giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

la elementare, la permonenza alle elementari oltre gli 11 anni, i non iscritti dopo la licenza a scuole ulteriori, il 25 soltanto dei ragazzi dogli 11 a, 14 anni non frequen• ta scuole appropriate alla loro età Gli anni '55 • '65 1 primi segni d'u,, rinnovato interesse per la scuoia maturano nel corso degli anni ·so, hanno un riconoscimento uffi• ciale nel piano di sviluppo della scuola, nel 1959, e si moltipll· c11no neoli anni successivi. Contribuisce notevolmente in tal senso a~che rampia fioritura di iniziative private e semipub· bliche che • lonano • per un rinnovamento democratico della d,daUica e per lo svecchiamento delle strutture e dei programmi. le ragioni d1 tale crescente interesse vanno ricercate - secondo l'ipotesi enunciata - nel successo della strategia ca• p1tJhstìca le cui basi sono state poste. come s'è visto, sin dal primo dopoguerra S1 ritiene opportuno a questo punto, ricordare per sommi caru 1 nodi principali dello sviluppo capilalistico italiano in tale periodo. che s, può grosso modo dividere in due parti: 1955-63.anni del cosiddetto • mire,colo itahano •; 1964-65.anni della cosiddetta • bassa congiun.ura •. 1955-63. Sono gll anni del cosìddello • miraco10 italiano•· Portata fehcemente a termme la propria ricostruzione e avvia• to 1m9etuosamen1e il riassorbimento della manodopera disoc• cupata, il capitale itt1ieno - soprattutto in virtU di alcune scelte fehci oper.:ite da, settori piU a'llanzati (automobilistico. delle m.icchme da ufficio. degli elettrodomestici. chimico. etc.) e dei livelli salariali che. grazie all'abbondanza d1 manodopera dispo• nibile. rimangono fra i piU bassi d'Europa. fa il suo ingresso competitivo sul mercato internazionale. l'espansiont: produttiva che ne consegue ha come effetto un aumt?nto del reddito medio soprattutto nelle zone piU industriahzzate. aumento che si traduce da un lato in un'espansion& dei consumi. e dall'altro nell'lntenslfìcarsi dei flussi migratori interni: il lrit:ngolo industriale trattiene ormai in patria una lar• ga letta dell'emigrazione. prima diretta 'llerso altri paesi eu• ropei. Man mAno che la situazione procede. risultano per contra• slo s~mpre piU pericolosi gli squilibri persistenti tra le diverse aree del paese (1n particolare la questione meridionale) e tra settori c1vanzatie arretrali (ad esempio tra industria e agricoltura. oppure all'interno dell'industria stessa). l'esistenza di zone degradate. ancora subordinate alla logica della sottoccupazione e del sottosalarlo. rischia infatti di rappreseniare una fonte di tensioni sociali politicamente peri• 86 - colose. solo in pane sopite dalla riforma fondiaria e dalla 'llalvola di sfogo dell'emigrazione. Allo stesso modo. nonostante gli sforzi compiuti dallo Sta• to con l'erogazione di sowenzioni, contributi e legislazione a favore delle piccole aziende agricole, queste - SO\lraccariche d1 forza-lavoro familiare sottoccupata e sottonutrita - mostra• no sempre piU chiaramente d1 essere strutturalmente inadatle a fflr fronte alle nuove esigenze generate dall'intensificato sviluppo economico. I primi a cedere, in questo campo, sono l con. tratti, come ta mezzadria, che pur essendo dal punto di \lista capitalistico piU avanzati di istituzionl quali la piccola proprietà familiare. o forse proprio per questo, offrono minore resistenza alle tendenze centrifughe degll agricoltori. E' comunque sin• tematico che la maggioranza relativa di emigranti e persone che cambiano settore di occupazione. In questo periodo come nel se{!uente. si.i proprio rappresenlato. secondo I dati ufficiali. da • conduttori di aziende agricole •. e non, ad esempio. da brac• cianti o salariati. Quanto agli squilibri esistenti all'Interno del settore indu• striale In questo periodo (ad esempio le notevoli disparità salariali trn settore metalmeccanico e settore tessile). e alle contraddizioni politiche che vengono alla luce (vedi ad es. to scontro tra settori • progressisti • dell'Industria pubblica e privala e settore elettrico). anch'essi sono fonti di particolari disfun• zioni. agli occhi dei gruppi piU avanzati. come la Fiat, l'Oli'lletti. l'Eni. etc., ai quali appare indispensabile un'espansione economica e sociale generalizzata all'intera società, &I fine di accre• scere i marglnl di prevedibilità e di programmabilità del futuro, e insieme di aumentare le possibilità di collaborazione • democratica •, coinvolgendo nella programmazione (a li'llelli esecu• tivi) una base più ampia possibile di forza-lavoro. E' dunque indicativo dei rapporti di forze esistenti che queslo periodo di note\lole espansione, sia caratterizzato da alcuni avvenimenti economici e politici di primaria importanza per gli sviluppi successivi dell'economia e della società itallana: basti ricordare la nazionalizzazione dell'industria elettrica. la modificazione della legislazione relativa ad alcuni contratti agrari, la revisione della politica di inter'llento nel Mezzogiorno con la formulazione della strategia dei • poli di svlluppo •. la nascita del governo di centro-sinistra e le grandi battaglie sindacati che nel blennio 196().62, in un continuo crescendo, segnano la ripresa della lolta operaia dopo li decennio di relativa stasi se· guito alla ricoslruzione. 19$4-65. Sono gli anni della cosiddetta • bassa congiunto• ra •, che vedono un.i relativa diminuzione dell'occupazione Industriale e una riduzione degli Investimenti In diversi settori, l'aumenlo dell'esportazione di capitali all'estero, un rincaro ge•

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