16 c·e un~ cosa da aggiungere per lare chiarezza. Non slemo noi a d~klere dello sviluppo e della radlcallzzaz/one della 1 lotta di classe - né alcuna altra • avanriuardla • Noi p0ssia, mo esercitare JI nosrro ruolo solo II partire dalle scelta di e.u-e,e fino In fondo dentro quello svlluppo, e di contribuire ad ollrir(JII une prospettiva e un riferimento organizzato rlvoluzionarlo. Oue sto se9na una precisa discriminante fra noi e quanti, Incapaci di comptendere Il si(JnlficiJto della lotta di classe. o Impauriti dal suo impero, scelgono una lfnea di alleanza tattica col revisionismo, col Pci-Ps/up o coi sindacati. La svolta a destra del capitalismo non fXJÒ Indurci a un rmegg,amento difensivo (che, tra l'altro difenderebbe casomai noi e non le masse) o a rettificare il tiro nei confronti della sinistra revisionista E' tipico del peggior opportunismo vedere nello spostamento a de• stra della borghesia una sconlltta del proletariato. quando quello SPQ, stamento e la misura dell• debolezz• defl• borghesia. costretta ad abbandonare una dopo fa/tra le sue r,,ncee tradlziona/1 Ben /ungi dsl progettare alleanze difensive col revisionismo, noi vogliamo Impedire • tutti I costi che ancora una volta la rlsp0sta proletaria alla violenza borghese venga asservita alle lrufle sul • rip,istino del/11 legafltà co- !tltuzionale • E0 successo nel dopogueue. è successo nel '60: non succederà plU. 76 - che sono vecchie esigenze per troppo tempo trascurate un po' perché pressati dal troppo lavoro e dalla scarsità di militanti, ma soprattuno. credo. per soggettivismo nell'organizzazione. commento al punto 16 • Non siamo noi a decidere dello sviluppo e della radicahz• zazlone della loltd di classe, né alcuna altra avanguardia. Noi poss,amo esercitare il nostro ruolo solo a partire dalla scelta di essere Imo in fondo dentro quello sviluppo, e d1 contribuire a offrirgli una prospettiva e un riferimento organìzzato rivoluzionario•. Secondo me, questo è codismo, in contraddizione col trionfalismo con cw. in precedenza, sono state assunte delle responsabllilà a proposito della crisi della borghesia. Si capisce che la siluazìone si è radicalizzata. sin qui, pili per effeno della spontaneità rivoluzionaria determinata da con• dizioni maIeriali specifiche (anche se non è da sottovalutare l'influenza teorica e pratica delravanguardla impegnata negli anni scorsi in azioni esemplari se pure marginalì). Ma proprio per questo il salto qualitativo dalla spont.ineilà alla autonomia è un fatto che richiede un·assunzione di responsabilità prima Ieoric.i e poi pratica totale e senza riserve. in termini di previsione politica. di organizzazione politica e di direzione polllica effettiva. L'avanguardia, cioè. non può essere una sorta di disinteressata armata di Brancaleone che si mette al servizio del popolo, o un drappello di samurai al servizio del popolo cui donare 11peso della sua esperienza tecnico-politica. Questo mi pare tanto pili vero in quanto. e del lutto giustamente. si rifiuta l'atteggiamento difensivo che difenderebbe, è Dure vero, l'avanguardia organizzata ma non le masse (soggette pili che mai allo slrultamento, alla violenza padronale. ecc.} Ed è giusI0 proporsi che non succeda mai pili che la risposta proletaria alla violenza si ponga nei termini de1 • riprl• stlno della legalità costituzionale • che è sempre stata, è e altro non può essere, se non una legalità capltalista, padronale. imperiallsta (tultavla. è presto per dire • non succederà pili •L La crescita dell'autonomia dipende dalla crescita dell'avan• guardia nei movimenti di massa e viceversa; l'esito dello scontro. dipende dalla maturazione della spontaneità all'autonomia. La distinzione fra avanguardie e masse resta, ma tanto maggiore potrà essere la loro compenetrazione, tanto maggiore sarà il grndo dl polltlclzzazione raggiunto e quindi la forza unitaria che si esprimerà. L'assu!izlone di responsabilltà globali nel movimento è n&- cessaria subito (anche se non è traducibile subito in termini di partilo e giustamenIe non può che restare, ora, nel llmit,
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