giovane critica - n. 22/23 - primavera 1970

in parte ancora minore ad essere Immessi nel processo produttivo come classe operala. Allo stesso tempo, proprio per questa condizione del -corpo studentesco e per il ruolo che la scuo• la svolge, possono nascere contraddizioni sociali acute che mettono in crisi l'egemonia borghese su vasti strati studenteschi. La contraddizione fondamentale è quella tra l'Interesse ge,. nerale, la politica statale, e le esigenze, l'andamento di slngoll settori produttivi. Ciò significa In primo luogo, concretamente, disoccupazione o occupazione sottoqualiUcate di vasti strati stu• denteschi quando l'offerta di lavoratori o quadri qualificati prodotti dalla gestione statale della scuola non può essere assorbita perché non corrisponde all'andamento anarchico, non pianificato del mrrcato del lavoro. Significa, pili In generale, che le contraddizioni del processo di accumulazione del capitale possono mettere In crisi la strategia di sviluppo complessiva che permetteva l'egemonia borghese sugll strati intermedi. I tempi concreti di questa contraddizione sono. tra gll altri. la crisi delrldeologla della programmazione, già ricordata. connessa alla crisi del centro-sinistra e il fatto che l'unlversllà è andata perdendo in questi anni Il ruolo dl strumento di promozione sociale per strati di piccola e media borghesia e sempre pili lo perderà In seguito alla politica statale di liberalizzazione de9II sbocchi. Questo, dunque, è Il campo fondamentale delle contraddl• zionl scuola-società e non solo e non tonto il carattere arretra• to della scuola rispetto all'organizzazione produttiva. Istituti tecnici e Istituti professionali Nella scuola media i due ruoli che la scuola svolge in quanto mezzo di riproduzione di lavoratorl qualificati sono vlslbll• mente distinti: da un lato gll istituti professionali, che hanno come unico scopo la formazione di operai qualiflcatl, e gll Istituti tecnici, che nel complesso formano anch'essi lavoratori qua. liflcatl destinati ad essere sfruttati In fabbrica: dall'altra I llcei, che non fornlscono alcuna qualiflcazlone professionale, ma sem• pllcemente preparano al grado superiore di istruzione e di quallflcazlone. l'unlversltà, sono cioè tappe Intermedie nel processo di formazione del quadri quallflcatl di cui si diceva. Questo diverso ruolo sociale delle varie forme di scuola media significa concretamente divisione sociale del corpo degli studenti medi e Impone un dupltce compito al movimento rivoluzionarlo: da un lato la capacità di differenziare le piattaforme su cui creare il movimento di massa antlcapltallstlco nella scuola media: dall'altro la capacità. altrettanto essenziale, di unlflcere gli studen• ti medi. di trovare la saldatura tra lotte dei tecnici e del professlonall e lotte dei liceali. GII Istituti tecnici sono solo Il grado plU alto delle Istituzioni di quallflcazlone della forza-lavoro glovanlle, che comprendono i corsi per apprendisti, i corsi di formazione professionale per giovani lavoratori disoccupati o in cerca di primo impiego e gli istituti professionali. Benché questi diversi tipi di corsi diano livelli di qualifica differenti, il punto essenziale da comprendere è che I giovani che li frequentano subiscono il peso delle stesse contraddizioni fondamentali dello sviluppo capitalistico. e che l'obiettivo strategico di unificare studenti tecnici. professionali, studenti del corsi di formazione per lavoratori. apprendisti, ha una base reale nella si• tuazione sociale di questi diversi strati. In primo luogo sono tutti esposti alle oscillazioni del mercato del lavoro e subordinati al mansionario padronale, cioè alla libertà del padrone di impiegare, e in conseguenza di pagare, il lavoratore e non in base alta qualifica che possiede, ma in base alle esigenze del processo produttivo sul quale i1 lavoratore non ha alcun potere cli controllo. l'apprendista, ad esempio, non ha In genere alcuna garanzia di conseguire una qualifi• ca, perché gli anni di apprendistato svoiti nei diversi settori non sono sommabili al fini della qualifica, e, alto stesso tempo, la mobilltà è altissima nell'apprendistato, cioè sono frequentissimi gli spostamenti dei giovani lavoratori da un Impiego all'al• tro. soprattutto nella media e piccola industria. l'apprendista o U glovane lavoratore che hanno conseguito una qualifica, non hanno alcuna g3ranzla, Inoltre, di trovare un'occupazione rispondente alla loro quallflca. Lo stesso problema si pone oggi in modo chiaro a masse di diplomati degli Istituti tecnici: al grande aumento degli Iscritti agli Ili non corrisponde una domanda equlva1ente sul mercato del lavoro di tecnici dfplomati. che In conseguenza sono destinati alla disoccupazione o all'occupazione squalificata. Va osservato che la politica governativa, come si è venuta configurando negli ultimi mesi, tende a poten• ziare gll Istituii professionali con !"obiettivo evidentemente di scaricare su di essi una fetta degli attuali studenti tecnici. Il problema dell'occupazione, che tutti questi strati studenteschi vivono, è legato anche alla parcellizzazione delle qualifi• che che contraddistingue tutto Il settore della formazione professionale. Sia I corsi per apprendisti. sia I corsi di formazione per giovani lavoratori hanno Il compito Istituzionale ed esplicito di formare forza-lavoro qualificata a svolgere un determinato mestiere o pili spesso un determinato Insieme di mansioni, In fun• zlone delle esigenze variabili del mercato del lavoro. Ma /'estre. ma divisione e settorlalizzazlone delle qualifiche è tipica anche, ad un livello superiore, degli Istituii tecnici e professlonall. Se la subordinazione di questi strati di lavoratori e studenti alle esigenze dello svlluppo capltallstlco è psrticolarmente vlslbl• le nel problema dell'occupazione, essa non è meno pesante, però, nel campo della formazione, del tipo e del valore delle - 65

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