mocrazla • e di sviluppo socialista (vedi l'esempio cinese). oppure alleanza di lutte le classl sull'obiettivo della ricostruzione del • patrimonio economico del Paese devastato dalla guerra •· L'opportunità. per la direzione capltalistlca, di avviare la situazione nella seconda direzione. è data sostanzialmente da due fatti: a) la linea collaborativa scelta dal Pci, coerente con la logica di spartizione del mondo in sfere di influenza, sovietica e statunitense (trattato di Yaha), e Influenzato dal fallimento del tentativo rivoluzionano dei comunisti greci; b) la conseguente caduta di tensione verificatasi, con 1a caduta del fascismo, nell'intero schieramento popolare. nonostante alcuni sporadici tentativi di resistenza di piccoli gruppi operai e partigiani nel nord. Nonostante alcune grosse impennate. la via della sindacalizzazione del movimento oper3lo risorto nella resistenza, è ormai aperta. In tale sltuazlone (il cui approfondimento rappresenterebbe Il miglior antitodo contro le oleografie sulla resistenza oggi largamente circolanti), Il disegno capltalistico di ricostruzione democratica, alla quale chiamare a raccolta • tutte le forze produttive della nazione •, trova il suo argomento piu convincente proprlo In quello che - se il problema politico fosse stato impostato in altri termini - avrebbe potuto rappresentare Il fenomeno pili esplosivo dell'Intera situazione: l'elevatissimo nu• mero di disoccupati e sottoccupati. Basta leggere la pubblicistica oolitica del periodo, per rendersi conto di come tutte le forze politiche giocavano proprio sulla capacità di proporre sotuzloni adeguate al problema della disoccupazione, per riuscire ad affermarsi. In tal modo, per dimostrare la sua natura e la sua vocazione nazionale, il capitalismo fa pagare una seconda volta Ila pri• ma è stata la guerra} alla collettività, e in particolare al prole· tarlato, che. occupato o disoccupato. deve stringere la cinghia, I costi del proprio sviluppo e della propria riconversione economica e politlca. Questo periodo è dunque dominato principalmente dal problema della disoccupazione tramutato In un'occasione di Integrazione di tutte le categorie sociali. riguardo all'industrta. L'agricoltura. di conseguenza. non solo non si presenta come campo Immediato di Investimenti volti a favorirne lo sviluppo, sia pure in termini capitalistici, ma diviene addirittura oggetto di Investimenti volti a frenarne un rapido sviluppo capitallstlco, onde evitare espulsioni di manodopera che andrebbero ad Ingrossare le file dei disoccupati, e per tenere - d'altra parte - congelata nelle campagne una certa quantità di manodopera per il fabbisogno futuro di altri settori. SI assiste cosi all'attuazione di una riforma fondiaria che snatura radicalmente la spinta di lotta dilagata nelle campagne, In particolare nel mezzogiorno, creando vaste aree di piccolissime aziende Inevitabilmente destinate al fallimento economico appena la spinta di espansione capitalistica dell'economia nazionale (ed europea) lnvesUrà 11 settore agricolo. E' forse utile ripeIere ancora una volta che non è necessario, per ritrovara queste connessioni tra l fenomeni di quel periodo chiave. presupporre l'esistenza di una piano perfellamente premeditato da parte dei capitalisti o del loro stato. E' molto piu naturale pensare che, decisa una certa linea di condotta su alcuni probleml chiave (come ad esempio la ricostruzione del patrimonio industriale e la lotta alla disoccupazione). e trovata su di essi una convergenza di masi,;ima delle forze in gioco, le decisioni relative ad altri settori siano state prese vi3 via - spesso sotto la spinta di lotte di massa - in base ad un criterio di fondo: non essere contraddit1orie ed ostacolanti rispetto a quella linea prioritaria. Per ciò che riguarda la scuola. la cosa è particolarmente evidente: essendo In atto ben altre forze integranti. ed essendo il problema non quello di formare manodopera. ma di assorbire quella disoccupata. la struuura scolastlca nel primi anni del dopoguerra non sembra essere oggeuo di particolare attenzione, se non nelle gradevoli dichiarazioni dei politici • eredi della resistenza •. Essa. in sostanza. non differisce da quella fascista L'istruzione post-elementare è divisa in 3 livelli: Media Statale. Istituii statali professionali e VI classe post-elementare: il primo tipo di scuola è essenzialmente per i figli del bor· ghesl. il secondo per I figli degli operai, il terzo per i figli dei contadini. Ecco alcuni datl relativi agli anni 1950.53: Anno scolastico 1950.51: 48 241 Xlii anno scolarità 109 220 339 354 716 190 I 068 847 Anno scolatlsco 1952-53: IX anno scolarità VI anno scolarità V anno scolarità I anno scolarità 2 520 000 giovani dagll 11 ai 14 anni frequentano la scuola: 330 000 (13,3',) iscritti alla scuola media statale; 282 000 (11,3•,) lscrittl a scuole e corsi di avv. profess.le: 742 000 (33,9•,) ancora nelle classi elementari: 100 000 Iscritti alle 6 o 7 classi post-elementari; 1 100 000 giovani dagll 11 ai 14 anni non frequentano alcuna scuola. Triennio 1950-53: 1 800 000 giovani hanno raggiunto il traguardo delle elementarl. DI questi, 800 000 non si sono Iscritti ad altre scuole. Considerata l'evasione totale e parziale della scuo. - 85
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==