nazionale. ta cui composizione sociale è un complesso di sfruttatori e di integrati, dall'altra coloro che sono al margini del processo produttl\10, cioè nella metropoli i declassati. i produttori diretti travolti dallo sviluppo capitalistico. le minoranze etniche colte nella d1scriminazione razziale e non nella collocazione sociale proletaria, gli intellettuali In quanto singoli in rivolta contro il sistema repressivo, nel terzo mondo I contadini miticamente Intesi e al limite tutte te classi s0<:iall unite nella rivolta contro !'oppressione economica e culturale delle metropoli. Si tratta quindi di una ipotesi di carattere idealista e volontarista in cui la rlvoluzlone è opera del gruppi sociali al margini del processo produtlivo e in sostanza del singoli che si ribellano e che la vogliono fare {non a caso questa ipotesi ha riscosso partlcolare successo nel movimento studentesco). Anche se una parte di quesIa analls1 coglie novità reali che vanno presentandosi nelle attuali forme dello sviluppo imperialista. vale per essa la crltlca che Lenin faceva delle teorie di Kautsky: • Si può dunque negare che - in astratto - una nuova fase del capitalismo che segue quella dell'imperiallsmo. cioè una faze di ullraimperiallsmo. sia "concepibile"? No. In astratto è possibile pensare a una tale fase. In pratica tuttavia coloro che. in nome dei sogni sul tacili compiti del futuro, negano gli ardui compiti del presente. diventano degli opportunisti. Dal pun• to di vista teorico questo atteggiamento significa non basarsi sugli sviluppi reati de1 presente. Non c'è dubbio che lo sviluppo del capitalismo va nella direzione di un slngolo trust mondiale che Inghiottirà tutte le Imprese e tutti gli stati. senza alcuna eccezione. Ma lo sviluppo ln questa direzione avviene sot• to una pressione tale, con tall contraddizioni e conflitti - non solo economici. ma politici, nazionali[ ...] -che prima che si giunga a un slngoto strust mondiale. prima che I capitai! finanziari dei vari paesi abbiano fondato una unione mondiale "ultralmperiallsta", l'imperialismo dovrà inevltabllmente scoppiare e il capitalismo si trasformerà nel suo opposto•''· e) la posizione del Partito Comunista Cinese sulla questione dell'lmpetlallsmo Nel rapporto di Un Piao al IX Congresso si afferma che le contraddizioni prlnclpali oggi sono quattro: 1I fra nazioni oppresse e imperialismo e socl,limperlallsmo; 2) fra proletariato e borghesia nel paesi capit"'llsti e revisionisti: 3) fra paesi lm• perlallstl e soclallmperlalistl e all'interno del paesi lmperlallstl: 4) fra paesi socialisti e paesi Imperialisti e soclallmperlallstl. Ciò che deve essere sottolineato è la prevalenza dell'elemento nazionale sull'analisi di classe. Solo la seconda contraddizione Infatti fa riferimento all'antagonismo fra capitale e lavoro salariato, ma la limltazlone di questo antagonismo al paesi lndustriati ne sminuisce il slgnilicelo e la portata. Lo stesso elenco di qualtro contraddizioni senza specificarne Il grado di Importanza e il rapporto reciproco appare inficiato di empirismo. Non si tratta di negare il ruolo che I conflitti nazlonali assumono nella loua di classe: le continue polemiche di Lenin contro la slnislra polacca e olandese che negava questo ruolo e finiva per negare la parola d'ordine del • diritto de11enazioni all'autodcclslone • sono lllumlnanali e valgono a nostro giudizio anche per il presente. Tuttavia la dimensione nazionale nell'analisi di Lenin appare costantemente tradotta nel suol contenuti di classe alla luce del contesto internazionale e della fase storica specifica in cui si situa. Proprio questi due cardini della analisi leniniana. internazionalismo e analisi di classe. app?iono indebolltl nel rapporto di Un Piao 19bis, In realtà un'analisi corretta della posizio• ne maoisla sulla questione dell'imperialismo presuppone una analisi delle classi in Cina e uno studio dell'esperienza storica del PCC all'interno del movimento comunista internazionale che ci sembra resti ancora in gran parte da fare. L'esperienza rivoluzionarla cinese da una parte si configu• ra come storicamenle diversa da quella sovietica nella misura in cui la gestione dello sviluppo economico viene subordinata ad un conlrollo dal basso e prevalgono nell'organizzazione aziendale e sociale parametri politici di divisione del lavoro e criteri egualitari, dall'altra si riconosce Invece sistematicamente, attraverso i documenti del PCC. nella direzione staliniana del movimento comunisla internazionale. In questo senso affer• mare che la posizione del PCC sulla questione dell'imperlallsmo si riduce al contrasto fra paesi ricchi e oaesi poveri è a nostro giudizio forzato e scorretto. In realtà il PCC si mantiene fino al 1960 su posizioni staliniane che vedono nella contraddizione fra • campo socialista • e Imperialismo la conlraddizione fondamentale del nostro tempo. Negli anni successivi Il prevalere della sinistra all'interno del PCC determina una profonda revisione della linea del partilo che porterà olla Rivoluzione Culturale Proletarla ma che non si è finora prodotta In una revisione teorica generale delle precedenti posizioni. Il rifiuto del PCC di porsi come centro dirigente di una nuova Internazionale si lega in stretto rapporto con la linea del • soclallsmo in un pae• se solo•. del • contare sulle proprie forze•: questa linea, de• finita organicamente nell'VIII Congresso del 1956, viene tuttora riaffermata. Queste contraddizioni che Il rapporto di Lln Plao presenta dovranno necessariamente venire rlsolte In futuro sotto la pressione della lotta di classe Interna e internazionale. Resta comunque neU'altua!e posizione del PCC sulla questione dell'lm• perlallsmo un'analisi empirica delle contraddizioni sociali con- - 57
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