o deHa produttività s, e di/fuso ed espresso pressoché in ogni fabbrica ifa/lana Il controllo del smdacall sulla cfasse operafa si è do. vunque Indebolito, nooostante lo sforzo enorme di •,innovamento• compiuto dal slnd&eatl la • democrazia •, I delegati, le • plettalorme p/U ,rvanzate •, la p,o~anda rilormista e cosi vii,, Ma nella m8(Jg,or patte delle fabbriche Italiane. J'acqulslzione di massa de; contenuti anticapitallstlci della lotta - autonomia dalle produzione, egualitarismo. rifiuto della nocività attacco 8/fa dlsclp/lna m,litarlsta del capi e degl{ aguzzini - non si è ancora Incarnata in un'avanguardia orgenlzzata. capace di unirvi In un pr<>gr8mmaoffensivo, di mobilitare attivamente e permanentemente la massa. di rompere. insomma, la passività e /"!so/amento. JI sindacato continua - salvo alcune occasioni - B tenere B beda la sltuazloM, non In virtU dell'adesione ope,ala, ma delle passività e della debolezza di Iniziativa della classe ope,ala stessa. Questo è vero soprattutto nelfe labb,lche medie e piccole di cui è costellata /'Italia centrale: qui 1f cammino dell'autonomia operala e de/l'organfz. zazione non può assolutamente illudersi di rlpercoue,e le tappe della tona operala delle grandi labbriche urbane. Essa trova un confine fnsuperablle in due elementi: la dimensione ridotta della fabbrica, che limita di per sé le ripercussioni della fottfJ operais. e la espone. quan• do diventa piU radicate. si ricatto preciso di una reazione padronale che la lascerebbe Isolata; Il refotivo ISolamento sociale degli operai nef contesto profetarlo complessivo. che rende ben p//J difflclle che nelle grandi concentrazioni industriali il rapporto tra lott8 in labbrica e lotta soci1tfe. costituendo cosi un altro grosso tauo,e di lsof1tmemo Infine. nelle zone periferiche dello sviluppo lndustrl1le, che non sono solo al meridione, ma in ogni regione ltallan1, 18 lame di lavoro preme costantemente come una mlnsccla sulla lotta operai, Questa serve a chiarir& come Il problema della dlsoccupazlono non sia essofutamente. come vouebbe Il revisionismo. un problema esclusivo del •disoccupati•. ma riguardi in prima persona la classe operala occupata. Riuscire a tradurre questo In p,eclse Iniziative di lotta è un compito essenziale In secondo luogo, noi dobbiamo registrare una grave debolezza rispetto alla soclaUuazlone della lotta operala. alla capacllil di collegare costantemente lo svl/uppa delf'organlzzazlone e de/fa lotta In fabbrica a queflo dell'organlzzazlone e della lotta sul plano socia/e. Rispetto a questo problema Il nostro stesso bilancio. di Lotta Continua, non può certo soddisfarci. A parte una serie di situazioni esempltJrl. c'è una sproporzione assoluta Ira Il ,apporto di massa e Il ruolo che abbiamo avuto In molte fotte di lsbbrlca. e la nostra presenza nel quartferl, nei paesi ecc. Questo è un rii/esso chiaro dells composizione e dello stile di lavoro che cl ha caratterizzato, I cui pregi dlventsno a fungo sndare rflleW. Le Ipotesi da cui noi eravamo partiti rispetto alla questione della soclallz1Bzlone defle lotte operale si fond,rvano sopr1mutto sulla presenza di massa degli studenti che evrebbero dovuto costituire Il 68d1 tonto in tanto elementi spontaneisti funzionali alle spinte tr1onfalist1che che qua e là riaffiorano fino a Influenzare poi le prospettive di azione? Non vi è contraddizione fra t'affermare che • l'autonomia d, classe. nei suoi contenuti pili maturi, caratterizza anche poche situ1moni, soprattutto nelle grandi fabbriche del nord • e 11 proclamare. poche righe pili sotto, che • il rifiuto dell'orga· nizzazione capitalistica del lavoro e della produttività (che, secondo me. sono • i contenuti piU maturi dell'autonomia• l.d.m.) si è diffuso ed espresso pressoché in ogni fabbrica italiana•? l1 fauo, subito dopo riscontrato. che non si è ancora forma• 1a in tante fabbriche un'avanguardia. anche laddove un impegno di avanguardia c'è e da parecchio tempo, sarà solo una deficienza organizzativa, soggeniva, o non piuttosto la conseguenza di un perdurMle staio d'immaturità politica. dell'influenza ideologica revisionista tuttora incidente, ecc. ecc.? Un movimento che si pone, volendo • agire da partito•· a livello nazionale dovrebbe essere già una conoscenza specifica. fredda. empirica di tutte 1e situazioni di classe. Se cosi fosse. sarebbero evit.11e le inutili amplificazioni che danno per superato. sia pure a livello spontaneo. quello che Invece è ancora da superare. Due parole infine. sulla porte finale del punto 9, In cui si accenna soltanto ad alcuni grossi problemi Perché non si è realizzatR l'ipotesl di • una presenza di m:issa • d~gli studenti nell'impegno necessario per la socializwzione delle lotte operaie? Che cosa ha determinato il cambiamento del giudizio politico. trionfalistico. che del movimento studentesco veniva dAto nel 1968-1969, in quello, critico. che si è costretti a dare oggl' Per quanto concerne il lavoro poHtico a tempo pieno. cioè rrofessionale. di alcuni mihtanti-dirlgenti (lavoro politico necessario e Inevitabile. probabilmente, almeno In questa fase). che cos'è che lo rende talvolta unilaterale, settarlo, assolutista, e in qual modo sarà possibile conservarlo ma ellmlnando o atte• nutindo queste conseguenze negative? Aver ragione delle •cornacchie• sulla base dell'• lo c'ero• e tu no è facile ma può risultare solo un artificio polemico se non si va a fondo nella critica alt'• io c'ero sempre• e sono stato o diventato unllaterale. settarlo. assolullsta, ecc. ecc.
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