auspicare una tecnocrazia autoctona. ma tentò di dimostrare i vantaggi provenienti dall'aiuto tecnico-finanziario dell'Occldente (in particolare degll Usa e dell'Inghilterra). Bénot. che voglio chiamare in causa ancora una volta. finisce per domandarsi a proposito di Padmore: • com'è posslblle denunciare il coloniallsmo diretto e chiedere nello stesso tempo alle potenze colonlatlste di aiutare le ex-colonie a costruirsi una economia indipendente? • Ecco una domanda a cui si può rispondere solo tenendo conto degli effetti congiunti dell'ossessione antl-comunlsta e dell'emplrlsmo britannico. L■ négritud■ di L. S. Senghor Fin dal 1939.Senghor. notoriamente legato a gruppi cattolici come quello di Mounler e della rivista Esprit, Iniziò a plasmare la propria visione ideologica. Un primo punto di partenza fu quello della • esaltazione del valori della civiltà tradizionale africana •. Un secondo punto è costituito dall'atteggiamento di Senghor rispetto at marxismo: • [...J la proprietà dei mezzi di produzione non è altro che qualcosa di teorico, transitorio ed illusorio. Il lavoratore sa d'essere qualcuno e non un semplice mecc.anismo dell'apparato •• Nel libro Liberté I (Du Seuil. 19641. troviamo la piU chiara fra le dichiarazioni di Scnghor sull'ideologia della négritude: • I popoli negri non verranno a mani vuote all'appuntamento col politico e col sociale, in un mondo diviso fra l'individualismo democra1ico ed il gregarismo totalitario•· Fra un capila1ismo definito come individualismo democrati• co. ed un comunismo che è per Senghor • gregarismo totalitarlo •. eglf sceglie una artificiosa esaltazione di valori tradizionali, con un percorso teorico che ha abbagliato molti. Poiché quel che resta della società tradizionale, è per sua propria natura collettivista. afferma Senghor. e poiché le esperienze comuniste sono già state fatte dal popoli africani in quanto secolar• mente organizzati in senso comunitario. non resta altro che rispolverare tutto questo • passato • e ad esso adattare l'unlverso attuale. Quanto al lavoro. alla sua organizzazione etc .. Senghor rl· sponde molto chiaramente: • ( ...) In Africa Il lavoro stesso non è alienato. In quanto libero, esso permette l'intensificazione, la realizzazione dell'es- • Insomma, qualcuno ha commentato. non è necessaria una rivoluzlone socialista per la semplice ragione che è già stata fatta•. Senghor afferma che la democrazia parlamentare è esistita ed ha funzionato in Africa nera • in forma originale • per dei mlllennl: per lui è un fatto che Il collettivismo comunitario • che è la vera forma di socialismo •· ha sempre animato in Africa la società ed I suoi gruppi trlbali. • lo so bene che un popolo sotto-sviluppato che accede all'Indipendenza ha bisogno di un partito largamente maggiori• tario e dell'imposizione di umi forte disclpllrni •· Si riferiva in questo caso alla Repubblica di Guinea, guidata da S. Touré e dal partito unico capeggiato da questo leader. il Pdg (Partito Democratico di Guinea). Il contesto in cui si innesta questa proposizione ha un carattere partlcolarmente polemico ed ironico. Ouando pronuncia queste parole. Senghor è già divenuto presidente del Stmegal: e come tale si esprime. plU che come poeta metafisico delta négritude. L'antica metropoli coloniale, la Francia. è definita da Senghor un • grande sconfitto • cui rAfrlca dovrà offrire I suol valori. per aiutarla o risalire la corrente de:lo • spirito •. • Dobbiamo offrire alla metropoli il senso della comunità, Il senso della gerarchia, Il senso del divino - in ogni caso - 83

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==