fronti. perché ancorato ad analisi precise e a proposte puntuali di lotto. La situazione del movimento operaio Italiano oggi è tale che un'iniziativa cesiffatta, ben ancorata al senso delle proporzioni ma nello stesso tempo intenzionata ad usare fino In fondo tutli gli strumenti di cui di3pone, ha molte probabilltà non certo di assorbire e risolvere ma si di contribuire a provocare una convergenza di forze ancora estremamente eterogenee. ma con a1cuni elementi di ricerca comuni. Chi scrive non ha alcuna difficoltà a confessare che fino ad alcuni mesi or sono pensava che lo sviluppo di un rapporto tra il Pcl e Il Psiup dovesse mirare ad un approccio unitario sempre pili organrco. Oggi questa politica subisce una battuta d'arresto. nello stesso momento in cui s'intrawede la posslbilltà di un suo pili serio rilanclo. Subisce una battuta d'arresto perché l'evoluzione del Psi verso le lsti· tuzionl non consente che Il rapporto tra Pcl e Psiup sia pili che dialettico, ossia volto a lndivlduare sempre le possibilità di con vergenza. ma a partire dal concreto di proposte elaborate in piena autonomia, 'l senza sottacere I motivi anche profondi di divergenza. Voglio specificare che non è l'aspirazione del Pci ad andare al governo che ml sembra Illegittima, bensi i modi con cui si manifesta, e le condizioni cui accetta di sottoporsi (quella. ad esempio. di non richiedere alcun mutamento sostanziale né del quadro politico né del quadro Istituzionale, accettando anzi di contribuire a rinsaldarli con la propria offerta di col• laborazione). Se è vero, infatti, che il rifiuto di qualsiasi prospettiva di governo rappresenta un atteggiamento Infantile e settario, è vero anche che dell'ascesa al governo esiste pure una versione sempllcemente amministrativa e gestionale, che può rientrare benissimo In una prospettiva avanzata di sviluppo capllallstlco. e che è quella che viene avanti oggi In Italia. Tenendo conto di quanto questa prospettiva risulti insoddisfacente per larghi settori del movimento operalo e cattolico ltallano. non è Illusorio pensAre che ciò possa riaprire un discorso per una forza che sia un partito, ossia accetti la realtà del movl• mento operaio italiano come un dato di fatto con cui fare I conti (senza abbandonarsi ad avventurose negazioni globall] e abbia I mezzi per muoversi anche In campo lstltuzlonale. oltre che sociale (senza però considerarlo ormai definito fiir ewlg dalla • ti• voluzlor,e antifascista • del '45. anzi contestandone costantemente la Inadeguatezza repressiva rispetto al quadro sociale emergente). In questo senso, da una difficoltà che certo non è episodica, può sortire la lezione necessaria a maturare tra I due partiti un Incontro e un rapporto, che non siano quelli sostanzialmente formall fin qui praticati al loro vertici, ma entrino nel vivo di un dibattito sul probleml reali della situazione di classe. Oltre tutto un slmlle approccio sarebbe destinato probabilmente a provocare In ciascuno del due Or!'.lanismll'emergere delle linee plu avanzate e responsablll, le qualr non hanno certo da 1emere i1 conlron10 con la dinamica generale del movimento. A ques10 punto il discorso dovrebbe farsi meno generico e me1odologlco. entrando nel vivo d, una proposta politica, che naturalmente è tutta da preclsr'lte. Sarebbe cioè necessario riempire lo schema di discorso finora semplicemente abbozzato con contenuti precisi di programmi e d'azione: che è però quello che solo una sede dlrigente di par1i10 è In grado (ha il diritto) di lare. Posso quindi solo accennare a quel punti. che mi sembra abbiano cos1itui10 anche in questo caso una fonte d'Interesse particolare. in questi ultimi mesi, per tutti quei compagni. i quali, sentendosi estranei alla problematica dell'• area socialista •, considerano peraltro condizione fondamentale per resistenza del partilo un serio ripensamento sui fondamenti della sua politica. Essi sono i seguenti: 1) Considerare e dichiarare il quadro istituzionale del movimento operaio insufficiente e provvisorio rispetto ai nuovi livelli di classe emersi negli ultimi anni i11Italia. Ouesto non si• gnifica chiamare ad una contestazione frontale degli strumenti esistenti. che spesso si radica in un atteggiamento inguaribilmente minoritario e contribuisce definitivamente a cristallizzarlo, ma piuttosto Iniziare un discorso aperto sulla sfasatura ormai palese tra movimenti di massa e organizzazione politica, tra contenuti delle lotte e orogramml di partito, tra richieste di potere e la mediazione politica ad esse fornita. Può non sembrar molto che di questo punto si faccia. da stato d'animo diffuso quale ora è. un elemento di programma. E' invece di essenziale importanza che. precisamente in questo momento, vr sia chi assuma organicamente il compito di sostenere che la propria Inadeguatezza nel confronti della classe è anche l'inadeguatezza strlfiCa di un'intera tradizione del movimento operalo verso un certo tipo di sviluppo capitalistico, che è andato avanti. Ouesto vale per il Psiup, senza dubbio. ma anche per Il Pcl. e per il Pcl forse oggi In misura mag2iore, per quanto maggiori sono le sue responsabilità di elaborazione e di guida politica rispetto a quelle che il Pslup può coprire. Il discorso sul superamento degli steccati storici tra I vari flloni del movimento operalo italiano, che assume un sapore di destra ogni qualvolta viene affrontato, 1>0trebbecosi essere rovesciato di segno nel riconoscimento che la sltu11zione di classe marcia si verso un superamento delle tradizioni ideologlche rispettive. ma precisamente nel senso di mettere In crisi quanto In esso soprawlve di una vecchia concezione. delegata e autosufficiente, del discorso e del partito politico. L'unità pili avanti, nel fuoco di una discussione sugli orientamenti da dare alla lotta di classe In !talla, e non plU lndl•tro, nell':'lcquislzlone di un processo di mera convergenza di vertici sulla base delle etichette e delle eredità: 2) Riportare costantemente Il discorso sul problemi strategici, conslderendo anche questi tutt'altro che risolti dall'elabor• - 49
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==