politica e sullo stato moderno (il che dimostra, fra l'altro, che la liquidazione .. globale • di Gramsci è una di quelle disinvolte li• qui<laz,oni o esecuzioni .. intellettuali • che fanno una moda ma non una cultura rivoluzionaria). Diceva Gramsci trattando della concezione del centralismo organico e della casta sacerdotale: " Se l'elemento costitutivo di un organismo è posto in un sistema dottrinario rigidamente e rigorosamente formulato. st ha un tiPO di direzione castale e sacerdotale [ ...) Le formule verranno recitate a memoria senza mutar sillaba e virgola. ma l'attività reale sarà un'altra. Non bisogna concepire I' "ideologia'", la dottrina, come qualcosa di artificiale e sovrapposto meccanicamente (come un vestii:> sulla pelle. e non come la pelle che è organicamente prodotta dall'intiero organismo biologico animale), ma storicamente, come una lolla incessante [continua, appunto L.d.M.]. 11 centralismo organico immagina di poter fabbricare un organismo una volta per sempre, già perfetto obiettivamente. Illusione che può essere disastrosa. perché fa affogare un movimento in un pantano dì dispute '"personali'" accademiche•· Proviamo a riferire questo discorso a non poche delle esperienze fatte da raggruppamenti m.l. o anche al lavorio intellettua. le di riviste che si situano. piU aristocraticamente, in tale ambito p:,litico. e abbiamo la spiegazione di tanti deprecabili fallimenti: deprecabili non in sé. ma per lo spreco di energie e di Intenzioni. Tuttavia, non sempre I'• esteriorità • è cosi rigida e rozza. Si hanno anche posizioni antiriformiste ... nuove •, che sembrano collegarsi con la realtà nuova, però attraverso un complesso gioco dì mediazioni intellettuali e politiche. A me pare, l't esempio, che questo sia il caso del .. Manifesto•· I titoli di rappresenta• tività che mirano a rendere autorevolmente influenzante la direzione del gruppo provengono dalla negazione del vecchio rapporto militante col Pci e non a caso si situano ancora prevalentemente, anche se non esclusivamente. all'interno o attorno a t;uesto partito. La negazione è davvero efficace in una dialettica che è dirigenziale. da comitato centrale a comitato centrale. Si tratta di una • mente• che cerca un • braccio•, tuttavia, per potere agire. Ma questa rìcerca resta vecchia, esterna, non supera di un passo la divisione fra braccio e mente che ha por• lato al fallimento pressoché tutte la esperienze di direzione del movimento operalo. E il superamento non può avvenire mediante la registrazione esterna. meramente teorica, dì quanto, nel mondo. va nella direzione del superamento. li discorso gramsciano dell'Intellettuale organico della classe operala questo si è da battere in breccia come un .. vizio " ormai assurdo. La ri• cerca (dopo la rivoluzione culturale cinese e tante altre esperienze. ma soprattutto dopo l'affermazione assolutamente palese della necessità di andare al di là del leninismo sulla spinta di ciò che lo stesso Lenin aveva alla fine capito), non può essere che 54 - quella - tutta politica - della classe operala, • del proletariato intellettuale d1 se medesimo .., in prima persona, come condizione fondamentale di emancipazione e di vittoria. Sotto questo aspetto. io non vedo nuovi titoli politici in compagni quali Luigi Pintor, Rossana Rossanda, Aldo Natoli. Valentino Parlato e gli altri a loro vicini. Non sono (e non conviene essere) cosi assurdamente settario da non riconoscere quale prezios• contributo CO· noscitivo, essi diano all'opera di chiarificazione in atto contro il riformismo, alle riflessioni critiche sulle esperienze rivoluzionarle alttuì. Ma è la sede olimpica di • mente • della rivoluzione, che per questa qualità Invita alla aggregazione politica come voce dì Giove o dtsegno di Minerva, che è tutta da contestare. Sennò dovremmo accettare che l'esperienza pratica di .. Lotta continua• e dei militanti che ad essa oggettivamente si rlferl• scono sia da recuperare si ma solo come un nodoso braccio anche potente da contenere e indirizzare. Non è proprio questa la sintesi pot:lica di cui si avverte il bisogno. Per questa ragione. dunque, un discorso rivoluzionario, il mio discorso rivoluzionario almeno. quello che ho da dire o che mi pare di poter dire. non posso che svolgerlo all'interno della e!perienza e della p,sizione di • Lotta continua• non restrin• gendo tuttavia questa in un ambito meramente istituzionale (che è in larga misura da superare), ma ampliandola anzi a quanto di autonomo il proletariato è stato sin qui capace di esprimere spontaneamente oppure per la presenza attiva delle avanguardie di • Lotta continua •· Che questa sia una estensione arbitrarla proprio non mi pare: perché la spontaneità proletaria arriva tanto piU e tanto meglio alle soglie della esigenza della organizzazione ( (e quindi di una linea politica e addirittura di una visione del mondo) quanto piU si accosta a quel tanto di pensiero che in modo tanto caotico, contraddittorio, unilaterale ma fecondo .. Lotta continua • o il suo gruppo dirigente sono riusciti sin qui a mettere insieme riprendendo dalle esperienze precedenti o da altri quanto di meglio c'era da riprendere, Infischiandosene delle fonti, preoccupati solo di ricercare la giustificazione teorica nel rapporto con la realtà. In questo lavorio di pochi. di pochissimi, anzi, è capitato e capita di risultare • infantili •• soggettivi e di far violenza al fatti. Si tratta di limiti, e di limiti grossi. Ma resta pur sempre da sottolineare che una cosa è far violenza ai fatti. al livello dei fatti. e un'altra cosa è far violenza al fatti riducendoli al livello delle proprie Intenzioni, aspirazioni. desideri, pensieri tutti esterni. tutti distint~ e tutti superiori. Se tu fai vlolenza al fatti. stando In mezzo al fatti, prima o poi, quando I fatti cominceranno a darti ragione troverai non soltanto Il compagno Michele o Il compagno Franco o il compagno Luciano o Il con1pagno Gino che, prendendoti per un braccio o fraternamente abbracciandoti a seconda del temperamento, ti tratterranno,
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