qualche parola sul grado di compatibilità tra quello che abbiamo chiamato • modello pluralistico • e ciò che sta succedendo a livello socio-economico. Va detto comunque che sarebbe assolutamente assurdo ignor.ire. ridicolizzare. e comun• que sottovalutare quel modello. che per ciò che riguarda Il piano istituzionale. rappresenta il pili attendibile schema strategico del capitalismo nazionale, in questa fase di " espansione interna • e di intensificazione di rapporti " esterni •. Minimizzarne l'importanza significa dunque. nella migliore delle ipotesi. non rendersi conto del terreno sul quale In buona misura cl si trova già 3 lottare. Contemporaneamente bisogna però sottolineare il rischio. altrettanto grave. di sopravvalutare ideallsticamente la potenza di tale schema. cosa che alcuni compagni fanno. riempendosi la bocca col • plano capltallstlco •. ma dimenticando che se esso stabllisce In larga misura il terreno dello scontro tra le classi, questo non significa che possa predeterminare né le fasi né l'esito dello scontro. In retiltà, come si è osservato pili volte nelle pagine precedenti, l'esistenza d'uno schema ca• pitallstico " ottimale •, soprattutto nei momenti di lotta dura, non riesce neppure a svolgere una funzione politica unificante all'interno del fronte capitalistico. Questo fatto. se supera un certo grado di pericolosità, può provocare modificazioni nel comportamento, almeno a livello tattico, degli stessi gruppi capitalistici pili avanzati presunti autori o sostenitori di quello schema. Tutto questo conduce alla conclusione. confermata una volta di pili dall'esperienza delle lotte condotte negli ultimi anni, che anallzzare scientificamente la realtà socio-economica dal punto di vista del proletariato, significa: a) mettere In evidenza le contraddlzloni che risorgono in ogni fase di sviluppo del sistema capitalistico, prendendo co• scienza delle loro caratteristiche specifiche, determinate, nella forma, dallo sviluppo stesso; b) mettere in evidenza l'inevitabilità di tali contraddizioni, dovuta al fatto che non si tratta di disfunzioni contingenti, ma del riaffiorare - in forme diverse - di un'unica contraddizione di fondo. lnelimlnablte dal capltalismo: lo sfruttamento; c) sforzarsi dt evitare che Il modo con cui si cerca di assolvere i due compiti precedenti riproduca la divisione capita• listlca tra lavoro Intellettuale e manuale. tra teoria e prassi. tra studio ed azione: conslderare dunque, tra gli obiettivi, la necessità di uno sviluppo orgcnlzzativo all'Interno del quale tutti I militanti {e tendenzialmer.te tutto Il proletariato) possano e debbano partecipare atllvamente al lavoro di anallsl, di elaborazione e rielaborazione della linea strategica e tattica, e di traduzione di tutto ciò In azioni po!Jtlche. Se si considera, sia pure schematicamente, ciò che sta avvenendo In Italia In questi anni. ci si può rendere conto dell'im• portanza di questi compiti. Al di sotto delle lotte che sono scoppiate a catena, praticamente In ogni settore, va delineandosi un processo di profonda ristrutturazione. in cui non è difficile riconoscere la sintesi delle modificazioni dei lineamenti socia• li, economici, culturali, Istituzionali della società, messe in cantiere negli anni ·so. con l'inizio del • miracolo italiano •. Attraverso l'inevitabile ripresentarsi di nostalgie e di sussulli paleo-autoritari, di difficoltà Istituzionali, di resistenze connesse a volte agli Interessi del settori capitalistici pili arretrati, a volte soltanto alla lenteua con cui i nuovi modelli culturali e di comportamento riescono a farsi strada. la classe dirigente italiana - chiaritesi le proprie prospettive e i propri obiettivi - si è avviata sulla strada della mobilitazione di • tutti i cittadini .. per costruire una società pili libera e plU giusta (dove libertà sta per parteelpazione e tempo libero, e giustizia sta per au. mento del reddito e del consumi, cose che comunque presuppongono l'aumento della produttività, cloè dello sfruttamento). Considerando superficialmente, l fenomeni che accompagnano e costituiscono questo processo di • nuova • artlcolazio• ne del sistema. il panorama sociale che si apre davanti agli occhi dà la sensazione d'una varietà straordinaria. se paragonato a quello dell'Italia degli inizi del '50, con I suol mlllonl di disoccupati e sottoccupati. il suo 40t,', di forze lavorative • Impiegate • in agricoltura. le forti correnti migratorie di manodopera ge. nerlca, le sue forze politiche congelate dalla guerra fredda In due blocchi apparentemente monolltici e privi di canali di comunicazione. Emergono gradualmente In ogni settore nuove figure sociali e professionali. molte delle quali semisconosciute o estremamente rare in precedenza, altre rlsultantl dalla scomposizione di ruoli e funzioni prima aggregate in figure unitarie. e che ora si articolano. a volte seguer1do. a volte prefigurando il nuovo assetto amminlstrativo-istltuzlonale produttivo e socio-profess1onale a cui il sistema economico tende. Tutto questo graduale sommovimento. d'altra parte, non potrebbe essere posslblle mantenendo Immutati I precedenti rapporti quantitativi tra lavoro • manuale • e • Intellettuale •. Soprattutto In alcuni settori ed aree è dunque già visibile una crescita percentuale dei lavoratori " Intellettuali • sul tota• le del lavoratori. tjSndenza connessa per ora soprattutto all'espansione di alcune pnrtl del settore destributivo, alla diminuzione del rapporto tra ruoli di controllo e ruoli produttivi nell'industria, all'ampliamento prossimo del settore amministrativo In connessione con l'attuazione dell'ordlnamento reglonate, e all'aumento degli addetti al servizi (Insegnanti, medici, etc.) Pa- -91
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