movimento operalo revisionista hanno dato al problema della disoccupazione: quella dells difesa dello sviluppo produttivo. de/fa richiesta di • p/U p0st/ di l1W01O ~ In nome dello svlluppo economico. Alfrontsre il problema della disoccupazione senza mettere In discussione alle r8dlcl I rapporti di produzione capltallstl significa perperuarfl quella F,a la IOtt8 operala contro Il IBVoro salariato - per l8vOrare meno e per itboJire tendenzialmente la divisione del lavoro - ls lotta del d1soccupa1/ per Il diritto slreslsten11t e la lotta studentesca contro la degradHlone giovani/e, c'é un rapporto streltlssimo. che deve essere esplicitato, tradotto In obiettivi comuni e in organizzazione comune. Il più generitle di questi obiettivi é quello del sslarlo al disoccupati - al dlsoccupstl permanenti cosi come 8 q11elll tempor8nel - che ne garantisca la posslbllltit di vivere. La tlchlesta di posti di lavoro, la concorrenza tra operai é problema di chi vuole contratts,e lo slruttamento e la disoccupazione. Su queslo obiettivo - e su tJltrl momenti di denuncia e di mobilitazione, sul ruolo del collocitmento. sulla emigrazione. etc. - é fondamentale o,ganlzzare d<Nunque nel qu1Jrtle1I, nel paesi. comitati composti da operai occupati, gl<Nlnl apprendisti. edlll, donne proletarie. studenti. cont8dlnl, per condurre una grande campagna di propaganda e di lotta. La p0sslbflltà che questa campagna non abbia una dimensione puramente fHOpagsndlstlca. ma si traduca In organizzazione e In lotta. è l(tflata alfa sua capacltit di e.ssere condotta In modo collegato su scala nazionale, e di apPQOglarslsu/fa forza La tematica della lotla contro la disoccupazione e fa sottoccupa. zlone deve dlventsre Il centro del lavoro di organizzazione proletaria sul plano sociale, e deve essere p,oposta come Impegno diletto si movimento deg/1 studenti. Intorno Mi essa devono ruotare tutte le altre Iniziative posslb/1/ - dalla lotta proletaria contro la scuola. gll aslll e la scuola dell'obbligo, alla lotta contro gli aflft!I. e/l'azione contro ;/ caro-vita e l'Intervento po/11/co nel confronti del n(tflOzlantl ecc 14 Rispetto a questi temi I /rapporto col Sud è assolutamente essenziale. In particolare, Il tentativo capitai/sta di dislocare 1 In avanti le contreddlzlonl plU acute attraverso gli Investimenti nel sod deve essere affrontato lln da ora. Nelle zone destinate al nuovi Investimenti è possibile batte,e la dMslone del (Holeterlato su cui già la borghesia gioca. La spiegazione sul regime di fabb,/ca, sugli scopi effettivi degli Investimenti nel meridione. l'organizzszlone Popolare contro le manovre su!le assunzioni, p0ssono rovesciare (H/ma 11ncorache 11 metta In moto, Il Plf)Oetto del P-,ronl. L'Impegno di lotta e di organluufone s11 questi obblettM non può evitare di lare f conti con Il s1tlto di qual/là compiuto ds/fs situiessendo nella situazione attuale certamente masslmallsta. Il fatto che possa essere una parola d'ordine mobilitante e unificante, dal punto di vista organizzativo (e anche plU realistica del consueto appello alla Industria statale affinché venga. veda. costruisca e assuma), non elimina la sua contraddittorietà teorica che. rispetto alle lotte operale avanzate. rischia di risolversi In un errore pratico. Il discorso cambia se, invece. si riconoscono al padroni e al loro stato tuttora del margini. il che significa che la classe operala autonoma non ha ancora la forza e la capacità d'ln• ceppare in modo decisivo li meccanismo dell'accumulazione ca• pirnlista. Questa impossibilità, infatti. non significa che i padroni non abbiano da superare difflcoltà no1evoll in larga misura In primo luogo a causa delle lotte operale. poi per altri fattori (vedi, a esempio, I fermenti protezionistici americani, gli effetti di una concorrenza lnterlmperlallstlca sempre piU spietata. le difficoltà del credito. e cosi via). In questo ambito di lotta meno • maturo •. la parola d'ordine del salario garantito ai disoccupati parrebbe valida. Ma qual è in pratica la situazione su cui fondare. non ideo• logicamente ma con un minimo di scientificità, le previsioni economiche e politiche? Nella misura In cui sia possibile dare retta ai dati statistici. si sa ora che le persone occupate sono tornate a superare, sia pure di 178 mila unità. il livello dei 19 millonl. sotto il quale erano scese un anno prima. C'è stato dunque un sia pur lieve aumento. Nonostante le lotte, Il settore industrlale e quello terziario tra il luglio 1969 e Il luglio 1970 hanno reso disponibill circa 500 mila posti di lavoro. E la pre• visione è che in questo autunno t'industria avrà da offrire nuovi posti, cosa che a Torino e a Milano sta effettivamente acca• dendo (ma anche In altre città). Le difflcoltà semmai consistono nella mancanza di Infra. strutture adeguate per ospitare la nuova forza-lavoro che arriva dalle campagne del Sud e delle ahre zone. mentre si acuiscono gli squillbrl zonali e senorlall. La disoccupazione. Insomma. non sembra ancora provocata dai rallentamenti della produttività. che pure ci sono stati e che hanno una motivazione politica nel cuore della lotta operaia autonoma. Essa sarebbe tuttora allmentata dall'esodo agricolo, che continua {trecentomila lavoratori all'anno sono costretti ancora ad abbandonare la campagna). Inoltre, proverebbe anche da settori della piccola e media Industria nel confronti dei quali tuttavia sorebbe In programma una certa apertura del credito (per questo si parla anche di una sostituzione di Carll con Petrllll). Il fatto che In lugllo le esportazioni abblal'I? segnato un nuovo record. sarebbe a dimostrare che siamo dinanzi a una ripresa produttiva, pure In mezzo a squilibri zonall e settoriali tuttora forti. - 73
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