del Partito, come pure il lavoro di elaborazione portato avanti dalla Federazione. la Federazione ha condotto anche una lotta - con interventi su Mondo nu.ovo, in sede di Commissione Stampa e Propaganda e di altre Sezioni centrali di lavoro - perché il Partito si ponesse il problema di una preparazione ideologica di massa. Oui a Piacenza, nel lavoro concreto, avevamo problemi elementari come questi. Tanto per fare un esempio, non potevamo discutere col quadro operalo di fabbrica o col consigliere comu• nale un modo nuovo di intendere la lotta o l'ente locale secondo la strategia dei contro-poteri e poi dargli in mano ad es. uno strumento di formazione elementare come il Manifesto del '48 con la prefazione di Togliatti. Non potevamo al quadro stu• dentesco parlare dell'originalità della proposta strategica della concezione unitaria di elesse e poi lasciarlo formare cultural• mente e ideologicamente sul testi dell'organizzazione culturale comunista o sulle riviste del gruppi minoritari e della conte• stazione. Alle deficienze o meglio all'assenza di un lavoro di elaborazione e di omogeneizzazione centrali da parte del Partito. abbiamo cercato di ovviare legando ogni momento anche arido e minuto, • tradizionale • del nos1ro lavoro a una concezione ge• nerale che lo spingesse e lo incanalasse nell'alveo della costruzione di un'alternativa classista nel paese e nel movimento operaio. Momento unificante è stata la scuola quadri condotta a vari livelli, autonomamente gestita dei compagni, che Il ha portati a ripensare l'alternativa della po11tlca unitaria di classe nel quadro dell.:, storia e dell'elaborazione del movimento ope• raio: che li ha portati a riesaminare la propria esperienza e la collocazione del Partito nel quadro del movimento comunista internazionale. Questa esperienza unitaria e originale ha sofferto del limiti e delle deficienze che abbiamo detto. ma ha dato enche I suol frutti. Infatti a Piacenza abbiamo dato l'esempio concreto di un movimento che almeno a livello di quadri dirigenti, e in targa parte anche a livello della base e comunque a livello di inlzlativ.> politica. non ha niente a che vedere con un Partito di tipo socialista e che è qualcosa di qualitativamente diverso anche dall'esempio storico di partito comunista quale lo abbiamo visto in questi anni. Certo la nostra provincia è politicamente periferica e non determinante. ma la nostra esperienza è comunque sufficiente a testimoniare della presa di una politica pure tra masse glà storicamente egemonizzate in altre direzioni. Oggi questa espe• rlenza è di fronte 3. problemi che i risultati delle lotte contr&t• tuali e del 7 Giugno hanno reso impellenti, problemi non solo di crescita organizzativa, ma di crescita politica, di allargamento del nostro lavoro a tutti i settori dello scontro di classe, in modo da renderlo condizionante all'Interno e all'esterno del movimento operaio. Ouesta esperienza unitaria originale non può essere dispersa. come cl suggeriscono i compagni del Manifesto. Dietro di noi lasceremmo il vuoto. lasceremmo che la classe operala passi al centro.sinistra o a varianti, anche se pili avanzate, del centro-sinistra: getteremmo nello sconforto politico militanti che hanno visto nel Partito la prospettiva di un modo originale di Intendere la potltlca di classe. Vogliamo invece che il Partito, specialmente oggi che è attaccato da pili parti, sia In grado di superare I suol limiti passati. di unificare e omogeneizzare le esperienze pili avanzate, di darsi un modo nuovo di concepire e attuare l'organizzazione di classe. per porsi veramente come Il primo nucleo di una ristrutturazione della sinistra, per la creazione di una forza autenticamente rivoluzionarla nel nostro paese. La Federazione Pslup di Piacenza - 45
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