giovane critica - n. 24 - autunno 1970

da quello dell'attuale blocco storico che egemonizza la classe operala. il discorso del Psiup veniva Isolato. b) la scarsa Omogeneità del Partito nel tradurre le proprie enur.ciazinni teoriche In prassi politica e in organizzazione. Il Pslup soprattutto a livello centrale, ma di conseguenza talvolta e spesso a llvel1o locale, non è andato al di là della formulozione di principi, senza lavorare seriamente per organizzare il proprio discorso, correggendolo e verificandolo nella esperienza e nella lotta. Anche per questo 1anostra linea non è passata nelle masse ed il Psiup è sembrato. a-seconda del casi, o un partito subalterno alla strategia dominante della sinistra o un partito neomassimRlista. Cioè il Partito, di fronte a difficoltà e insufficienze interne e di fronte all'opposlzlone sotterranea ed esplicita del'a forza magglorltafia del movimento operalo, non ha avulo la ca· pacità e Il coraggio di organizzare le proprie Indicazioni politi, che e la Direzione del Partito ha fatto ben poco per generalizzare le esperienze pili avanz:ue. con la conseguenza che esse sono rimaste Isolate. mentre una parte del Partito ha continuato 9 lavorare In modo tradizionale. Quindi Il discorso del Pslup. facilmente battuto e Isolato In fabbrica. non poteva certo rl• Eultare vincente a livello degli schieramenti politici nelle elezioni ed è rimasto largamente incomprensibile alle masse che non lo hanno visto concretizzarsi In esempi di organizzazione operante. se non in casi partlcolarl e perciò non significativi. Il Partito, mentre per merito dell'attività delle sue organizzazioni di base ha in gran parte trasformato e rlquallflcato il suo elettorato (come aveva già fatto In questi anni con i suoi Iscritti) ha però pagato con l'Insuccesso il non aver saputo organlz. zAre la linea dell'alternativa. Nel momento In cui Il Partito, con 1a sua politica organizzativa e con la sua polltlca elettorale. rinnovava la sua b!lse. perdeva l'iscrlno e l'elettorato moderato della • tradizione soclallsta ., ma non portava avanti organizzatlvamente un discorso di massa sull'alternativa. cosicché questa era intuita e compresa solo da minoranze e avanguardie operale e Intellettuali. Quindi per noi l'Insuccesso del 7 giugno non significa un ritorno all'lndletro alla ricerca di un'• area soclallsta •. che è Indifferente o lncompre-nslblle alla nuova base militante del Partito. ma significa la nec,ssltà di rivedere una concezione e una politica organizzativa sbagliata. vecchio-frontista. di lnten• dere lo polltlca unitaria: significa un'assunzione di responsabllltà piena verso le nuove forze del movimento operalo. verso anche le nuove forze extra-parlamentari. che un nostro cedimento centrifugherebbe nella sterilità. le nuove proposte oolltlche. che vengono avanzate al movimento operaio (Manifesto, Mpl, Acll. Gruppi spontanei ecc.) contengono spesso alcune indicozioni preziose e rappresentano comunque un aspetto della ricerca di rinnovamento del movimento operaio che non dobbiamo lasciar cadere. ma non sembrano avere possibilità di successo. e per la loro eterogeneità. e per la loro concezione minoritaria o puramente intellettuale della lotta politica. e per la visione terza-forzista che le anima. Senza certo sottovalutare gli 2poorti importanti che devono venire da altri settori del movimento operalo. oggi pili che mal la risposta deve venire dal Psiup, dal quale del resto anche queste recenti proposte politiche traggono alcuni motivi di Ispirazione e attraverso il quale comunque esse possono mantenere l'anello di congiunzione con il movimento operalo organizzato. Proprio per Il suo ruolo. Il Psiup non può restare Immobile perpetuando gll errori del plssato, né può pensare di cavarsela con una maggiore spinta all'attivismo. oppure rispolverando la fallimentare esperienza del Psi nel dopoguerra con I'• area sociollsta •. Il nostro Partito deve Invece dispiegare tutta la ricchezza della sua ipotesi strategica unitaria. senza complessi di Inferiorità. senza timidezze. senza opportunismi. In un documento dell'Esecutivo della Federazione di Piacen• za. inviato alla Direzione net lugllo scorso. è scrltlo tra l'altro: • Ciò che i mllitanti si aspettano dal Partito è un metodo di lavoro basato sulla collegialità. sul controllo permanente. sulla verifica periodica e la volontà di gestire la tlnea dell'alternativa in modo coerente con scelte precise e con una rinnovata capacità di strumentare ed organizzare questa linea•. E ancora: • Il Pslup, assieme ad un'onalisl della situazione e delle prospettive dopo Il voto del 7 glugnc. ha Iniziato un discorso sulla qestlone del Partito. Questo dl~corso rischia di essere equivoco e di ridursi esclusivamente alla sostituzione di alcuni compagni nei settori di lavoro centrali. se Il Partito non aHronta con molta forza il proble-ma del rapporto tra linea politlca e organizzazione, tra discorso strategico e strumento. Il Partito deve avere Il coraggio di compiere un ripensamento generale delle proprie esperienze. di rivedere il proprio metodo di lavoro. Il proprio modo di concepire l'organizzazione. l'appllcazlone che ne fanno I suol gruopi dirigenti centrai! e periferici. Se non facciamo questo. Il dibattito che si è aperto sul nostro ruolo, sulla nostra funzione. finisce per scadere a discorso accademico. per ridursi ad una vuota disputa suita collocazione in astratto del Partlto come avveniva nel vecchio Psi. Quello cioè che non ci sembra piU accettabile è il metodo generale di lavorare del Partito. che discute sulle llnea senza porsi con altrettanta attenzione il problema degli strumenti e degli lndlspensobill momenti di verifict e che perciò finisce per instaurare un metodo oggettivamente opportunistico di fare politica •· -41

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