giovane critica - n. 24 - autunno 1970

piU operai 1 impegnati nelle avanguardie delle lotte di autunno e successive. Sarebbe stato assurdo attendersi, allo stato attuale dei fatti, la saldatura dei due momenti che hanno caratterizzato Il convegno. Ciò significherebbe che sarebbe stato raggiunto un livello di elabora.z.ione e di riflessione ,politica collettiva, e quindi di organizzazione, che Invece sono soltanto agli Inizi (e a inizi incerti). Mi pare però di poter rilevare che la qualità di alcuni inlerventi orali può far ritenere (e sperare) meglio superabile gradualmente quanto di unilaterale, soggettivistico, • arlstoç,a. tico •• ide.listlco sussiste tuttora negli interventi scritti. Anche se la • voce • ufficiale, rappresentativa, di • lotta continua• • a tutt'oggi quella delle relazioni scritte (ed è, anche se in parte necessariamente, una voce • leM&rlstlca • tradi. zlonale, che non innova cioè rispetto ai metodi dei vecchi parti• ti), tuttavia il convegno ha rivelato, ml sembra, la possibilità che possa formarsi una direzione proletaria effettiva. VI sono delle sfuature nei livelli di mllltanu: ora Intervengono molti operai mentre gli studenti stanno zitti, e piU In generale Inter• vengono ancora pochi rispetto alla totalità del militanti. e, problema ancora plU grave, I grandi temi di Impostazione politica o di approfondimento teorico sono ancora pensati e dettati prevalentemente dall'etto de pochi. Tuttavia lentamente. con 9tande dlfffcoltì e fatica, al afferma l'esigenza di una partecipazione plU diffusa (cioè non settoriale o addirittura corporativa) • a tutto•• anche perché se come si dice contro I nemici si vuole tutto, tutto è Impossibile ottenere se, nella preparazione e nelle realizzazione delle lotte, tutti non partecipano a tutto (ovviamente entro limiti ragionevoli). Questa à una strada obbligata se si vuote f.,_ un l)llrtlto r.,ovo, se si vuole avere una direzione politica che oggi, subito s!a In funzione della lotta di classe evitando che accada quello che finora • sempre accatt.1to (fatte poche eccezlON, In tuta quella cinese} nella storia del movimento ope,alo; cioè, la lotta di classe in funzione della dlredone poUtlca. Anche nella lotta di dasse la dlvlalone del lavoro, che è un prodotto borghese. va battuta In breccia subito. E questa non è un'esige~ volontaristica e velleitaria, ma materlallsticamente determinate dai tempi rivoluzionari che attrwenlamo: à cloi Intrinseca aJla rlvolu1lone come suo contenuto politico fondamentale, quaUflcante. Prima di affrontare uno del temi trattati et convegno, 'loetlo della situazione politica attuale • dei compiti che • Lotta Continua • ne deriva, voglio anzi t.e una p,edsulone di prlncJplo, pe, far c:omprendere meglio che 11ntereue veno la polltlca di • lotti Continua • non ha ori91nl lrnmedlatlstkhe o sentimentali o opportunistiche, ma hai una motivazione teorica che viene • lontano, di un fllone storico •1 penalero UIIWIO. Nel - • I ...-,I• dogll -chi greci dello ,clenz• ionica (lii secolo avanti Cristo) era dello: • Approvo la teoria solo se è basata sui fatti e se le sue conclusioni concordano coi fenomeni ( ... J Ma se proviene non da una chiara impressione, bensi da invenzioni plausibili essa porta spesso a gravi e pericolose conseguenze. Tutti coloro che seguono questo metodo entrano in un vicolo cieco [ ...) le conclusioni puramente verbali non possono essere feconde: lo sono soltanto quelle che si basano su fetti dimostrati poiché l'affermazione e le parole sono ingannevoli e infide. Perciò [ ... ] dobbiamo attenerci fermamente al fatti anche quando si generalizza, dobbiamo interessarci escluvamente dei fatti •· Questo atteggiamento materialista è ripreso • politicamente• da Mao Tse.Tung in • la nuova democrazia•: • l'atteggiamento scientifico - egli ha scritto - consiste nel "ricercare le verità partendo dai fatti", e quindi "ritenersi infallibile" e "atteggiarsi a maeslro" sono atteggiamenti stupidì che non sono di eiuto nella soluzione di alcun problema [ ...) Non vi è che una verità, ma per sapere chi ne ha fatto la scoperta, bisogna fondarsi non su vanterie soggettive. ma sulla pratica oggettiva. Solo la pratica rivoluzionaria di milioni di uomini è Il giusto metro per misurare la verità •· Questo filone di pensle,o porta anche a • lotta continua•· Dico questo, e ml sembra necessario sottolinearlo. perché la critica a • lotta continua •· volendo e dovendo essere una cri• tlca materialista, una critica rivoluzionaria, secondo me non può che situarsi all'interno della posizione che ho ricordato e che mi pare perfino ovvia per chi parli di fine di ogni forma di sfruHamento per mezzo della emancipazione proletaria. Se la cr:tica muove da teorizzazioni esteriori, che prescindono dalla pratica rivoluzionaria di milioni di uomini, essa non può superare mai lo steccato idealista pur autodefinendosi con preclari titoli Ubres.chl. con la migliore erudizione sulle vicende rivoluzionarie (altrui), marxista.leninista, come oggi accade spesso. Non è un caso del resto che I molti complessi e articolati pensieri che dall'esterno e dall'alto sono •calati. sul proletariato in questi anni. o sono stati •manifestati• nel pressi delle fabbriche e delle scuole quasi come verità • sovrannaturali •• sono scivolati sulla pelle del proletari come l'acqua sul cOfpi delle foche. Cosi sono finite tante esperienze grupplstlehe. 11 compagno Paolo Cristofolinl mi ha ricordato. a questo proposito, una delle note di Antonio Gramsci sul Machiavelli. sulla 1 Mi auguro che questi Interventi siano non solo pubbllc<1tlnegli alti del convegno m<1soprattutto composti in brani scelti in disco sicché sia possibile ucoltere dalla viva voce di chi è intervenuto che cosa si è fatto e che cosa si pensa di dover fare per lo sv11uppodell3 rivoluzione In Italia. - 53

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