si concilia con un quadro generale di mediazioni Interclassiste al livello statale? Sorge subito il dubbio che in quel quadro generale una proposta di dislocazione degli obbiettivi si risolva in una pura e ·semplice Uquldazlone del movimento, non di quel movimento, ma del movimento In generale, Con la rottura eversiva dl Reggio Calabria la borghesia locale, non senza preelse connessioni con forze politiche centrali, ha cercato di egemonizzare te masse scatenandole contro lo Stato e vi è riuscita, fuorviando quindi gli obiettivi di classe, e ciò al fine di affermare e di consolidare Il proprio potere locale nei confronti dei lavoratori e in quelli del concorrenti borghesi. Ma questo tipo di operazlone può riuscire a strumentalizzare a fini conservatori gli stessi partiti operai, sollecitati a combattere l'eversione di destra ricorrendo agli strumenti dello Stato. Il risultato pit) amaro di tutta la vicenda può essere proprio il concorso della sinistra per riconvogliare nell'alveo dello Stato. solo apparentemente contestato. Il movimento di fondo. La debolezza delta politica della sinistra si manifesta non solo nello spazio lasciato all'i• niziativa della destra, ma anche nel suo contributo oggettivo e lnvolontar\o a ricomporre la tradizionale autorità dello Stato, autorità di classe, autorità storicamente nemica e oppressiva. Colpisce l'apparente fatalità di questo processo subalterno del movimento operalo, o almeno l'estrema difficoltà di contrastarlo, difficoltà le cui radici non sono certo in Calabria ma nella politica generale. In proposito sembra del tutto fuori luogo il trionfalismo con cui gll eventi di Reggio sono esaltati da sinistra, per esempio da lolla Continua. Non basta un fatto di lotta per qualificare un movimento, e neppure basta un fatto di lotta conlro lo Staio. Quando lo Stato viene attaccato non in quanto strumento di oppressione di classe, ma per conto della borghesia agraria e burocratica al fine di averlo pili docile al proprio servizio, si dà solo un aiuto alla borghesia. l'Ipostasi dell'urto diretto, indipendentemente dal contesto storico-sociale. porta all'Incapacità di discriminare in tema di violenza, cosi come l'Identificazione di singoli episodi di lotta con l'intera classe operaia porta a non vedere le contraddizioni, sia pure Indotte dal capitale, nelle quali la classe operala si trova ad agire, Ma la stessa lotta Continua aveva scritto. sul convegno di Vibo di fine settembre: • l'assemblea popolare appare uno strumento utile di organizzazione e di decisione, nella misura in cui al suo Interno è chiara la direzione proletaria •. l'accenno polemico verso il sindacato, che traspariva da quel testo, non potrebbe tanto plU valere quando la "direzione" è nelle mani del vescovo, dell'agraria. della burocrazia parassitarla? Forse che Reggio non ha riproposto drammaticamente la necessità di verificare 1e stratificazioni sociali urbane, le vlrmalltà di coa• gulazlone reazionaria del ceto medio, le sue capacità egemoniche nel confronti del popolo, la stessa struttura del popolo In una situazione di estrema esiguità della classe operaia urbana? l'Identificazione di proletario con combattente e il trtonfalismo Ininterrotto non fanno fare un solo passo avanti alla classe operaia. Anche cardinal Ruffo aveva con sé il popolo - contadini calabresi e lazzari napoletani - ma Il suo trionfo fu una reazione sanguinaria. Sul piano nazionale è in pieno svolgimento una operazione riformistica di lungo respiro da parte della grande borghesia Industriale e finanziaria. Il quadrilatero del potere monopolistico privato e pubblico - Flat, Pirelli, lri ed Eni - aveva manifestato In primavera delle Inclinazioni di marca reazionaria, di fronte al perdurare della tensione nelle fabbriche. Ma la situazione si è chiarita nel corso dell'estate, con la formazione del governo Colombo, • aperto • a sinistra come lo fu il governo Fanfani prima dell'ingresso del socialisti net governo Moro. e questa volta • aperto .. ai comunisti e pieno di riconoscimenti verso i sindacati. la scelta del grande capitale per una (pur graduata e controllatissima) apertura a sinistra, sempre tenendo a portata di mano una operazione di desl'ra (che gioca come riserva strategica e al tempo stesso come strumento di ricatto verso le sinistre) va forse ricollegata a valutazioni capitalistiche sulla urgenza di una ristrutturazione industriale. sotto la pressione di Impulsi interni e Internazionali. Si tratta di ritardi da colmare sul piano tecnico e ancor piU su quello organlzzativo aziendale e della divisione nazionale e internazionale della produzione. ritardi che la lotta stndacale degli ultimi tre anni ha messo in luce. Questa operazione riformistica non ha evidentemente nulla a che vedere con una poUtica di riforme. Essa si configura come un programma complesso, molto affidato alla esperienza pratica, ma centrato all'Ingrosso su due elementi. Il primo è una razlonalizzazione della spesa, esigenza assai sentita dalle masse lavoratrici, specie per quel che riguarda la spesa edilizia e quella sanitaria, ma anche assai avvertita dai gruppi capltalistlcl plU avanzati, che denunciano il divario fra razionalità delrim• presa e Irrazionalità delt'ammlnislrazione pubblica e che sanno per esperlenza che In ultima anallsl Il costo dei disservizi sociali finisce per ricadere sulla produzione (come compressione del salari e conseguente tensione sociale). Il secondo elemento è quello della stabllità nell'esercizio produttivo. cioè del riprJ. stlno nelle Imprese di una nonnalità che non vuol dire neces. sariamente mancanza di lotte, ma vuol dire livello quantitativo di lotta e tipo di lotta che non mettano In discussione Il potere padronale: un certo margine di lotta non solo è consentito ma può persino apparire conslgllebile, come scarico della tensione operaia, come • collaborazione confllttuale • che significa una dlsciplina della lotta. Cosi nella struttura come nella soprastruttura, cioè nel rap. -3
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==