giovane critica - n. 24 - autunno 1970

nel tentativo di porsi come alternativa alla concezione del partito (leggl Lenin). L'Ideologia della sinistra extra-parlamentare si presenta come µna versione dell'• economicismo rivoluzionario. (Prima ..., p. 303) o • trotsko-operaismo •: quest'ultima definizione è d3 spiegarsi con l'influsso che R. Panzieri e i Ou• derni rossi avrebbero esercitato sui quadri del Ms e della sinistra extra-parlamentare. La sinistra socialista costitulrebbe cosi la matrice teorica dei gruppi rivoluzionari e l'attivismo davanti alle fabbriche l'ultlma sponda del • dualismo di potere • - quesfanima dannata che. per quanto cerchi di vestirsi con abiti • raffinati • e • sofi• sticati •. come quelli del • fronte antlcapitalistico •. non può mascherare la sua vera natura di • variante oggettiva di sinistra del pluralismo cosi caratteristico dei riformisti cattolici e del revisionisti comunisti • (Prima ..., p. 309). Ma di contro ai rappresentanti della piccola borghesia cioè ai gruppi della sinistra rivoluzionarla (Prima..., p. 303 e p. 3091, si ergono i veri marxlstilenlnistl il cui unico problema. per il momento!, è quello di definire • una strategia rivoluzionarla e (di centralizzare) le forze rivoluzionarie in un'avanguardia capace di guidare le lotte spontanee delle masse (la cui combattività resta altisslma all'aprirsi degli anni '70) verso la conquista del potere• (Prima ..., p. 314, neretto nostro). E' noto che Il massimo teorico della strategia del dualismo di potere è l'artefice della rivoluzione russa, V. I. Lentn. che la teorizzò perché in grado di garantire sia la • rottura • dello stato borghese sia l'instaurazione della dittatura del pro1etarlato; non solo. ma essa è runica via rivoluzionaria che permette di evitare la • riduzione• della • presa del potere • a putsch mili• tare - quindi ad un'avventura. come pili volte sottolinea Lenin - e di affermare il potere sovietico, cioè dei consigli del de• putati degli operai. agricoli e industriai!. del contadini e dei so1datl come runico strumento per la costruzione de lsoclalismo. Vi è uno stretto rapporto tra la teoria marxista dello stato. l'affermazlone della necessità, durante Il periodo di transizione. dello stato (sia pure di tipo speciale come la Comune), e la strategia del dualismo d, potere. D'altra parte. solo questa strategia comporta l'esaltazione del partito come strumento di direzione proletaria del processo rlvoluzlonario. Questi nessi ri· sultano chiari persino ad una considerazione • esteriore •. ,i. flettendo cioè sull'attività !)mitica e teorica di Lenin nei mesi cruciali del ·11. Infatti da un lato egli compie un lavorio teorico Intorno alla concezione dello stato In Marx e alla nozione dello Stato-Comune. che porterà alla stesura tra l'agosto e Il settembre di Stato e rivoluzione; dall'altro si batte contro i • vecchi bolscevichi• - v. le lettere da lontano, le Tesi di aprile, le lettere sulla tattica, ecc. - per mutare non solo il programma, cioè la strategia del 1905. ma anche il nome del partito, che vuole modificato In partito comunista per mettere In risalto la necessità di un'azione autonoma del proletariato. • Il problema fondamentale di ogni rivoluzione è quello del potere dello Stato • scnve Lenin nell'articolo Sul dualismo di potere (Opere, voi. XXtV. p. 28) volendo con ciò evidenziare come 11 culmine del processo dvoluzionarlo sia rappresentato dalla • demolizione • (Terza lettera da lontano), dalla • rottura • (Stato e rivoluzione) dello Stato borghese e dalla instaurazione della dittatura d~I proletariato. Lo strumento con cui il proletariato realizza l'una e l'altra è il soviet, che si configura per un verso • come organo della lotta per il potere • e per l'altro come • apparato di potere • delli\ classe operala: proprio per questo il soviet non è un Or• gano tecnico•gestionate come il consiglio gramsciano ma una struttura politica che abbraccia il lavoratore di ogni professione perché deve • rappresentare gli interessi generali del proleta• riato. (cfr. Lev Trotsk1, Terrorismo e comunismo. Milano 1964. pp. 117-8). La • presa del potere •. che, nel saggio di Illuminati e Di Toro. appare essere la combinazione (mistica) di lotte spontanee (tradeunioniste?) e direzione politica del partito. è al contrario \'affermazione della struttura sovietica com'! unico potere nella società; 1nfattl essa avviene • dal basso• e proprio • La Comu• ne e i soviet del deputati degli operai e dei contadini C•..) spezzano e sopprimono questa macchina (lo stato borghese] • (Lenin, I compiti del proletariato nella nostra rivoluzione, Opere, voi. XXIV. p. 52 e p. 62). La proposta strategica leniniana consiste essenzialmente nell'organizzazione dei soviet come organismi politici del proletariato attraverso cui creare i1 dualismo di potere. spezzare lo stato e costruire lo Stato-comune: Infatti I soviet • riprodu· cono il tipo di Stato che la Comune di Parigi ha elaborato e che Marx ha definito come la forma politica scoperta. nella Qua• 1e si può compiere l'emancipazione economica del lavoro • (op. cit., p. 62). In nome della strategia soviettista Lenin conduce una politica serrata contro il blanquismo: • Chi vuole riflettere e imparare - non può non capire che il blanquismo è la presa del potere da parte di una minoranza, mentre i soviet operai ecc. sono notoriametnte l'organizzazione diretta e Immediata della maggioranza del popolo • (lettere sulla tattica, Opere, voi. XXIV, p. 42, sott. nostra). Affinché i soviet si sviluppino come organi del dualismo di potere, esplichino la loro natura di strumenti di lotta contro lo stdto borghese. è necessaria la presenza del partilo comunista; infatti solo la • separazione • - cioè l'autonomia - del partito proletario permette di realizzare la • coesione •· l'unità, della classe operala e di battersi quindi coerentemente per affermare come unico potere nella società quello dei soviet (cfr. Sul dualismo di potere, Opere, voi. XXIV, p. 31). - 37

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==