nella lotta contro l'occupazione nazista e contro il fascismo. per cm. a liberazione avvenuta, si sciolsero, anche se tra drammatici conflitti polttic1; mentre gli organismi d1 fabbrica da momenti propulsori della lotta al nazi-fascismo e potenzialmente della lotta alla proprietà cap1tal1sticadei mezzi di produzione, andaro, no trasformandosi in organi di difesa del patrimonio nazionale, nell'industria come nell'agricoltura, e quindi In organi della ri• costruzione economica: si trasformarono cioè da "Tlomentl di potere nella società civìle per la realizzazione della socializzazione dei mezzi di produzione 10 consigli di gestione e di caOallro canto. la realtà dei conslgli di fabbrica e di casclno presentava pur sempre contraddizioni profonde e limiti evidP.nt1ssimi, tant'è che la riduzione di cui sopra fu non solo possibile, ma - stando ad alcune tendenze evidenziatesi (vedi tematica della cogestione) - l'unica possibile. Entro queste coordinate generali si spiega come tutta l'esperienza del rapporto del Pci con gli organismi operai di fabbrica. nel periodo che va dalla formazione dei comitati di agitazione alla costituzione dei consigli di gestione e poi fino alta definitiva liquidazione di questi ultimi. presenta una costante strategica che viene reiteratamente confermata quale che sia lo svolgersi degli avvenimenti politici interni ed internazionali: la netta separazione cioè tra la lotta economica del proletariato e la lotta politica, la prima Il• mitata all'interno della fabbrica. la seconda all'interno delle istituzioni antifasciste e democratiche. Da cui consegue la riduzione a lolla sindacale di ogni lotta .. operaia • e a organismo sindacale di ogni organismo di fabbrica. I comitati di agitazione, anche quando assolsero di fatto funzioni decisive nella lotta politica. furono sempre considerati come la variante clandestina delle commissioni interne che. una volta liberato il territorio italiano dall'occupazione tedesca, dovevano ricostituirsi in forma legale per proseguire l'azione di difesa economica degli operai Questa concezione. propria del Pci. dei primi organismi operai di fabbrica. avrebbe finito col pesare In maniera determinante sul successivo sviluppo di questi avvenimenti. Essa era. diciamo cosi. agevolata dal fatto che in realtà I Cda svolsero la loro esperienza come esperienza aziendale o al massimo di zona e settore. difend'endo da un lato la propria autonomia dal Clnai che tendeva. per le pressioni delle sue componenti borghesi. a farne un proprio strumento 1 , dall'altro illudendosi, però, di risolvere i problemi del potere e della • espropriazione del capitalisti. con un'azione puramente • consiliare. 2. A liberazione avvenut3 I Cda dovevano cedere Il posto. infatti. da un lato alle commissioni interne che riprendevano la propria attlvità legale e dall'altro al consigli di gestione che previsti nelle piattaforme programmatiche di tutti I partiti ade30 - rentl al Cln venivano istituiti con un decreto del Cina\ pochi giorni prima della vittoria. La concezione cui essi vengono Ispirati è quella stessa che muove l'azione di governo dei partiti operai, e del Pcl in particolare: tesa, rigidamente entro il fronte antifascista ormai d~ minante nei goverm di coalizione, ad imprimere con il sostegno dell'azione di massa. un carattere • democratico • al processo di ricostruzione economica ed a dare carattere • popolare • al nuovo Stato democraticoJ. Cosicché dei Consigli dl gestione venne esaltato il carattere • originale • che Il faceva essere • né organismi a carattere collaborativo né organismi a carattere ctasslsta •, ma • orientati in una sfera super aziendale • s1 da assumere in pratica • funziom pubbliche o quantomeno di oubblico interesse• 4 • Questo carattere • originale • doveva portare i Consigli di gestione a ripetere nelle aziende l'esperienza negativa che avreb-- bero vissu10 nel governo I partiti operai. Cosr come era fallito il tentativo di condizionare con l'azione di governo i meccanismi dell'accumulazione capitalistica che ben presto doveva liberarsi dalle remore della • demagogia comunista • e dispiegare in pieno la propria obiettiva •parzialità•: allo stesso modo l'esperienza operaia nelle fabbriche. • tollerata • dal padroni nella fase iniziale a causa delle enormi difficoltà organizzative in cui si svolgeva la produzione, doveva concludersi con una • delusione • allorché il padronato reinserito saldamente nella direzione dell'impresa poté fare a meno di quella •collaborazione• che nonostante tutto gli operai riuscivano a far pagare cara alle imorese Mutato il quadro polillco nazionale con la rottura del g~ verno di coalizione e l'attacco alle libertà costltuzlonali. l'azione dei consigli di gestione restava cosi a mezz'aria, perché la • sfera superaziendale • nella quale erano stati orientati nient'altro era se non la sfera di opposizione democratico-parlamentare entro la quale si muovevano I partiti operai. mentre nella realtà interna alle fabbriche, caduto il momento di forza rappresentato dalla capacità degli operai di organizzare la produzione sopperendo con il loro impegno a tutte le difficoltà organizzative, si rist.tbiliva la necessità di un'azione di classe, Gli C'lrientamentl prevalsi andarono, in questa nuova situazione. in due direzioni: 1) azione di difesa del comitati di gestione messi In crisi dalla • non collaborazione • padronale; azione che. proprio in quanto non teneva conto del fondamentali mutamenti Intervenuti e sul plano politico Interno e nel processi di ristrutturazione tecnico-organizzativa delle aziende s. era destinata al completo fallimento: 2) rilancio delle Commissioni Interne 6 come organismi autonomi di classe ma la cui sfera di azione era fortemente !imitata dai compiti lstltuzionall ad esse attribuiti 7 •
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