giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

d1 assicurare la soclalizzazione de, membri della società sulla base di un sistema d1 valori funzionale al mantenimento di de. terminati rapporti di potere. E' da sottohneare, per non rischiare dì fare un discorso sIatIco, che la società capitalistica si presenta essenzialmente come sistema dinamico. dotato di numerosi meccanismi auto-correttivi, e continuamente In evoluzione secondo la logico della riproduzione e dell'accumulazione del capitale Tenendo conto d1 queste premesse. è dunque logico concludere che lo studio della storia del sistema scolastico non sarebbe completo se s, fermasse alla analisi delle situazion, via via 'ldottate per la scuola. e non considerasse anche l'importanza che il sistema scolastico stesso. preso nel suo insieme come settore socio-economico specifico. riveste nelle diverse fasi di sviluppo della società pili larga, Ianto a livello ,deologlco quanto a livello strutturale. Affrontando cosi ti problema è possibile vedere come lo studio delle linee evolutive d'un sistema scolastico fornisca un punto d, osservazione estremamente interessante per la comprensione dello sviluppo di una società capitalistica e delle vane tappe anraverso le quali questa è passata. Se si considera ed esempio l'Italia, sI può vedere chiara• menIe che le v;cende d~lla scuola percorrono, tra il 1860 e il 1970. un determlnoto arco storico. Il punto di partenza è rappresentato da una situazione dominata dalle esigenze di • laissez-faire 0 ; in essa le funzioni assegnate ai • pubblfcl poteri • ~ono quas, esclusivamente quelle di affrettare l'unificazione capftalistlca del paese. di tenere a bada i • sovversivi •. e di facilitare la qualificazione. a diversi llvelli. di quella quantità relativamente ristretta di forza•lavoro non genenca di cui il sistema ha bisogno. per portare a compimento il trapasso da un ambiente socio-economico ancora largamente dominato dall'artigianato e dall'agricolturél ad uno sempre phi Industriale. 11 punto di arrivo, Invece. è una situazione nella quale la funzione dello stato risulta enormemente lncremMtata. in riferimento ad esigenze di equilibrio dinamico e di progremmazlone economica che nella maggior parte travalicano, in misura piU o meno sen• seblle. gli interessi particolaristicl del slngoll o dei gruppi ca• pitalistici. A quc'ito fane si tende a • responsabillzzare • • l'io• tera collettività• Tra l'uno e l'altro P.Stremo si Incontra una gamma di soluzlonl intermedie, a volte conservatrici, a volte anticipatrici. che se da un lato si presentano tutte come espressioni d'una volontà stabilizzatrice, dall'altro rivelano l'esistenza di continue tensioni e divergenze d'interessi all'interno della classe capltallstlca stessa. tra settori arretrati e settori avan• zati. A lato delle soluzioni le{1islative propriamente dette. poi. si ritrova tutta una gamma di iniziative plU o meno private, la 82 - cui funzione è chiaramente quella di sperimentare e prefigurare soluzioni alle quali. per motivi politici. la • collettivltà nazio• nale • non è ancora preparata. Questo panorama le cui linee essenziali vanno tenute presenti nella lettura di tutto il materiale che segue - solleva però ancora parecchi problemi, la cui soluzione non potrà essere ottenuta se non attraverso un ulteriore sforzo di generalizzazione e approfondimento della discussione tra militanti, apertasi con le lotte di massa nella scuola e nel principali settori economici del paese. Volendo essere questi documenti un contributo all'arric• chimento di tale discussione. vale dunque la pena aggiungere qui qualche osservazione su dei problemi che rimangono aperti, e che appaiono particolarmente importanti per la determinazione degli obiettivi di lona nella scuola, e soprattutto per l'lnse• rimcnto di tali obiettivi In una prospettiva strategica piU generale di lotta anticapitalistlca. In primo luogo è importante rilevare che fino a non molto tempo fa lo sviluppo del sistema scolastico e le sue modalltà. risultavano sostanzialmente determinati dalle esigenze della classe dominante, e le contraddizioni stesse che vi si incontravano. e che vi generavano contrasti e tensioni, apparivano esclusivamente come riflessi del conflitti interni della borghesia capitalistica. Il proletariato. e oiU in generale la massima parte degli • utenti • detta scuola ne risultano rigorosamente esclusi. Non è Improbabile che di questa esclusione sia in parte responsabile l'impostazione teorica delle avanguardie politiche del proleta• riato stesso, per lungo tempo dominate da una concezione meccanicistica e deterministlca del rapporti intercorrenti tra struttura e sovrastruttura. Si deve però osservare che. In origine, tale schematismo nasce dalla leglttlma esigenza di lottare con• tro le degenerazioni riformistiche e piccolo-borghesi del marxl• smo europeo, e nella fattispecie Italiano, e <!alla coscienza che comunque - non essendo la scolarizzAzione del proletari una delle esigenze primarie del sistema - una politica nel confronti della scuola. da parte della classe proletaria, non può essere se non ricerca di alleanze politiche con altri gruppi sociali. Oggi le cose sono cambiate nell1;1stratificazione soclale e nella organizzazione del lavoro: e la dannosità di una concezlO· ne di quel tipo (alla quale però non pare che per ora sl sia s11puto sostituire un'impostazione plU convincente). si è rivelata da un lato nel ritardo di tutti l gruppi politlcl a compren• dere la natura del movimento studentesco di massa: dall'altro nel persistere, sebbene in forme molto varie e diverse. della tendenza a conslderMlo come un serbatolo di posslblll mllitanti rivoluzionari • generici •. e non Invece come un sintomo e un fattore insieme d'una ristrutturazione generale, assai com• plessa nel modi e nelle forme, della socletà capltalistlca lta•

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