giovane critica - n. 24 - autunno 1970

SI inizia cosi la prima fase del processo di ristrutturazione dell'Industria Italiana, nel corso della quale Il padronato restaura in pieno 1e libertà imprendltorlall per rlstabillre su nuove basi Il proprio rapporto con la classe operala. Sono questi gli anni In cui vengono largamente impostate le tecniche direzionati e di organizzazione del lavoro consolldatesl nelle economie capltallstiche plU avanzate (Usa In primo luogo}. I processi di meccanizzazione vengono completati. si avviano largamente I processi di automazione. nasce la nuova "classe" del tecnici. sperimentano le prime forme di homan relatlons. I partiti operai non colgono la nuova realtà venuta avanti nel processo produttivo e nel rapporto padronato-classe operaia e si attestano sulla Unea di difesa del vecchio rapporto che cl si Illude dl poter ricomporre. In realtà I consigli di gestione entrano In una crisi che si risolverà con la toro definitiva liqui• dazione: le stesse commissioni interne che via via vanno sostituendosi al consigli di gestione svolgono un'azione limitata ad un rapporto contrattuale che diventa sempre plU insufficiente a rappresentare gli operai nella nuova realtà. Tall processi apportarono profonde trasformazioni nella realtà di fabbrica. ma plu In generale nel tessuto ecoonmlco della società Italiana. nel nord come nel sud. dove Il movimento per la terra - battuta la linea di potere nel nord e ricondotta la lotta di classe nell'alveo demoeratlco - poteva essere contenuto entro I limiti della legge stralcio, con la quale si chiudeva U periodo delta • restaurazione capitalistica • per passare nella fase di espansione ciclica che porterà al • miracolo economico •. Saranno proprio le modificazioni nella vita di fabbrica e nel mercato della forza-lavoro, una volta respinto l'attacco alla Costituzione (no alla "legge truffa" con le elezioni del 1953), a portare alto svuotamento del potere sindacale lstltuzlonallzzato nel contratti nazionali e difeso dalle Commissioni Interne: Il 1953 alla Fiat. contrappeso negativo di fabbrica della vittoria democratica, da un lato chiuderà quel primo periodo di esperienze di potere e di • ripiegamento democratico • entro le Istituzioni, dall'altro aprirà un ripensamento profondo circa l'efflcacla del potere contrattuale conseguito dalla classe operala con quel ripiegamento. Tale ripensamento ebbe il suo primo atto clamoroso - entro 11 pllJ generale dibattito su • riforme e rlvoluzlone •, democrazia e socialrsmo. vie nazionali al socialismo, apertosi con il XX Congresso del Pcus e che troverà una prima sintesi al• l'VIII Congresso del Pcl - nel Convegno sullo sviluppo tecnologico promosso nel 1956 dall'Istituto Gramsci. 1 U C.LN.A.1. aveva emanato la direttiva di tr.isformare I CO.A. In comitati • rappresentatwl • (con rappresentanz.iparitetica) dei C LN. 2 E. Sereni, al primo convegno economico del Pcl (Roma, I agosto 1945) avrà buon gioco nel rifare !"esperienza negativa di questi ten• tatlvl per contrapporvi la necessità di una visione • nazionale• e non • settaria • degli organismi operai. Clr. R/costrufre, Resoconto del Convegno Ecooomlcodel Pcl. Società editrice l'Unità. Roma 1946. J Vedi relazione Pesentl ed Interventi vari at Convegno economico del Pcl (1956). • Vedì Refa1ione al disegno di legge sul C di G (progetto Morandl) presentata al Consiglio dei Ministri che allora a\'eva poteri legislativi, riportata In A Di Gioia. L'Intervento del lt1v01ato,1nelfa Gestione delle Aziende, Firenze, 1952, pp 89·91. .S Vedi Congresso Internazionale degli lodustriali. N Y. 1951 !interventi di Costa, Valletta. A. Plrelll 1t Faina). 6 E' del 1947 Il secondo accordo sulle C I. 7 Tutta !"esperienza degli organismi operai di fabbrica trova in Moraodl una collocazione teorica che ha momenti fondamenta!! di differenziazione col Pcl: Morandl infatti colloca questi organismi all'Interno di una visione delta lona pelltlca ln questo momento che abbia carattere di rottura dell'equilibrio capltalisUco per arrivare al completo rovesciamento del slStema Sicché Morandl esalterà H carattere di classe degll organismi operai. Tuttavia. anraverso un processo che per 11 momento non cl 1n1cressaanatrzzare. le posizioni di Morandl avranno scarsa efficacia sullo svl1uppe effettivo del movimento e verranno di fatto a confluire con quelle del Pci. In realtà Moraodi scontava in ciò sia I llmltl della sua impastazione che sul terreno della concezione dello Stato si scostava da quelle del Pcl essenzialmente su problemi tattici. sia per la realtà del partito nel quale Morandl mltltava che Impose alle correnti interne di misurarsi coi problemi delrunltà delle sinistre e della alleanza con il Pci. Nota blbliograflr;a. Cfr. Il dibattito sul conslgfl di gesllomt, Atti del I Convegno nazionale (Milano), a cura del Centro Economico per la Ricostruzione; I consigli di gestione. ConfederazioneGenerale de11'iodustrla Italiana. Roma. 1947.voi. Il; A, 01 Gioia. L'Intervento del favo,ato,I nella gestione delle fabbriche, su Ouade,nl di Notizie Economiche n. 11. Firenze, t952; G. vaccarino, Il movimento operalo a To,lno nel primi mesi della c,lsl ltallana {lugllo t94J,mp•zo 1944}. In ff movimento di Liberazione In Italia, nn. 19 e 20, MIiano, 1952; L Ubertl. Le commissioni di lobbtlca. llneom&ntl r,ofltlcl. su Quaderni del Po,tlto d'A1lono n. 6, Roma,1944;G. Castagno. Non collabo,azlone Consip/1 di gestione, P,obleml della p,oduzlone, discorso pronunziato al Senato delta Repub• bllca Il 26 ottobre 1948; I lavoratOtl e Il p,ogreuo tecnico. Atti del Convegno organizzato dall'Istituto Gramsci sul probleml della tecnica e dell'organizzazione delle fabbriche. Editori Riuniti. 1956. -31

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